lunedì 19 gennaio 2015

ARCHIVE - RESTRICTION



C'è sempre da aspettarsi qualcosa di nuovo dagli Archive, capaci di stupirci ormai quasi da un ventennio con una formula che il più delle volte si è rivelata vincente. Tanta elettronica, trip hop, rock progressive e una spolverata di psichedelia sono la ricetta che ha trasformato il collettivo capitanato da Darius Keeler e Danny Griffhits in una delle più interessanti realtà del rock alternative di matrice britannica (in condominio con gli Anathema). Così, quando si inizia ad ascoltare quest'ultimo lavoro in studio della band, uscito a meno di un anno di distanza dal precedente e brillante Axiom, le nostre aspettative vengono in parte disattese e si capisce subito che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe. I primi due brani (Feel It e Restriction) ci lasciano perplessi (per usare un eufemismo) e trasmettono la sensazione di essere scarti di magazzino riciclati un pò a casaccio per l'occasione. E non è che il resto del disco funzioni meglio. Se nel precedente lavoro si percepiva chiaramente un riferimento a modelli espressivi di livello (Pink Floyd in primis), in Restriction (decimo album in studio) le idee si fanno più confuse, i brani suonano più ovvi, meno articolati e meno affabulanti, il target delle melodie si fa decisamente più pop (è quasi inevitabile che il pensiero, in certi momenti, corra ai Depeche Mode). Non mancano anche episodi intensi, come la splendida End Of Our Days o la successiva, discreta, Third Quater Storm. Restano tuttavia lampi isolati di un album che non riesce mai a decollare veramente e che, anche in altri brani che non ci sono dispiaciuti (la cupa Ride In Squares o un ballatone ricco di suggestione come Black And Blue), sembra comunque vittima di un momento di appannamento e di una scrittura che denota una certa aridità di fondo. Arrangiamenti e cura dei suoni sono sempre di alto livello, da questo punto di vista con gli Archive si va sul sicuro, ciò che manca però è un'ispirazione all'altezza delle precedenti prove. Buona la forma, appena sufficiente la sostanza: e non è certo un particolare di poco conto.

VOTO: 6





Blackswan, lunedì 19/01/2015

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