sabato 24 maggio 2014

PERCHE’ VOTERO’ MOVIMENTO 5 STELLE







Perché "populismo" è la parola che il potere usa per infangare la verità;

Perché "garantismo" è la parola che il potere usa per coprire indagati, processati, condannati, pregiudicati, mafiosi, corrotti, bancarottieri, tangentisti e malversatori che non sarebbero degni nemmeno di vivere ai margini di un consesso civile e invece entrano nei partiti e siedono in parlamento grazie al loro carico di voti di scambio (reato, le cui pene sono state ridotte, guarda caso, dal governo Renzi);

Perché la legalità è un tema irrinunciabile, e PD, PDL e NCD hanno più malfattori fra le loro fila che Grillo capelli in testa;

Perché al governo con Giovanardi e Formigoni ci state voi. Io ho schifo;

Perché con un pregiudicato non si fanno né le riforme né la legge elettorale;

Perché senza il PD, Berlusconi sarebbe già sparito da più di un decennio;

Perché senza M5S, col cazzo che Renzi autorizzava l’arresto dei suo fido scudiero, Francantonio Genovese;

Perché #enricostaisereno è il biglietto da visita di un traditore che non vorrei mai fra le mie cerchie di amici, figuriamoci al governo;

Perché Renzi non l’ha votato nessuno;

Perché sono stufo di morire democristiano;

Perchè voglio farmi un bidet col fiscal compact;

Perché serve qualcuno che spieghi a Napolitano l’esistenza della Costituzione e quel risibile particolare che in democrazia i governi si legittimano tramite elezioni;

Perché serve qualcuno che spieghi a Napolitano che è stato eletto per fare il Presidente della Repubblica Italiana, e non il manutengolo della BCE;

Perché i rimborsi elettorali (aboliti da anni tramite referendum) sono una truffa ai danni del popolo italiano e gli unici che non li prendono, guarda un po’, sono i parlamentai del M5S;

Perché se giochi a calcio e afferri la palla con le mani, la prima volta ti ammoniscono e la seconda ti espellono; così è sacrosanto che chi non rispetta un programma che ha sottoscritto venga cacciato fuori a calci nel culo dal movimento (previa triplice votazione). Problema che nel PD e nel PDL non si pone, visto che sono due partiti che vivono per masse irreggimentate (vedasi, uno per tutti, Civati, che fa lo splendido e poi le porcate le vota tutte);

Perché i soldi ai giornali, quasi tutti marchette del potere, sono un insulto a chi non ha lavoro;

Perché il TAV è una bufala pazzesca che sta distruggendo un ecosistema e la vita di migliaia di persone;

Perché l’EXPO, così come è stata strutturata, è una mangiatoia per partiti e (im)prenditori il cui scopo non è rilanciare l’economia italiana ma gettare colate di cemento senza costrutto, piagando una periferia che avrebbe bisogno di verde e non ancora di smog e casermoni (vi invito volentieri da queste parti a guardare lo sfacelo);

Perchè il reddito di cittadinanza non è solo un concetto di sinistra e una conquista civile, ma anche la cartina di tornasole del progresso raggiunto da una nazione;

Perchè solo la Picierno fa la spesa con 80,00 euro;

Perché la vita di un solo cittadino vale più di un milione di F35; quindi, se proprio li vuole, Renzi se li compri coi suoi soldi e poi ci giochi nel giardino di casa;

Perché coi miliardi che spenderemo per gli F35 ci si può fare una finanziaria;

Perché le energie rinnovabili sono una realtà non una speranza;

Perché la rabbia è un carburante nobile, che smuove le montagne e avvicina alla luna; mentre, invece, si sa, chi vive sperando muore…;

Perché ho fame di onestà e persone per bene;

Perché il decreto lavoro del ministro Poletti (uno che faceva il comunista alla Coop) ha istituzionalizzato il precariato e rubato il futuro alle nuove generazioni;

Perché in Europa, così come in Parlamento, voglio gente preparata, colta e competente, e non shampiste arroganti e zerbini di melassa;

