La
cosa più bella di ascoltare centinaia di dischi e scrivere di musica è
il piacere della scoperta, di individuare artisti meritevoli, magari
alle prime armi, e poterli condividere con chi legge, dando visibilità a
progetti meritevoli di interesse.
E’
il caso di questo disco d’esordio firmato Holy Hannah!, moniker sotto
il quale si cela Hannah Von Der Hoff, chitarrista e cantante originaria
di Minneapolis, principale città del Minnesota. Hannah ha iniziato a
suonare a diciotto anni, traendo passione e ispirazione dalla
discografia di mamma e papà, e lentamente si è formata un proprio stile,
militando in band della zona e suonando prima nel circuito delle Twin
Cities, per ampliare poi progressivamente il suo raggio d’azione.
E’
stato solo nel 2016, però, che ha creato un trio insieme a Aaron
Silverstein (Mae Simpson Band) e al chitarrista jazz Andrew McManimon
(Upeksha) in veste di bassista, che di recente ha chiamato Holy Hanna!
Registrato al Brown Bag Studios di Minneapolis, e prodotto e mixato da
Tony Schreiner, questo esordio ha il classico tiro da power trio, anche
se intorno alla band sopra descritta ruotano diversi musicisti che hanno
partecipato alla realizzazione di alcune canzoni: Jeremy Ylvisaker
(Andrew Bird, Jenny Lewis, Justin Vernon, Haley) nella prima traccia del
disco (K.I.S.S. Method), Patrick Harison alla pedal steel in Brick House, Zack Lozier alla tromba in Ego Burn e Garrett Neal, Rhodes & B3 Organ in Pick Your Poison.
Holy Hannah!
pero’ non è il solito disco di rock blues, che comunque rappresenta una
buona fetta della proposta, dal momento che il repertorio della
chitarrista è assai vario e spazia in generi diversi.
Lust/Love è un brano potentissimo e sensuale dagli echi hendrixiani, Hot Minute si avventura con successo nel territorio fusion, tra funk, rock e echi jazzati, Ego Burn è un blues conturbante aperto da un bel suono di tromba, Pick Your Poison è una ballata blues a lenta combustione, Get A Grip! e Emerald City sono derapate garagiste che viaggiano velocissime e lasciano senza fiato. Chiude la scaletta Sunday Afternoon
dalle morbide atmosfere jazz cesellate dalla Von Der Hoff, che in
solitaria, con voce e chitarra, dimostra tutto il suo talento.
Ci
sono parecchi elementi di pregio in questo esordio: una giovane ragazza
che non lesina nulla in termini di pathos e sudore, e un approccio
scarno, verace e potente, a cui però fa da contraltare una band che, pur
badando all’essenziale, sta sugli strumenti con ottime capacità
tecniche. Da parte nostra, oltre ad augurare a Hannah un luminoso
futuro, suggeriamo caldamente a tutti di ascoltare questo disco, sicuri
che saprà conquistarvi.
VOTO: 7
Blackswan, venerdì 25/10/2019
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