Inutile girarci
intorno: Robyn Ludwick è dannatamente brava, una di quelle musiciste che
ascoltata una volta, poi si fa fatica a dimenticare. E viene da domandarsi come
sia possibile che una del suo talento non riesca a imporsi a livello
internazionale con la visibilità che meriterebbe. Seguita in patria (Texas),
dove è apprezzata dalla stampa specializzata e ha portato a casa una manciata
di premi, Robyn è arrivata al suo quinto disco in studio. Esordio nel 2005 con
For So Long e, quindi, un secondo album nel 2008 (Too Much Desire) con cui si è
imposta all’attenzione dei media e si è guadagnata gli elogi dell’autorevole
magazine No Depression. Poi, nel 2011, la svolta con Out Of These Blues,
gioiellino di Texas songwriting, con cui ha definitivamente sfondato nei
circuiti nazionali. Il successivo Little Rain (2014) non ha fatto altro che
confermare gli altissimi standard qualitativi a cui ci aveva abituato nei
capitoli precedenti. Cessata la collaborazione con Gurf Morlix, che aveva
prodotto gli ultimi due dischi citati, la Ludwick (sorella di Bruce e Charlie Robison,
due dei più influenti musicisti della scena texana), si è
affidata per la produzione al marito e musicista John Ludwick (già comparso
nei precedenti lavori come bassista), e si è valsa del
contributo di Rick Richard alla batteria, del polistrumentista Bukka Allen, e del grande David
Grissom (già con Storyville, Mellencamp, Joe Ely) alla chitarra. Piccole
cambiamenti che non spostano di un millimetro il risultato finale, visto che
This Tall To Ride è l’ennesima conferma che ci troviamo di fronte a un artista
coi fiocchi e a una scrittura senza cedimenti. Dieci brani di ballate elettro-
acustiche di americana in salsa texana, appena ricoperte da un velo di
polverosa malinconia, che scorrono fluide, morbide e omogenee. Protagoniste
assolute le chitarre (elettrica, acustica, lap steel) e la voce di Robyn, che sussurra
intimismo o arriva potente al cuore, raccontando storie di vite segnate dal
lavoro e dalla solitudine della routine e di amori consacrati al fallimento.
Non c’è un solo momento che non valga la pena ricordare, ma a voler proprio
indicare gli high lights, mi soffermerei sull’iniziale Love You For It, teso mid tempo che ricorda vagamente alcune cose
di Stevie Nicks, la struggente e notturna Freight
Train, centrata sul perfetto equilibrio fra chitarra acustica ed elettrica,
e Bars Ain’t Closin’, in cui la Robyn
duetta magnificamente col marito John, su una morbida melodia cesellata dal
suono suadente di una pedal steel. Come per i precedenti lavori, anche per This
Tall To Ride potrete spendere paragoni con Lucinda Williams, Tift Merritt,
Sheryl Crow o Rosanne Cash, ma l’esercizio, alla lunga, sarebbe stucchevole e
fuorviante. Robyn Ludwick possiede, infatti, un timbro di voce e uno stile
unico, tanto da farci dire che in Texas, di brave come lei, ce ne sono davvero
poche. Chapeau!
VOTO: 7,5
Blackswan, domenica 20/08/2017
1 commento:
Complimenti - album bellissimo
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