domenica 31 dicembre 2017

EAGLES - HOTEL CALIFORNIA (Asylum Records, 2017)

Per festeggiare i quarant’anni del disco (anche se in realtà sono quarantuno) la Asylum Records ha pubblicato una versione deluxe di Hotel California, composta dalla scaletta originaria, rimasterizzata, e dal live di un concerto tenutosi al Los Angeles Forum nelle serate del 20 e 22 ottobre del 1976, e cioè un mese e mezzo prima della pubblicazione dell’album (che vedrà la luce l’8 dicembre dello stesso anno).
Il disco, che fu un trionfo dal punto di vista commerciale, segna una svolta leggermente più rock nel suono della band grazie alla presenza dell’ex chitarrista dei James Gang, Joe Walsh, che entra nella line up per sostituire il dimissionario Bernie Leadon.
Seppur qualitativamente meno interessante di Desperado (uscito nel 1973), Hotel California è il primo grande best seller della band, che in seguito replicherà il successo commerciale con Eagles Live, doppio dal vivo datato 1980, che praticamente sancirà lo scioglimento di una band ormai al capolinea (The Long Run del 1979 è un’opera registrata per inerzia e priva di mordente e fantasia).  Oltre alla celeberrima title track, leggendario tormentone da balera rock, il disco sciorina un filotto di canzoni formalmente ineccepibili e dal fortunato appeal radiofonico, tra cui spiccano Life In The Fast Lane, Wasted Time e Victim Of Love. Il capolavoro, però, si intitola New Kid In Town, brano che coagula in cinque minuti l’essenza del suono West Coast, raggiungendo la prima piazza di Billboard 100: sole e sabbia, birra ghiacciata e donne bellissime, torpore da calura estiva e un leggero sentore speziato del vicino Messico.
Chi possiede già l’album originale, però, troverà motivo di interesse in questa reissue per il disco dal vivo. Il concerto è registrato meravigliosamente bene, il piglio, a differenza dei lavori in studio, è decisamente più rock, e la sequenza della canzoni è memorabile, a partire dall’incipit di Take It Easy, hit dal primo album della band, firmato da Glenn Frey e Jackson Browne, qui in una versione davvero trascinante. La versione più costosa del cofanetto contiene anche un blu ray, rare foto inedite dell’epoca, una riproduzione del libro del tour e un poster 11x22 pollici.

VOTO: 8





Blackswan, domenica 31/12/2017

sabato 30 dicembre 2017

GRETA VAN FLEET - FROM THE FIRES (Republic, 2017)

Mettete nel lettore From The Fires, prima prova sulla lunga distanza dei Greta Van Fleet. Poi, sedetevi, indossate le cuffie e chiudete gli occhi. Quando parte Safari Song, canzone che apre le danze, è molto probabile che facciate un balzo dalla poltrona, esultando come pazzi per quello che penserete essere un nuovo disco dei Led Zeppelin, ricostituitisi con Jason Bonham dietro le pelli al posto del più famoso papà. Già, perché questi quattro ragazzi americani originari del Michigan sono a tutti gli effetti i nipotini cloni della mitica band capitanata da Robert Plant e Jimmy Page.
Il suono è più o meno lo stesso, declinato forse con un accento vagamente sudista; il cantante Josh Kiszka possiede la medesima predisposizione all’acuto del giovane Plant, con cui condivide estensione e potenza ma, a dire il vero, non la stessa versatilità; i suoi fratelli, Jake e Sam, rispettivamente alla chitarra e al basso, ci danno dentro alla grande e suonano maledettamente bene (il secondo più del primo); e Danny Wagner, che si accomoda alla batteria, è molto probabile che sia cresciuto a pane e John Bonham, perché ne replica il drumming alla perfezione.
Non pensiate, però, di essere di fronte a una sorta di cover band: questi ragazzi, pur esplicitando in modo diretto la loro fonte di ispirazione, riescono a essere credibili, non solo per le indubbie qualità tecniche (che se non possiedi nemmeno ti ci metti a imitare gli Zep), ma anche per la capacità di spostare il tiro verso altri bersagli (in scaletta due cover davvero riuscite: A Change Is Gonna Come di Sam Cooke riletta, ovviamente, in chiave rock, e Meet Me On The Ledge dei Fairport Convention, con l’ottimo drumming in levare di Wagner) e per l’originalità di certi arrangiamenti.
La band di Plant e Page resta comunque la spezia principale delle portate servite dai Greta Van Fleet: la citata Safari Song, che sembra un outtake da Led Zeppelin IV, Flower Power che ha il tocco vagamente folk che attraversava il terzo disco della band britannica, e la radiofonica Talk On The Street che ricorda molto gli Zep a fine carriera (qualcuno ha detto All My Love?), sono la prova provata di un’evidente filiazione. Insomma, se il menu è arcinoto, da parte loro i Greta Van Fleet ci mettono freschezza, l’entusiasmo dei vent’anni e una passione che hanno consentito loro di aggiudicarsi in men che non si dica il Grammy per la miglior band emergente del 2017. Amanti del rock seventies e nostalgici del “martello degli dei” prendete buona nota.
VOTO: 7
Blackswan, sabato 30/12/2017

venerdì 29 dicembre 2017

EMINEM - REVIVAL (Aftermath Records, 2017)

