Dopo
vent’anni di carriera, Ana Popovic può guardarsi alle spalle e dirsi
soddisfatta. Dai lontani esordi con la band degli Hush, la cantante e
chitarrista serba ha vissuto una costante e continua crescita, iniziata
con una dura gavetta e uno studio “matto e disperatissimo” sullo
strumento, che l’hanno condotta poi a condividere il palco con stelle di
prima grandezza (Salomon Burke su tutti) e a rastrellare premi e
nomination che le hanno garantito meritata fama e visibilità mediatica.
Che
fosse divenuta una delle più accreditate interpreti al femminile del
genere rock-blues si era definitivamente chiarito con la pubblicazione,
nel 2016, di Trilogy, triplo cd, che conteneva la summa del suo
sapere musicale. Una sorta di zibaldone artistico, dunque, diviso in
tre parti, ciascuna delle quali creata ad hoc per suonare magnificamente
in un diverso momento della giornata (morning, mid-day, night) e che
testimoniava del talento poliedrico della chitarrista, meravigliosamente
a proprio agio sia nelle parti vocali sia quando metteva mano alla
chitarra, una sei corde capace di ricami artigianali ma anche di
sferzanti riff in chiave rock blues.
Un’opera
ambiziosa, monumentale e versatile, che ha proiettato la bella
quarantaduenne in cima a una montagna scalata con determinazione e
fatica. E’ questo il senso e il contenuto del nuovo Like It On Top,
un disco che celebra tutte le donne che hanno superato avversità e
ostacoli per raggiungere i vertici di una professione e che ora possono
guardare il mondo dall’alto in basso (la copertina dell’album in tal
senso è assai esplicita).
Un
lavoro, dunque, dedicato al presunto “sesso debole” che ce l’ha fatta, a
quelle ragazze che prendono iniziativa, sviluppano, ispirano e motivano
le altre, ma anche a quegli uomini che sono motivati ??e illuminati
abbastanza da supportare le donne nella ricerca della migliore versione
di se stesse. Non a caso, il primo singolo, la title track Like It On Top,
sottolinea che dietro ogni donna forte e di successo c'è un uomo che
comprende l'importanza di avere donne come leader nella società, mentre
il brano finale, la dolce Honey I'm Home dà voce a un numero
sempre crescente di famiglie, in cui gli uomini abbandonano la propria
carriera per sostenere la carriera della propria compagna. “Spero che la mia musica - dice infatti Ana - ispiri
gli altri a motivare le donne di tutto il mondo a essere donne di
successo, energiche e determinate a perseguire i propri obiettivi in una
missione e a motivare gli uomini a dare loro questa possibilità”.
Il
disco, registrato a Nashville e prodotto dal quattro volte vincitore di
un Grammy, Keb’ Mo’ (anche coautore di nove delle dieci canzoni in
scaletta), vede la partecipazione di Kenny Wayne Sheperd (sua l’unica
cover, Sexy Tonight, in cui si esibisce in gran bel solo) e di Robben Ford (chitarrista nella title track e in Slow Dance), ma nonostante lo sfoggio di mezzi e le ospitate di lusso, Like It On Top, suona come un esercizio di stile o poco più.
Non
si discute certo la bravura di Ana, dotata di mezzi e duttilità sia
quando si cimenta alla voce che alla chitarra, e il disco, sarebbe folle
il contrario, è suonato benissimo ed è ottimamente arrangiato. Ma
queste dieci canzoni, a trazione prevalentemente funky, suonano troppo
patinate e compassate, per trasmettere vera emozione. Non c’è una
sbavatura, insomma, ma se il calderone di Trilogy ribolliva di
sentimento e di passione, questa nuova fatica suona invece come l’opera
del fuoriclasse che, consapevole della sua autorevole dimensione, non ha
più nulla da chiedere da se stesso. Perché il top, la cima, spesso è
sinonimo di pancia piena e viatico per l’imborghesimento.
VOTO: 6
Blackswan, lunedì 17/09/2018
2 commenti:
Incredibile! L'avevo persa di vista. Pensa che la vidi dal vivo esattamente 10 anni fa a Bertinoro (concerto strepitoso) e scrissi uno dei primissimi post agli albori della teiera.
primadopo.blogspot.com/2008/07/ana-popovic-in-concerto-il-2707.html
Beh, anche se la recensione non sprizza entusiasmo, lo ascolto di sicuro!
@Lucien: Lei è bravissima, ma questo disco è un pò troppo patinato per i miei gusti. Gli album precedenti, invece, sono davvero molto belli.
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