In questi tempi connotati dall’indiscutibile ascesa di Matteo
Salvini e dall’ormai inarrestabile declino dei 5 Stelle, assistiamo,
quasi inebetiti, a una rozzezza nei toni e nel linguaggio come se
vivessimo nella consapevolezza di trovarci a un punto di non ritorno.
Non c’è dubbio che l’ex Cavaliere ci aveva abbondantemente svezzato a
suon di siparietti e barzellette da cinepanettone, ma è pur vero che
l’era dei social media ha avuto un effetto dirompente nella
comunicazione dei politici al punto da sovvertire i canoni del fare
campagna elettorale.
Se da una parte Silvietto presenta la propria candidata alla presidenza della regione Calabria come “una donna con tanti difetti e che non gliel’ha mai data”, Matteo Salvini, in diretta Facebook, si improvvisa in veste di un personaggio dello staff delle Jene e circondato da un gruppo di ridanciani supporter citofona a una famiglia tunisina domandando: “Scusi, lei spaccia?”. Ci mancava un ex ministro della Repubblica italiana che si traveste da giustiziere, scimiottando il Gabibbo. Scene di ordinaria follia se si pensa ai politici di una volta. Eppure gli episodi incresciosi si susseguono. In occasione della morte di Kobe Bryant, Salvini non perde l’occasione ghiotta per fare propaganda a suo modo:” Un pensiero commosso e un abbraccio alla sua famiglia. "26gennaio iovotolega#BorgonzoniPresidente”.
Se da una parte Silvietto presenta la propria candidata alla presidenza della regione Calabria come “una donna con tanti difetti e che non gliel’ha mai data”, Matteo Salvini, in diretta Facebook, si improvvisa in veste di un personaggio dello staff delle Jene e circondato da un gruppo di ridanciani supporter citofona a una famiglia tunisina domandando: “Scusi, lei spaccia?”. Ci mancava un ex ministro della Repubblica italiana che si traveste da giustiziere, scimiottando il Gabibbo. Scene di ordinaria follia se si pensa ai politici di una volta. Eppure gli episodi incresciosi si susseguono. In occasione della morte di Kobe Bryant, Salvini non perde l’occasione ghiotta per fare propaganda a suo modo:” Un pensiero commosso e un abbraccio alla sua famiglia. "26gennaio iovotolega#BorgonzoniPresidente”.
Poco importa se i guru della comunicazione salviniana sono corsi ai
ripari cancellando l’infelice tweet per problemi tecnici. E neppure sul
Coronavirus ci risparmia: “Confermati i primi 2 casi di Coronavirus in
Italia...E poi eravamo noi a essere speculatori e catastrofisti.
Frontiere aperte, incapaci al governo.” Insomma, tutto fa brodo in
questa politica di follower e di like senza filtri né’ contraddittorio.
La verità è che siamo approdati nell’era globale di influencer di ogni
specie e grado in cui la eccessiva personalizzazione ci consegnerà uno
spettacolo sempre più squallido di incompetenza da cui nessuno potra’
chiamarsi fuori.
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