venerdì 12 novembre 2021

SKINNY LOVE - BON IVER (Jagjaguwar, 2007)

 


La genesi di For Emma, Forever Ago, album d’esordio di Justin Vernon, al secolo meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di Bon Iver, è di quelle che restano impresse nella memoria, una storia che sembrerebbe quasi la trama di un romanzo. Anzi, togliamo il quasi, visto che alla figura del musicista originario del Wisconsin, lo scrittore americano Nikolas Butler (che di Justin Vernon fu compagno di scuola) ha ispirato il suo romanzo d’esordio, Shotgun Lovesong (2014), struggente racconto di amicizia ambientato nella cornice rurale del Midwest.

E’ il 2006, quando Justin Vernon si trasferisce in un capanno isolato di proprietà del padre, nella contea di Dunn, nel Wisconsin. Una vera e propria fuga dal mondo e dalla propria vita che va a rotoli, per cercare di ritrovare se stesso, la bussola e la direzione da prendere. La solitudine come antidoto al veleno esistenziale che lo stava portando a cronicizzare un’esiziale depressione: una relazione importante finita malissimo, lo scioglimento della band in cui militava (DeYarmond Edison) e i postumi di una grave forma di mononucleosi. E’ in questo contesto agreste, in questo capanno isolato dal mondo, che Vernon scrive, registra e suona tutte le canzoni che compongono il primo album sotto l’egida Bon Iver: For Emma, Forever Ago.

Skinny Love è la terza traccia del disco e probabilmente la canzone più conosciuta e popolare del songwriter americano, grazie anche a una cover che, del brano, nel 2011, fece la cantante britannica Birdy, riaccendendo così l’attenzione mediatica intorno alla storia di Vernon e ai suoi patimenti di cuore.

Un testo struggente, che analizza con mestizia un amore agli sgoccioli, anzi, un amore magro, come recita il titolo stesso della canzone.

Come on, skinny love, just last the year
Pour a little salt, we were never here
My, my, my, my, my, my, my, my
Staring at the sink of blood and crushed veneer
I tell my love to wreck it all
Cut out all the ropes and let me fall
My, my, my, my, my, my, my, my
Right in this moment, this order’s tall

L’idea è quella di rappresentare il rapporto amoroso con fattezze fisiche: un amore diventato magro, senza più peso, al limite della consunzione. L'amore magro non ha alcuna possibilità di sopravvivere perché è malnutrito, anche se Vernon spera che duri un po' di più, almeno per il resto dell'anno, e spera che versando del sale, le sue proprietà curative possano aiutare a guarire la ferita di questa relazione terminale. Le speranze sono, però, al lumicino, e visto che la fine è certa, allora è meglio chiudere subito: “taglia tutte le corde e lasciami cadere” è l’invocazione alla propria amante, la preghiera di rinunciare a tutto, subito, senza attendere l’inevitabile.  

“And I told you to be patient
And I told you to be fine
And I told you to be balanced
And I told you to be kind
And in the morning I’ll be with you
But it will be a different kind
And I’ll be holding all the tickets
And you’ll be owning all the fines”

Il ritornello mostra Vernon come un amante estremamente prepotente ed esigente, che dice alla sua donna come si sarebbe dovuta comportare per non far finire la loro storia. Un storia ancora viva (“And In The Mornig I’ll Be With You”) ma ormai irrimediabilmente compromessa (“But I Will Be A Different Kind”). Sono parole aspre, livide, gonfie di recriminazione e di rabbia. 

Come on, skinny love, what happened here? Suckle on the hope in light brassiere”. Con questi versi, Vernon si interroga sulle cause che hanno portato alla fine del rapporto e, per converso, si sta ancora aggrappando a questo amore ormai in disarmo, evocando l’intimità fisica di un reggiseno, come oggetto famigliare che possa riaccendere la speranza. Non c’è futuro, però, e i giorni della felicità sono un ricordo lontanissimo.

Così, il ritornello si ripete uguale, ma con gli ultimi quattro versi modificati (“And now all your love is wasted, And then who the hell was I? And I’m breaking at the britches, And at the end of all your line”), in cui Vernon fa i conti con la propria anima e si domanda se tutto l’amore che ha ricevuto e che sta cadendo a pezzi, esattamente come i suoi pantaloni, non sia andato irrimediabilmente sprecato.

“Who will love you?
Who will fight?
Who will fall far behind
?” 

Il verso finale della canzone è abbastanza ambiguo, in quanto non è chiaro se queste siano domande che Vernon sta ponendo a se stesso o alla sua amata. Se rivolte a se stesso, potrebbero rappresentare l'inizio del periodo di rottura e il lutto per la relazione finita; se, invece, sono dirette alla sua donna, il senso potrebbe essere quello dello smarrimento, sarebbero domande retoriche che stanno a rappresentare un vuoto che nessun altro potrà mai colmare.

 


 

Blackswan, venerdì 12/11/2021

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