Dai,
dite la verità: eravate preoccupati che Joe Bonamassa non avesse ancora
pubblicato un disco nel 2020, lui, che solitamente, ne sforna con
regolarità tre o quattro all'anno. E invece, proprio quando cominciavamo
a temere un blocco creativo, ecco che il chitarrista di Utica ricompare
con una band dal nome strambo e un progetto musicale nuovo di pacca.
Niente
a che vedere con quanto pubblicato finora, anche se qualche affinità
con i Rock Candy Funk Party volendo si può anche trovare: Easy To Buy, Hard To Sell
si tiene lontano da territori rock blues e fusion a cui eravamo
abituati, e si distanzia ancor di più dalle sonorità hard rock dei Black
Country Communion.
Il
disco, infatti, è interamente strumentale e nasce come un omaggio Danny
Gatton, che è stato il mentore di Bonamassa e un chitarrista che molti
considerano tra i migliori e, nonostante ciò, tra i più sottovalutati al
mondo. Gatton aveva solo quarantanove anni quando, nel 1994, si
suicidò, proprio nel momento in cui la sua musica stava iniziando a
essere conosciuta da un pubblico più vasto, ed è fuor di dubbio che
molta della sua arte sia stata assorbita dal giovane Bonamassa.
Come
Gatton, che frequentava generi diversi, quali jazz, country, surf,
rockabilly e, ovviamente, blues, anche Bonamassa non si è mai posto
limiti, e ha esplorato svariati territori, militando nei citati Black
Country Communion, lavorando con la cantante soul Beth Hart e
rilasciando svariati dischi solisti sempre in bilico fra rock e blues.
Evidentemente, l'esuberanza creativa di Bonamassa l'ha portato a fare un
ulteriore passo di lato, a smarcarsi dalla sua storia, per provare a
rendere omaggio al suo maestro con un disco che suona decisamente
differente.
Per
riuscire nell'intento, ha creato gli Sleep Eazys, band composta
principalmente da vecchi compagni d'avventura, come il batterista Anton
Fig, l'ex tastierista dei Double Trouble Reese Wynans e il bassista
Michael Rhodes. Le nove canzoni in scaletta (per una durata di circa trentacinque minuti) sono tutte cover, la maggior parte delle quali sconosciute ai più.
Bonamassa e i suoi Sleep Eazys partono a mille con lo swing assassino dell'iniziale Fun House, proprio a firma Danny Gatton, si immergono negli anni '60 con il tema di James Bond Al Servizio di Sua Maestà (Bond) e con la sigla di Hawaiian Eye, serie Tv statunitense, qui riletta con piglio quasi surf garage, cavalcano gagliardi rock'n'roll con una cover tiratissima di Polk Salad Annie
di Tony Joe White (il brano più noto in scaletta) e guardano in faccia a
un mostro sacro come Frank Sinatra con la languida ballata conclusiva It Was A Very Good Year.
Bonamassa si prende i suoi spazi senza però prevaricare sulla band, e il lavoro di squadra prevale sull'indubbia
tecnica di tuti i protagonisti. Il risultato finale è un disco che
condensa vibrante energia e un palpabile e diffuso senso di leggero
divertissement. Bravo Joe!
VOTO: 7
Blackswan, domenica 26/04/2020
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