Perché se invece di prestar fede solo alla stampa di regime e al megafono assordante di Grillo, andaste ad ascoltare anche cosa (e come lo) dicono i vari Di Battista, Di Maio, Fico, etc. scoprireste che dietro al vaffanculo c’è un mondo nuovo;

Perché avrei anche votato la Lista Tsipras, salvo poi scoprire che è appoggiata da Vendola, quello che, insieme al PD, ha svenduto la propria gente all’Ilva e alla famiglia Riva;

Perché nelle piazze di Grillo non si prendono a calci e pugni coloro che esprimono il proprio dissenso, come avveniva un paio di giorni fa sotto il palco di uno speranzoso e sorridente Renzi;

Perché una Piazza San Giovanni gremita all’inverosimile che con una sol voce grida la parola ONESTA’! nel giorno in cui si ricorda Giovanni Falcone, mi ha commosso alle lacrime;

Perché una Piazza San Giovanni gremita all’inverosimile che invoca con una sola voce il nome di Berlinguer ha costretto Renzi a porsi innanzi a due enigmi per lui indecifrabili: chi cazzo sia Berlinguer e cosa significhi Questione Morale;

Perché mai come oggi mi sono sentito così felicemente e orgogliosamente di sinistra.


Blackswan, sabato 24/05/2014

giovedì 22 maggio 2014

THE BLACK KEYS - TURN BLUE




Qualcuno se li ricorda i Black Keys di Magic Potion, quell'heavy blues per chitarra elettrica e tamburi, rumoroso e villano, che puzzava lontano un miglio di America rurale, polvere e bourbon? Era solo il 2006 ma sembra siano passate un paio di ere geologiche. Eppure, senza tornare così tanto indietro nel tempo, appaiono sfumati anche i contorni dei due album successivi, Attack & Release (2008) e Brothers (2010), che già segnavano un deciso cambio rotta verso l'alternative, nonostante la credibilità di fondo si mantenesse intatta. Questo perchè il nome Black Keys appare irrimediabilmente legato al loro ultimo album, El Camino, risalente a tre anni fa. Un singolo bomba, Lonely Boy, un Grammy Award per miglior disco dell'anno, un milione e mezzo di copie vendute. Un bel colpo davvero, se non fosse che quel disco segnava il definitivo passaggio dei Black Keys dall'altra parte della barricata, quella dove la musica si fa furbetta e strizza l'occhio alle classifiche e al glamour. Niente di male, per carità: El Camino suona tutt'oggi divertente e divertito, soprattutto grazie alla capacità di Dan Auerbach di camminare in perfetto equilibrio tra ritmiche moderne e ammiccamenti classici, così da compiacere tanto i modaioli quanto gli appassionati di rock. Personalmente, attendevo Turn Blue con ansia: non tanto perchè pensassi a un ritorno alle antiche origini (che ormai rappresentano la storia di un altro gruppo), ma perchè mi aspettavo quantomeno il seguito di El Camino, un disco che, pur essendo conscio dei limiti artistici, mi tenne compagnia per parecchie settimane. Invece, il nuovo full lenght dei Black Keys, perde definitivamente ogni residuo vitale, la cui presenza si percepisce solo in sporadici lampi di classe, per far posto a un suono (complice la produzione di Danger Mouse, che a far danni riesce sempre benissimo) che è super stiloso e super plasticoso. Se si eccettua il brano iniziale, Weight Of Love, ottima prog-song in odore seventies, il resto del disco fila via liscio  come un fuso in un mare di mediocritas, senza un palpito che sia uno. Rock pettinato e patinato, basso che pompa, ammiccamenti soul-dance, e un pugno di canzoni che, sommate nei loro momenti migliori, non riescono a replicare la potenza di un singolo spacca classifica come Lonely Boy. Dovevamo capirlo subito come stavano le cose una volta ascoltato Fever, singolo piacione e senza palle, che già testimoniava un'ispirazione, se non proprio esangue, virata definitivamente verso il (quasi) mainstream. Si fosse trattato di un'altra band, avremmo anche chiuso un occhio; ma veder tanto talento sprecato, fa venir la strozza in gola.

VOTO: 5 






Blackswan, giovedì 

SCHOOL OF ROCK: GENESIS 2° PARTE