domenica 29 maggio 2016

AGOTA KRISTOF – IERI



Una storia d'amore dura come un sasso. Bisogna avere una grande saggezza per raccontare una storia così, senza fronzoli e trucchi. Bisogna essersi lasciati alle spalle le bugie della letteratura e scegliere le parole nella loro povera sincerità. "È diventando assolutamente niente che si può diventare scrittori", dice Tobias, l'operaio-scrittore protagonista del romanzo. Solo chi, come lui, sa mantenersi vuoto e puro può colmarsi d'amore e conquistarsi a fatica una voce per dirlo.
Ieri è una lezione di stile, un grido assoluto che ci solleva fin dove l'aria è fredda e trasparente e tutto si vede più chiaramente.

Non fatevi ingannare dalla brevità di questo romanzo: ci sono solo cento pagine da leggere, ma sono densissime di contenuti. La grande autrice ungherese, nota ai più per la Trilogia Della Città Di K, condensa in Ieri tutte le sue tematiche e lo fa con una prosa scarna, ostica, ma efficacissima. La guerra, qui già conclusa, e i suoi riverberi nefasti sulla popolazione infantile, l’immigrazione e la perdita delle radici (tutti i personaggi del romanzo vivono da stranieri in una terra ostile), il senso della scrittura e dell’essere scrittori, sono solo alcuni dei temi che vi troverete ad affrontare durante la lettura del libro. Sopra ogni cosa, un senso di profonda tristezza che nasce non solo dall’inadeguatezza alla vita del protagonista Tobias, ma soprattutto dall’impossibilità di ribellarsi a un destino già scritto. La speranza è solo fonte di dolore e crea un profondo straniamento fra l’uomo e il mondo che lo circonda. Come Tobias, anche noi non possiamo far altro che rinunciare ai nostri sogni e rassegnarci alla banalità dell’ordinario. Un finale inaspettato e sorprendente spiegherà tante cose. Da leggere assolutamente.

Blackswan, domenica 29/05/2016 

4 commenti:

ReAnto ha detto...

Me lo appunto. Grazie

Offhegoes ha detto...

Ok mi fido di te 100%, comprero' et leggero'

Unknown ha detto...

La Kristof è incredibile.
Ieri è straordinario.

Ma la prima parte della trilogia della città di K mi ha rivoltato l'anima e le viscere, quello per me è il manifesto del minimalismo, si fotta Carver. XD

Blackswan ha detto...

@ Anto: credo ne valga davvero la pena.

@ Offhegoes: grazie per la fiducia :)

@ Bill Lee: La Kristof usava le parole come fossero punteruoli.Si, davvero una scrittrice straordinaria.