Mentre il senatore di Rignano sull'Arno, tra una stoccata e l'altra
all'esecutivo, fa scouting a destra, sinistra e in Forza Italia,
l'altro Matteo assume sempre più le sembianze di Mr.Wolf. Il premier in
pectore Salvini non ha perso occasione di tenere un comizietto (con
tanto di selfie in una Piazza San Marco letteralmente allagata) nella
martoriata Venezia, alle prese con la devastazione provocata dall'acqua
alta. Come è triste Venezia, cantava Charles Aznavour.
Ancor più
triste, aggiungo, lo è per via di altre calamita' naturali come la
visita di Silvietto in galosce assieme a Renato Brunetta con i soliti
proclami sull'urgenza di completare il Mose e l'invettiva contro i 5
Stelle, oppositori per definizione delle opere pubbliche in genere.
Tutto come da copione. Peccato che per il Mose, a causa di ruberie di
ogni sorta, sono stati condannati due governatori del centrodestra. Ma
queste sono inezie per Silvietto.
Come lo sono per il Capitano Salvini,
il quale approfittando della ghiotta ribalta, lancia slogan a spron
battuto:" Invece di dare 3 miliardi a chi usa la carta di credito
anziche' i contanti, mi auguro che l'intero Parlamento si unisca a
sostegno dei popoli di Venezia, Pellestrina, Matera, Altamura e di tutte
le persone che in una notte hanno perso i risparmi di una vita. ..Il
Mose va finito". A parte le proposte concrete che il Capitano avrebbe in
serbo per il funzionamento di un'opera rivelatasi inservibile per il
deterioramento causato da corrosione, mi domando se sia ancora
tollerabile che nel terzo millennio ci si trovi a investire
sull'emergenza e non sulla prevenzione. La dura verità e' che forse non
meritiamo un tesoro inestimabile come l'Italia che non sappiamo ( o non
vogliamo) proteggere. Intanto, si continua a coltivare il proprio
orticello e tutto il resto vien da se'.
Cleopatra, lunedì 18/11/2019
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