Quanti anni sono che i White
Birch non pubblicano un album ? Vado a memoria, ma dovrebbero essere una decina
circa. Intanto, il padrone del vapore, Ola Flottum, non è rimasto con le mani
in mano, ha allevato un paio di pargoletti e scritto colonne sonore. Poi, come spesso
accade, dato che il primo amore è difficile da scordare, il buon Ola ha riesumato in solitaria quel
marchio di fabbrica (e qualità) che nel 2002 ci regalò quel capolavoro slowcore
dal titolo Star Is Just A Sun. Eccoci dunque al quinto capitolo di una
discografia assai scarna (ma di valore), che esce con l’intento di ricordare e
nel contempo celebrare la mamma di Flottum, Marit Lenora, deceduta da poco e a cui l’album è dedicato. Che la rielaborazione
del lutto sia la spinta creativa del disco è ben facile intuirlo già dal titolo
in copertina: il dolore per la perdita e la primavera che incombe, con le sue
luci, i suoi colori, i suoni del risveglio. Un peso da portare, un fardello, un
contrasto che ferisce e spalanca la porta a malinconiche riflessioni sulla
caducità delle nostre esistenze. La natura
che torna alla vita stride infatti con il dolore di un uomo innanzi alla
perdita dell’affetto più caro. Con questo approccio quasi leopardiano, ecco che
si sviluppa tutta l’ora abbondante di The Weight Of Spring, le cui dodici
canzoni suonano parecchio distanti da quella definizione di Sigur Ros norvegesi
che spesso si è data per inquadrare la musica di Flottum & soci. Nello
specifico, infatti, la scrittura punta a una forma convenzionale, quella della
ballata slow core e slow folk, la cui fragile tessitura è basata in prevalenza
sull’interplay fra chitarra acustica e piano, arricchito da partiture d’archi e
fiati, e dalla voce di tre distinte cantanti (Ellen Dorrit Petersen, Ingrid
Olava, Susanna Wallumrod), che fanno da perfetto contrappunto al timbro da
crooner di Flottum. Chi ama la musica allegra e solare, lasci perdere questo
disco fin da subito: le dodici canzoni che lo compongono oscillano infatti fra elegiaca
mestizia e un agrodolce senso di smarrimento che spesso e volentieri si fa
incombente fino alle lacrime. Chi ama invece il sottile piacere della voluptas
dolendi, troverà in The Weight Of Spring il perfetto compagno per lunghe, lunghissime
passeggiate malinconiche.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 08/04/2015
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