lunedì 29 maggio 2017

IL MEGLIO DEL PEGGIO





Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo.
Silvio, fortissimamente Silvio. E' universalmente riconosciuto: Silvio ha 7 vite come i gatti. All'alba delle 80 primavere e a dispetto dei tanti detrattori che lo avevano seppellito politicamente, l'ex Cavaliere torna in grande spolvero al tavolo da gioco a distribuire le carte. Ancora una volta a dargli lo scettro è il suo più fedele supporter, Matteo Renzi. Con l'imprimatur del neo segretario del PD, Silvio si riappropria, a pieno titolo, del ruolo di padre nobile della politica italiana. La storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi, di luci e di crepuscoli, ma nello strano caso di Berlusconi, le risurrezioni sono decisamente prevalse. Dopo il breve esilio del 2013, anno in cui fu condannato dalla Cassazione per frode fiscale, pareva si fosse celebrato il de profundis per il Caimano di Arcore. "Game over" sentenziava Matteone, in una lunga intervista a "Porta a Porta". Eppure, nemmeno un anno e mezzo dopo, Silvietto varcava le soglie del Nazareno con il patto d'acciaio sotto braccio, tronfio e impettito come un salvatore della patria. Era il 18 gennaio 2014, e da allora Silvio e Matteo, a parte qualche scaramuccia sulla scelta di Sergio Mattarella per la presidenza della Repubblica, non si sono più lasciati. Un amore un po' litigarello tra due personaggi contigui, sodali, complementari nella buona e nella cattiva sorte. Ora che la legge elettorale è divenuta una priorità ineludibile per la governabilità del Paese, ecco che l'antica liaison tra i due si rinfocola al punto da trovare un accordo sul modello alla tedesca, una mossa tattica che lascia intendere l'ipotesi di un governo di larghe intese. Tradotto: un inciucio. L'ennesimo, peraltro. Pensatela come volete, comunque è di nuovo amore con Silvio. E al cuor di Matteo non si comanda.

Cleopatra, lunedì 29/05/2017  

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