martedì 20 febbraio 2024

CLAIRE KEEGAN - PICCOLE COSE DA NULLA (Einaudi, 2022)

 


Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d'Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall'altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l'uno con l'altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com'erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?».

Su queste pagine abbiamo già raccontato Un’estate, romanzo breve a firma Claire Keegan, un autentico gioiello di stile, sensibilità e introspezione, che ha acceso in chi scrive il desiderio di conoscere quanto più possibile pubblicato dalla cinquantaseienne autrice irlandese. Era inevitabile, quindi, approcciarsi a questo Piccole Cose Da Nulla, secondo romanzo pubblicato in Italia da Einaudi nel 2022 (l’opera è dell’anno precedente), e opera che ha ravvivato ulteriormente quello che, per il sottoscritto, è ormai devozione conclamata.

Un’inutile prolusione, questa, e me ne scuso, solo per dire che davvero ci troviamo di fronte a uno dei casi editoriali più interessanti degli ultimi anni, e che, se avete amato il romanzo precedente, perderete la testa anche per queste novanta pagine, a dir poco perfette. Less is more, direbbero gli inglesi, e mai come in questo caso avrebbero ragione, perché la Keegan ha l’indubbia capacità di condensare in poche righe un intero mondo, di essere profonda, usando un linguaggio semplice, diretto, quello fatto di parole, per parafrasare Hemingway, che valgono solo un centesimo, e di scandagliare l’animo umano attraverso immagine talmente vivide, da trasformare il lettore in un muto spettatore del dipanarsi della trama. Hic et nunc.

Anche questo Piccole Cose Da Nulla è ambientato nella provincia irlandese e negli anni ’80, in un mondo antico solo sfiorato dalla civiltà capitalista, in cui artigiani, contadini e piccoli imprenditori sono il motore economico della società, in cui pochi privilegiati si muovono in un contesto di sussistenza, mentre la povertà è pronto a bussare alla porta di chi sgobba per mantenere la propria famiglia, e il baratto e l’aiuto caritatevole fanno la differenza tra l’abisso e la sopravvivenza.

Bill Furlong è un uomo semplice e timorato di Dio, figlio illegittimo di una cameriera e cresciuto grazie alla bontà di una donna ricca, che l’ha accolto nella propria casa, nutrendolo ed educandolo. Vende carbone, Furlong, e lavora come un somaro per mantenere la sua numerosa famiglia. Un giorno, un giorno come tanti, mentre porta un carico di carbone al convento della cittadina in cui vive, scopre una giovane ragazza rinchiusa nella carbonaia. E il suo piccolo mondo, fatto di casa, chiesa e lavoro, inizia a vacillare. Perché quella ragazza, sporca e infreddolita, gli apre gli occhi sull’orrore delle Magdalene Laundry, apparentemente istituti per il recupero di giovani donne “difficili”, in realtà, veri e propri luoghi di segregazione e sfruttamento del lavoro, nei quali, si scoprirà successivamente, si attuò una sistematica carneficina, il cui computo dei morti, ragazze e neonati, non si è ancora oggi concluso.

Inizia, così, per Furlong un percorso di consapevolezza, che lo porterà, a dispetto delle conseguenze, a fare la scelta giusta. Una decisione difficile, che avrà inevitabili ripercussioni e che lo sottoporrà al giudizio di una società ipocrita, bigotta, in cui la fede in Dio prende spesso le sembianze di un do ut des con l’istituzione ecclesiastica. Così, Furlong, da uomo remissivo e tranquillo, diventa un piccolo grande eroe, che antepone al proprio tornaconto la pietas, che è sincera fratellanza e amore per il prossimo. Viene in mente, a tal proposito, quella meravigliosa poesia del grande poeta greco, Costantino Kavafis:

Arriva per taluni un giorno, un’ora
in cui devono dire il grande Sì
o il grande No. Subito appare chi
ha pronto il Sì: lo dice e sale ancora

nella propria certezza e nella stima.
Chi negò non si pente. Ancora No,
se richiesto, direbbe. Eppure il No,
il giusto No, per sempre lo rovina.

Ci vogliono molta forza e molto coraggio per saper dire di no, quando gli altri forse si aspetterebbero diversamente, quando la società ci vuole piccoli ingranaggi in un meccanismo ben oliato, quando il buon senso ci imporrebbe di tenere la testa bassa, e tacere, complici per convenienza. Furlong, però, non ci sta, ascolta la sua voce interiore e si ribella. La Keegan lo prende per mano e lo accompagna in questo percorso di redenzione, lo stesso che, seppur accidentato, percorrono tutte quelle persone che, quotidianamente, rinunciano a qualcosa di se stesse, per non rinunciare alla propria anima. E hanno il coraggio di dire, di gridare: no! Contro ogni logica.

 

Blackswan, martedì 20/02/2024

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