mercoledì 20 febbraio 2019

THE KENTUCKY HEADHUNTERS - LIVE AT THE RAMBLIN' MAN FAIR (Alligator, 2019)

Per gli amanti del southern rock, i Kentucky Headhunters sono una sorta di istituzione, un marchio di fabbrica che in trent’anni di carriera (ma sono stati attivi fin dagli anni ’70 sotto l’egida Itchy Brothers) ha tenuto la schiena dritta, mantenendo vivo con genuina coerenza un suono, onorato da undici album in studio (il loro esordio del 1989, Pickin’On Nashville gli è valso pure un Grammy) e un paio di dischi dal vivo, tra cui, appunto, questo Live At The Ramblin’ Man Fair, testimonianza del primo tour europeo, resa, nello specifico di questo concerto, in un festival tenutosi in terra d’Albione.
Line up agguerritissima, con Richard Young alla ritmica, il fratello Fred a maltrattare le pelli, Doug Phelps a randellare il basso, e Greg Martin a darci dentro con la solista e la slide, per un repertorio solidissimo, che vede in scaletta, oltre a brani originali, anche tre cover.
La prima, Big Boss Man, presa dal repertorio di Jimmy Reed, apre le danze, infiammando la platea e cavalcando tonnellate di ruvidissimi decibel, la seconda, Have You Ever Loved a Woman?, torrido blues preso in prestito da Freddie King, e, quindi, posta a chiusura del live act, la rilettura di Don’t Let Me Down dei Beatles, che sfocia in una corale e definitiva Hey Jude.
In mezzo, una scaletta di rock blues sudista e sudato, con canzoni scalpitanti, rocciose e rumorose, che danno vita a un concerto inconsistente dal punto di vista dell’imprevedibilità, ma che si gioca le carte migliori nel tiro incrociato (e infuocato) delle chitarre e in un approccio verace e sanguigno.
A chiusura del cd, tre tracce in studio, registrate nel 2003, che ripropongono il piatto forte della casa, cucinato, questa volta, con la partecipazione del grande Johnnie Johnson, leggendario pianista braccio destro di Chuck Berry, e noto, altresì, per aver suonato con tutti i migliori interpreti del genere, tra cui John Lee Hooker e Buddy Guy.
Disco potente, vibrante e ad altissimo contenuto alcolico, da ascoltare a tutto volume, mulinando un’immaginaria air guitar fino allo stremo. Per fan e appassionati.

VOTO: 7





Blackswan, mercoledì 20/02/2019

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