Ci
sono dischi che si recensiscono da soli, che sono talmente specchiati
nella loro linearità, che basta un solo ascolto per tirarne fuori il
succo e trasformarlo in parole. Non significa necessariamente che siano
dischi brutti. Anzi, a volte la prevedibilità, accompagnata da passione e
gagliardia, può dare comunque vita a risultati ottimi. E’ il caso,
questo, del primo disco di Elles Bailey, ventottenne ragazze inglese,
originaria di Bristol, che esordisce dopo anni di gavetta con Wildfire,
album dagli immediati riferimenti, tanto semplici da cogliere che, come
dicevamo, la recensione si fa da sé. Già, perché la ragazza, basta dare
un’occhiata al suo profilo facebook o al suo sito per rendersene conto,
esibisce con orgoglio le sue fonti di ispirazioni, che nascono lontano
dalla terra d’Albione, e per la precisione in terra americana, da cui
Elles attinge la passione per il soul, il rock e il blues. Il blues,
soprattutto, è stato nel destino della Bailey fin dalla tenera età,
quando, a soli tre anni, rimase affetta da una grave forma di polmonite
virale. Una battaglia contro la malattia, vinta con difficoltà, ma
fortunatamente senza strascichi, che le procurò, tuttavia, un prematuro
arrochimento della voce, che fece dire allo specialista che l’aveva in
cura: “Se Elles deciderà di cantare, avrà uno splendido timbro blues”.
Previsione profetica, visto che la Bailey fin da ragazza ha scelto la
strada del canto e ha sviluppato una viscerale passione per il blues.
Oggi il suo sogno si realizza, con un full lenght, Wildfire, registrato
interamente a Nashville, presso i Blackbird Studios e prodotto da Brad
Nowell (da non confondersi con il compianto leader dei Sublime). In
studio, Elles si è portata alcuni dei migliori musicisti del circuito
nashvilliano, tra cui Brent Mason alla chitarra (già vincitore di un
Grammy Award nel 2008), Bobby Wood al piano, Chris Leuzingher alla
chitarra, Mike Brignardello (Lynyrd Skynyrd) al basso e Wes Little alla
batteria. Un ensemble di strumentisti di tutto rispetto per una scaletta
di canzoni dritte e dirette di rock blues ad alto contenuto di energia e
svisate slide (la title track, Same Flame, Shacles Of Love, Let Me Hear You Scream) e ballatoni traboccanti passione soul (Believed In You),
in cui la bella voce di Bailey sa come toccare le corde del cuore. Un
disco cristallino nei propri intenti e nel proprio sviluppo derivativo e
che, senza stupire o inventarsi nulla di nuovo, propone Elles Bailey
come un volto nuovo del rock blues in quota rosa, al pari delle giovani
Layla Zoe e Jo Harman e, perché no, della più affermata Beth Hart.
VOTO: 7
Blackswan, sabato 09/09/2017
1 commento:
noiosa inascoltabile
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