La fredda Svezia è da sempre la patria di una scena musicale variegata e interessantissima, che, per buttare sul piatto qualche nome, ha visto la nascita degli Abba (autentica istituzione della dance e del pop), di grintose band di classic rock (Blues Pills), di scatenati gruppi garage (The Hellacopters) e di potentissime armate metal (In Flames, Dark Tranquillity, Heat, etc.). Non è strano, quindi, che da questo ribollente magma sonoro, ci sia stato anche spazio per una figura come quella di Rebecka Tornqvist, raffinata cantante e musicista, che ha saputo ridestare interesse, negli anni ’90, verso un genere per troppo tempo rimasto sotto traccia.
Con il suo suono sofisticato e jazz, A Night Like This (1993) ha, infatti, rappresentato una grande svolta sia per Rebecka Törnqvist, che da questo momento in avanti viene considerata uno dei nomi caldi del panorama musicale svedese, che per un genere, quello del jazz declinato con accenti pop, allora privo di seguito e attenzione mediatica. Un disco d’esordio uscito quando la cantante era già ventinovenne, e che vede l’avvicendarsi in sala di registrazione di gran parte dell'élite jazz svedese, inclusi nomi come Per "Texas" Johansson, Anders Widmark, Esbjörn Svensson e Pål Svenre (che ha anche prodotto l'album insieme a Törnqvist). Molti di questi musicisti, come Johansson, sarebbero diventati famosi in pochi anni anche al di fuori dei circoli jazz, ma furono la Törnqvist e questo album in particolare ad essere stati cruciali per dare inizio all'ondata di cantanti jazz femminili degli anni '90 in Svezia (si pensi a Viktoria Tolstoy, che irromperà sulle scene l’anno successivo).
Nonostante ciò che ha significato per la popolarità generale del jazz in Svezia, A Night Like This suona più come un ibrido, un lavoro a metà strada tra jazz e pop: nel complesso, se la strumentazione e il suono sono jazz, l'approccio alla melodia e al ritornello di facile presa è decisamente più pop. Ne esce così un disco variegato, colorato e sensuale, che apre la porta del successo commerciale al jazz-pop svedese, anche se gran parte della scena alla fine degli anni '90 diventò piuttosto annacquata e meno strutturata tecnicamente. La Törnqvist, però, si è sempre distinta per l’ottima qualità di scrittura e per il timbro vocale unico, elementi questi, che fanno di A Night Like This un gioiellino da riscoprire.
A metà strada fra classicismo e modernità, la scaletta si muove attraverso fumose atmosfere notturne da jazz club e momenti più pimpanti e addirittura ballabili, tutti declinati con la raffinata eleganza formale e l’appassionato cromatismo di chi conosce a fondo la materia e sa gestirla con disinvoltura.
L’iniziale Mary, Mary scivola morbidissima, tra volute smooth jazz, dalle parti di Sade Adu, i ritmi latini dell’irresistibile Easy Come, Easy Go spingono verso il dancefloor, il tocco intimo e malinconico di Here’s That Rainy Day è perfetto per accompagnare il bicchiere della staffa mentre fuori inizia ad albeggiare, il pop di Molly Says cammina un metro da terra avvolto da un vaporoso arrangiamento d’archi, One Hour Drive è un tuffo nel passato confezionato da sfavillanti fiati, mentre la conclusiva I’ll Wait possiede un french touch spazzolato e nostalgico.
A Night Like This è un disco in cui la forma diviene sostanza, elegante e raffinato, eppure mai freddo o pretenzioso. La bravura di questa notevole interprete e songwriter è stata quella di collocarsi in una terra di mezzo fra colto e popolare, di parlare un linguaggio alto che fosse però comprensibile a tutti, di avvicinare il jazz alle masse, rendendolo accessibile, senza tuttavia tradire l’essenza di questa musica generalmente destinata a una elite. Un esordio sorprendente, che aprirà alla Tornqvist le porte della popolarità e del successo commerciale, bissato, due anni dopo, con Good Thing, disco di platino e vincitore in patria di un Grammis, l’equivalente svedese dei Grammy Award.
Blackswan, mercoledì 12/05/2021
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