venerdì 13 novembre 2015

NOTHING BUT THIEVES - NOTHING BUT THIEVES



Dovessimo giudicare i dischi solo dall'originalità, visti i tempi che corrono, potremmo chiudere baracca e burattini e aprire un blog di cucina. Soprattutto, poi, se ti capita fra le mani il full lenght d'esordio dei britannici Nothing But Thieves, che è uno degli album più derivativi ascoltato in questo 2015. Fra le tracce in scaletta, infatti, troverete una miridare di riferimenti alternative rock che citano Radiohead, Muse, Ours, Jeff Buckley, e chiudo qui per amore di sintesi e per non sbrodolare di caratteri l'intera pagina. Fortunatamente per questo blog, il giudizio finale di un disco si sostanzia però anche di altre valutazioni, tanto che, alla resa dei conti, non possiamo che parlare bene della band originaria di Southend - On - Sea. Non è nemmeno un caso, a dire il vero, che questi cinque ragazzi abbiano scalato le charts britanniche, entrando nella top ten a nemmeno un mese dall'uscita dell'album (primi nella classifica dei vinili venduti), e che, in precedenza, con solo tre Ep pubblicati, abbiano aperto il recente concerto di Roma dei Muse. Perchè, e veniamo così al dunque, una volta scrollatasi di dosso la sensazione di deja vù, quello che si può dire a proposito dei Nothing But Thieves è che, per usare un'espressione gergale tanto cara ai giovani, questa band spacca. Il disco in parola ha infatti più di un pregio, a partire dalla suntuosa produzione di Julian Emery, efficacissima nel delineare un suono coeso e nel costruire canzoni asciutte, dirette, ma non per questo prive di un ricco habitus strumentale. Canzoni che, nonostante il target abbondantemente derivativo, possiedono un'anima propria, sia quando il battito rallenta sui tempi della ballata (Graveyard Whislisting è un lento da paura; Lover, Please Stay, costruita in punta di plettro da chi evidentemente ha passato una vita con Grace sotto il cuscino, procura più di un brivido), sia quando il fuoco incrociato delle chitarre tira fuori l'attitudine più rock della band (Ban All The Music, Painkiller). Tanto che, alla fine, riusciamo a giudicare con benevolenza anche un singolo ruffiano come Trip Switch che, dopo qualche ascolto, risulta molto meno banale di quanto si potrebbe pensare di primo acchito. L'edizione deluxe del cd contiene quattro brani in più che giustificano, a loro volta, il surplus sul prezzo d'acquisto.

VOTO: 7





Blackswan, venerdì 13/11/2015

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