giovedì 3 dicembre 2015

HOLLIS BROWN - 3 SHOTS



Il merito degli Hollis Brown (nome preso in prestito da una canzone di Dylan), new sensation di american rock proveniente dalla Grande Mela, è l'aver trovato, al secondo full lenght, un perfetto punto di equilibrio nel proprio suono. Fra ruvide schitarrate e godibili melodie, fra roots e un mood prevalentemente radio friendly, il quintetto newyorkese si è fatto subito notare, proponendo un impasto musicale che piacerà tanto a quegli ascoltatori maggiormente legati alla tradizione americana che a coloro che in una canzone cercano un ritornello da canticchiare in macchina. Una misura che, a ben vedere, non è facile da raggiungere: il rischio è quello di perdere di credibilità e invischiarsi in un songwriting piegato alle esigenze di vendita. Invece, gli Hollis Brown escono dalla loro seconda prova a testa alta, con un disco che non entrerà certo nei memorabilia dell'anno, ma che comunque garantisce una resa d'ascolto niente affatto male. La matrice country rock di derivazione californiana è il fille rouge che unisce le undici canzoni in scaletta (a qualcuno potrebbero addirittura venire in mente gli Eagles), l'album è molto ben arrangiato e l'alternanza fra ballads e altri momenti più movimentati rende varia e appetibile la proposta. Poi, ci sono le canzoni, che in alcuni casi girano a mille e in altri, invece, si attestano sul target del compitino ben eseguito (Cathedral, Death Of An Actress, nobilitata però da un grande assolo di chitarra). Tra le prime, che sono quelle che ci hanno conquistato, annoveriamo la splendida John Wayne, ballatona western dagli echi morriconiani, che si infiamma in una seconda parte ad altissimo contenuto elettrico, Rain Dance, ipnotico mantra blues che ruba il giro di Who Do You Love? di Bo Diddley, la title track, che rimanda ai Fleetwood Mac, il rock soul solare di Sandy (su cui aleggia il fantasma di Elton John), i languori messicani di Mi Amor e le melodia a presa immediata di Highway 1 (con il contributo vocale di Nikki Lane). Il tutto per cinquanta minuti circa di musica che, anche nei momenti meno riusciti, si mantiene gradevole, consegnandoci una band talentuosa, che ha davanti a sé un, ipotetico, grande futuro.

VOTO: 7





Blackswan, giovedì 03/12/2015

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