venerdì 12 agosto 2011

MOTORHEAD - THE WORLD IS YOURS


Tra i tanti misteri che hanno arricchito la storia del rock,e di fronte ai quali bene o male sono sempre riuscito ad elaborare una personale teoria,ne esiste uno a cui non sono mai stato in grado di dare una risposta soddisfacente. L'arcano di cui sopra è il seguente:come fa Lemmy ad essere ancora vivo ?Si,lo so,potreste obiettare che anche l'esistenza in vita di Keith Richards si presta al medesimo quesito. Il fatto è che per il chitarrista degli Stones ho risolto:Richards non è vivo e quello che vediamo è il suo ologramma. Ma Lemmy,amici miei,inquieta parecchio. Sessantacinque anni appena compiuti,passati tutti sull'orlo del precipizio. Senza cadere mai,nonostante impetuosi valzer a ritmo di alcol,figa e droghe assortite.Ha iniziato presto il sig. Kilmister,fin dai tempi degli Hawkind,quando si fece cacciare dalla band a causa di un irrefrenabile appetito per le anfetamine. Di lui,in seguito, si sono narrate memorabilia da far impallidire il più inveterato dei peccatori:colazioni a base di Jack Daniel's,una collezione enciclopedica di bottiglie di bourbon, tutte peraltro personalmente testate,strisce di cocaina così lunghe da far apparire Scarface, nel finale dell'omonimo film, un compassato quanto morigerato travet.Se ci provassi io,che ho un ventennio in meno,a passare una settimana così,mi ritroverei a mangiare l'insalata dalle radici. Invece, Lemmy no. Sessantacinque anni passati a ruttare in faccia al mondo ed essere ancora vivo.Vivo e scalciante,oltretutto. Come dimostra questo ventesimo album di una delle band più rappresentative e longeve della storia. Perchè " The World is yours " non è l'ennesimo lavoro prescindibile di una band di dinosuari che non si rassegna a smettere,ma un disco di rock anfetaminico che sembra suonato da un combo di forsennati ventenni. Cazzo duro,up-tempo spaccaossa e via andare.Dieci canzoni che sono altrettante randellate nello stomaco,impreziosite da una produzione che dinamicizza il suono rendendolo attualissimo. Erano anni che i Motorhead non sfornavano un disco così appetitoso,di quelli che quando sei arrivato alla fine,hai subito voglia di rimettere sul piatto. E non parlo solo dei soliti riff potenti o della quadratura dei pezzi,anche qui massicci come un complesso siderurgico. In " The World is yours " tutto gira a mille:refrain irresistibili,la batteria di Mikkey Dee rapida e ferale come una mitragliatrice,la chitarra di Campbell che cuce metal,punk e anni'70 con luciferina partecipazione,ed infine la voce bitumata di Lemmy,il cui condensato di catrame ha assunto negli anni la consistenza di una passata di cartavetrata sullo scroto. Miracolosamente letali,questi tre baldi giovanotti invece di compilare modulistica da pensionamento Inps,buttano lì dieci canzoni che sono il vademecum del perfetto metallaro. Un piede ben saldo sul passato,l'altro piantato nel futuro,e una litrata di testosterone riversata sul presente. Talmente convincenti che ho deciso d'ora in avanti di non farmi più domande su Lemmy.Ascolto questo cd con l' estasi mistica di un derviscio danzante e accetto i Motorhead come la verità incontrovertibile di un dogma. Che Dio li protegga in eterno.

VOTO : 8
Blackswan, sabato 12/02/2011 

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