Ecco un'altra band che rappresenta un’interessante
novità per tutti quelli che amano il genere del rock blues venato di hard:
si chiamano Sulfur City, arrivano dal Canada e hanno appena pubblicato Talking Loud,
il loro album d'esordio. A capitanarli, c'è una ragazza, Lori Paradis, che si
ruba tutta la scena, non solo per l'indubbia avvenenza fisica o per la voce
potente, ma anche perché, prima di darsi anima e corpo alla musica, ha
inanellato una suggestiva quanto bizzarra trafila di lavori che poco si
adattano alla grazia del gentil sesso. Nata in una piccola cittadina del
Nord Est dell'Ontario, la Paradis, prima di fondare i Sulfur City, ha
infatti guidato camion per un'impresa di costruzioni, ha fatto
l'imbianchina e ha pure vissuto un'esperienza da barista. Poi, l'amore per la
musica rock e i continui riconoscimenti acquisiti a livello amatoriale, l'hanno
spinta a crederci con tutte le forze e a strappare un contratto con l'etichetta
Alive. Ad affiancarla in questa nuova avventura, Jesse Legage alla chitarra
elettrica, Steve Smith al basso, Sam King alla batteria e Keith Breit alle
tastiere. Il disco, prodotto da Dale Morningstar (Cowboys Junkies, Neko Case) e
registrato presso i Gas Station Recording Studio di Toronto contiene
undici canzoni di rock blues senza compromessi, che si ispirano, almeno in certi
casi, agli anni '70, ma che riescono comunque a suonare moderno, evocando
gruppi di genere come i Black Keys e i Left Lane Cruiser. Inutile dire che il
valore aggiunto di questa musica, un po’ scontata nei contenuti, è la voce
della Paradis (che si cimenta anche alla electric washboard – strumento a
percussione tipico della tradizione cajun), una che tecnicamente ha ancora da
imparare, ma che per estensione e potenza non ha nulla da invidiare a
colleghe più famose. La ragazza ci da dentro, insomma, scatenando il suo lato
selvaggio e ruggendo di canzone in canzone, mentre inevitabili arrivano alle
nostre orecchie echi di Grace Slick, Patti Smith e Janis Joplin. Talking Loud
è, dunque, un esordio di onesto e grintoso classic rock, da
mettere sul piatto e ascoltare ad alto volume, bevendosi una birra
ghiacciata e senza farsi troppe domande.
VOTO: 6,5
Blackswan, mercoledì 29/06/2016
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