Drizzino le antenne tutti
gli amanti dell’hard rock, perché questa nuova fatica dei Crobot riserverà loro
davvero una piacevole sorpresa. Questo quartetto di stanza a Pottsville, Pennsylvania,
è in circolazione dall’estate del 2008. Dopo un’Ep uscito nel 2012 (The Legend
Of Spaceborne Killer) recensito molto bene dalla critica specializzata, i
Crobot sono entrati nuovamente in sala di registrazione e hanno dato alle
stampe, pochi giorni fa, il loro primo full lenght. I ragazzi non hanno tutte
le rotelle al loro posto, dal momento che si ostinano a sostenere di non essere
umani ma alieni provenienti dallo spazio. Da qui, il nome della band e certi
estemporanei (e risibili) inserti elettronici, volti a creare suggestioni dal
sapore fantascientifico. Anticipato da un singolo bomba intitolato Nowhere To Hide
(brano che ha scalato le classifiche dei più importanti programmi radiofonici
americani), Something Supernatural, a prescindere dalle velleità “spaziali”
della band, è un cazzutissimo disco di solido hard rock che vi terrà incollati
allo stereo per ripetuti ascolti. Siamo dalle parti di sonorità che
inevitabilmente si richiamano agli anni’70 (a questo punto pare scontata la
citazione dei Led Zeppelin), rilette però con passione e con un entusiasmo
filologico che ha indotto molti ad accostare questi quattro ragazzi ai
Wolfmother del disco d’esordio. In realtà, il suono vira talvolta verso certi
afrori southern, che ci permettono un accostamento, non troppo azzardato, ai
Black Crowes più duri (il singolo sopra citato ne è l’esempio più lampante).
Groove trascinanti, il consueto debordante utilizzo di riffoni pesi e assoli al
fulmicotone, e soprattutto la voce davvero notevole Brandon Yeagley, uno che se
la può giocare tranquillamente con tutti i migliori vocalist di genere, Myles
Kennedy in testa.
VOTO: 7
Blackswan, sabato 01/11/2014
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