Se
vi piacciono il rock e la chitarra elettrica, se avete bisogno di uno
scossone per svegliarvi al mattino o una generosa carica di adrenalina
per caricarvi in vista della serata, segnatevi il nome di Laura Cox e
ascoltate questo disco. Vi esorto a farlo, non perché me ne venga in
tasca qualcosa, ma perché Burning Bright è pronto per essere la new
sensation rock del 2019 e Laura Cox uno dei nomi di cui ci si ricorderà
in futuro.
Non
è un caso, infatti, che questa ragazza parigina, nonostante si muova in
un circuito lontano da quello anglosassone, sia riuscita a far
circolare con insistenza il suo nome fra gli appassionati, guadagnandosi
milioni di visualizzazioni sul suo canale Youtube e vendendo con il suo
esordio, Hard Blues Rock del 2017, più di diecimila copie nella sola
Francia. Ora la Cox, con un paio di anni in più di concerti ed
esperienza sulle spalle, si prepara al grande salto, complice anche una
band di musicisti cazzuti assai: Mathieu Alblac alla chitarra, François
C. Delacoudre al basso e Antonin Guérin alla batteria, tutti bravissimi a
corroborare l’istinto feroce della giovane cantante e chitarrista.
Le
dieci canzoni di Burning Bright racchiudono le passioni musicali di
Laura, la quale definisce il proprio stile come Southern Hard Blues: il
piatto forte della casa è composto da classic rock, hard rock e blues,
le cui fonti di ispirazione, non serve sbattersi troppo, sono facilmente
individuabili. Eppure, la Cox, nonostante siano evidenti i rimandi
stilistici, possiede una freschezza forgiata nell’acciaio inossidabile
della giovinezza e della gagliardia. Questa, infatti, è musica
arrembante, che guarda dritta negli occhi l’ascoltatore prima di
prenderlo a sportellate. Non è un disco di suoni estremi, certo, ma
l’impatto sonoro resta devastante. Rock in purezza, verrebbe da dire,
potente e diretto, che si ispira ai grandi classici, ma che sa picchiare
duro con un arsenale nuovo di zecca.
Non
mancano anche momenti più rilassati, e ballate come Just Another Game,
dagli afrori sudisti, o la conclusiva, più ruvida, Letters To The
Otherside, dimostrano che la Cox, sotto la scorza da rocker, conosce
anche il sapore della dolcezza. Il meglio, però, la giovane e bella
francesina lo dà quando pigia il piede sull’acceleratore, sgommando
senza ritegno. La rincorsa dell’iniziale Fire è un bel biglietto da
visita: riff urticante, voce che graffia, ritornello a presa immediata e
un assolo da far strabuzzare gli occhi. La successiva Bad Luck Blues
getta nuova benzina al fuoco, grazie a un riff zeppeliniano e a
continue, vibranti ripartenze. E a parte i due brani citati prima, è
davvero poco il tempo concesso all’ascoltatore per rifiatare: si fila
via dritti come fusi attraverso il groove funky di Freaking Out Loud, al
caracollante hard rock blues di As I Am, devastata nel finale da una
furia cieca e incontenibile, o alle ruvidezze southern dell’intensa
River.
Prodotto
da Howie Weinberg (Aerosmith, Oasis, The White Stripes), Burning Bright
è un disco di grande impatto fisico, pervaso da una vitalità a tratti
debordante, e possiede tutte le carte in regola per ravvivare quel sacro
fuoco del rock che, oggi, spesso, sembra aver perso il calore di un
tempo. Chapeau!
VOTO: 7,5
Blackswan, sabato 16/11/2019
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