La carriera di James McMurtry è un implicito elogio
alla lentezza. In circolazione dal lontano 1989, il chitarrista e songwriter
texano ha messo in cantiere solo otto album in studio, compreso quest'ultimo.
Otto dischi in ventisei anni, una media di uno ogni tre anni. In un mondo
dominato da una frenesia ipertecnologica, McMurtry ha sempre tenuto la barra
del timone della qualità, poche cose ma fatte bene, con cura artigianale e
intelligenza, e una coerenza artistica che l'ha sempre tenuto distante dai
grandi circuiti del rock a stelle e strisce. Complicated Game racchiude in sè
tutta la premessa di cui sopra: uscito a distanza di ben 7 anni dal suo
predecessore (l'ottimo Just Us Kids del 2008), questo nuovo full lenght è un
disco sincero, ben suonato, essenziale ma estremamente curato nella
produzione. E poi ci sono le canzoni, dodici per la precisione, tutte di
gran livello, alcune delle quali davvero eccezionali. Frutto, è proprio il caso
di dirlo, di un songwriting che non si è mai piegato alle logiche del
mercato, che ha sempre guardato al suono americano come a un patrimonio da
conservare con cura, e non come a uno spunto per creare canzoni buone a scalare
le charts. McMurtry ha coinvolto ne progetto un gruppo di musicisti di
grande spessore (Benmont Tench, Ivan Neville, Curtis McMurtry e Derek Truck,
che regala un cameo su Forgotten Coast) e messo a punto il suo classico
sound: ballate desertiche e scarne in equilibrata commistione fra rock e folk,
strumenti tradizionali in bell'evidenza (il banjo del fratello Curtis), Dylan
che osserva da dietro l'angolo e qualche soluzione inconsueta, come l'uso
delle cornamuse in Long Island Sound, che suona inaspettatamente irlandese. Il
risultato è un album non certo semplice e che va assimilato con la stessa calma
che ci mette Mc Murtry a scrivere le sue canzoni. Dopo qualche ascolto, però,
la soddisfazione è piena, il disco dispiega una variegata ricchezza di
sfumature e alcune composizioni emergono in tutta la loro cristallina bellezza:
You Got To Me, Cutter e Deaver's Crossing sono senza dubbio tra le canzoni più
belle che abbia ascoltato in questo inizio 2015. Complicated Game segna
dunque il ritorno sulle scene di un grandissimo artista, la cui
coerenza artistica (e politica) finisce inevitabilmente per dargli una
visibilità solo parziale, di gran lunga inferiore a quella che meriterebbe.
Consigliatissimo a tutti coloro che amano l'Americana, quella più sinceramente
roots.
VOTO: 8
Blackswan, venerdì 20/03/2015
3 commenti:
Canzoni di rock’n’roll per uomini soli e impolverati, folli e normali. Cose vecchie che sembrano nuove. Non c’è ne sono poi così tante in giro. Me li sono prese così come sono arrivate. Per difendermi. Prima di andare a dormire.
Ecco! ...e grazie!
@ Bartolo: parole che descrivono meglio delle mie questo splendido disco.
@ Silvano: Grazie a te. Di cuore.
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