Inutile girarci intorno: i tempi gloriosi, quelli della rabbia vera, quelli di Slim Shady, quelli di The Marshall Mathers LP e di The Eminem Show sono finiti da un pezzo. Oggi, Eminem è una macchina da guerra commerciale e in questi termini ragiona.
Nel bene e nel male, più nel male oserei dire, la formula proposta dal rapper di Detroit è sempre la stessa: nessuna attenzione all’evoluzione del genere, brani dall’appeal radiofonico scontato, campionamenti a gogo e ospitate di lusso che, se da un lato attirano nuovi fans, soprattutto nel pubblico giovane, dall’altro non aggiungono nulla a una narrazione scontata e ripetitiva. Non sfugge a questo assunto anche il nuovo Revival, nono album in studio, che esce ben quattro anni dopo il discreto The Marshall Mathers LP 2: squadra che vince non si cambia, anche a dispetto della qualità del prodotto.
Che Eminem sia ancora uno dei migliori rapper in circolazione è cosa di cui non si può dubitare e basterebbe ascoltare la stupefacente Offended per rendersi conto di essere di fronte a un autentico fuoriclasse: velocità supersonica, scansione metrica e dizione perfette. A parte questa inevitabile e quasi scontata considerazione, il disco però presenta gravi lacune, a partire da una produzione confusa e in certi casi addirittura pacchiana (le colpe sono da ripartire equamente fra Eminem, Rick Rubin, Alex Da Kid e Dr. Dree), e da una scaletta di canzoni non certo memorabile.
Le numerose ospitate non riescono a elevare il prevalente livello di mediocrità del disco e anzi, in alcuni casi, vedasi il duetto con Ed Sheeran in River, producono episodi di una sciatteria e bruttezza sconfortanti. Non brillano per originalità nemmeno i sample utilizzati (Zombie dei Cramberries in Heat e I Love Rock ‘n’ Roll di Joan Jett in Remind Me), ma almeno i brani campionati sono belli quanto basta per rendere accettabile il livello delle canzoni in cui vengono inseriti.
Qualcosa si salva, perché Eminem non è certo l’ultimo degli scappati di casa: la citata Offended è una vera bomba, la conclusiva Arose, pur nel suo sviluppo prevedibile è attraversata da un mood malinconico che non lascia differenti, mentre l’iniziale Walk On Water, in duetto con Beyoncè, possiede una scintillante veste pop e un ottimo interplay fra le parti vocali (il rap di Eminem, in questo caso, è da applausi). Troppo poco, però, per un disco che dura ben settantasette minuti e che, oltre alle vibranti posizioni politiche anti Trump, ha ben poco di nuovo da offrire agli ascoltatori.

VOTO: 5





Blackswan, venerdì 29/12/2017

giovedì 28 dicembre 2017

IL 2017 IN DODICI CANZONI






Mese per mese le canzoni che hanno monopolizzato il mio ipod. Non necessariamente le più belle, non necessariamente appartenenti ai dischi migliori dell’anno: semplicemente quelle alle quali non ho saputo resistere e che, per un motivo o per l’altro, ho ascoltato con una certa insistenza. Ne sono rimaste fuori tante, ma i mesi sono solo dodici e ho dovuto necessariamente fare una scelta.


NOVEMBRE:


ALL IN ONE NIGHT - STEREOPHONICS da SCREAM ABOVE THE SOUNDS





DICEMBRE: 


WALK ON WATER - EMINEM da REVIVAL 





Blackswan, giovedì 28/12/2017

mercoledì 27 dicembre 2017

IL 2017 IN DODICI CANZONI






Mese per mese le canzoni che hanno monopolizzato il mio ipod. Non necessariamente le più belle, non necessariamente appartenenti ai dischi migliori dell’anno: semplicemente quelle alle quali non ho saputo resistere e che, per un motivo o per l’altro, ho ascoltato con una certa insistenza. Ne sono rimaste fuori tante, ma i mesi sono solo dodici e ho dovuto necessariamente fare una scelta.

SETTEMBRE:

TAKE ON ME - A-HA da LIVE FROM MTV UNPLUGGED






OTTOBRE: 

HOLLYWOOD - LEE ANN WOMACK da THE LONELY, THE LONESOME AND THE GONE





Blackswan, mercoledì 27/12/2017