Sono in giro da ormai un ventennio i Bellrays e sono ancora una delle band più eccitanti del pianeta. Sarà che una voce straordinaria come quella di Lisa Kekaula non si ascolta proprio tutti i giorni. Sarà che questi quattro ragazzi dal vivo inanellano performance che definire trascinanti è dir poco. E sarà che la loro musica,un impasto travolgente di garage rock e soul,attizza il sangue come poche cose al mondo .Fatto sta che i Bellrays inanellano il quattordicesimo album della loro carriera e per l’ennesima volta fanno il botto. Certo, in “Black Lightning” il suono si fa un poco meno grezzo e la produzione un poco più patinata,ma queste dieci canzoni, per circa mezz’ora di durata complessiva,fulminano fin dal primo ascolto. Gli ingredienti sono sempre gli stessi:garage di detroitiana memoria,che paga tributo agli MC5 e agli Stooges,una cospicua dose di r’n’b e soul di marca Motown,il senso per il funk di George Clinton e una discreta spruzzata di hard rock. Chitarre che mordono le caviglie,riff quadrati e duri,assoli sporchi quanto basta e belle aperture melodiche di soul strappamutande che mitigano l’asprezza di tirate della durata media di tre minuti.”Black Lightning” ci attraversa come un lampo,creando suggestioni di smaccata sensualità e sbalestrandoci con sudatissime cavalcate senza freno. E tra queste dieci robustissime canzoni da pogo usque ad finem,spunta pure il capolavoro: “ Anymore “,un soul elettrico nel quale Lisa Kekaula si consegna ai posteri come anello di congiunzione fra Tina Turner e Aretha Franklin:tecnica ed estensione pazzesche sporcate da una belluina passione rock.
VOTO : 7,5
Blackswan,sabato 12/02/2011
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