martedì 3 ottobre 2017

EILEN JEWELL – DOWN HEARTED BLUES (Signature Sounds, 2017)



Boise, capitale dell’Idaho, non è certo quella che si può definire una tentacolare metropoli. Ciò nonostante, la città possieda una vitale scena artistica e ha dato i natali a una variegata schiera di musicisti: dai più noti Built To Spill, band di alternative rock in auge fin dai lontani anni ’90, a Curtis Stigers, cantante jazz salito agli onori della cronaca nel 1991 per la hit I Wonder Why, fino a Paul Revere, leader dei leggendari The Raiders, che tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’70, hanno piazzato in classifica un pugno di indimenticabili canzoni (su tutte, la celeberrima Kicks del 1966). A Boise, poi, è nata anche Eilen Jewell, nome, a dire il vero, poco noto dalle nostre parti, ma con una più che decennale, e apprezzata, carriera alle spalle. Dopo aver pubblicato un pugno di dischi nei quali fondeva, con grazia e intelligenza, country, folk, gospel e torch pop, e un album tributo alla musica di Loretta Lynn (Butcher Holler: A Tribute To Loretta Lynn del 2010), Eilen esce oggi nei negozi con un disco di blues, genere spesso sfiorato nei suoi lavori, ma mai prima di ora raccontato con tanta devozione in un album interamente dedicato. Down Hearted Blues propone una scaletta di dodici covers di classici del genere, alcuni molto noti (You Know My Love di Otis Rush), altri altrettanto belli ma di sicuro meno conosciuti al grande pubblico (l’iniziale It’s Your Voodoo Working di Charles Sheffield). In studio, ad accompagnare la ragazza di Boise, sono entrati il marito Jason Beek (batteria), il bassista Shawn Supra e, soprattutto, Jerry Miller, sodale di lunga data delle Jewell, ed eclettico chitarrista dal tocco misurato: uno che sempre fa la cosa giusta al momento giusto, senza bisogno di effetti speciali. Band di spessore, quindi, capace di affrontare diversi registri (da quello morbido della ballata a quello elettrico più contiguo al blues metropolitano) e di assecondare la bella voce della Jewell, il cui timbro squillante possiede un vago retrogusto da whisky on the rocks. Dodici canzoni in scaletta, dicevamo, che guardano al passato con filologica attenzione, ma che sanno comunque risultare moderne, grazie all’ottimo lavoro effettuato in fase di arrangiamenti. Eilen, giusto chiarirlo, non è certo una che si sporca le mani nel fango del Mississippi, ma di sicuro ci mette un’inusuale passione, vestendo, talora, i panni della sophisticated lady (la suggestione riporta a Billie Holiday oppure, per fare un paragone più congruo, a Madeleine Peyroux) e, in altri episodi, quelli dell’intellettuale interessata a restituire integra l’anima roots delle composizioni. Ne viene fuori un album omogeneo per l’intento di rimanere fedelmente legato a un genere, eppure estremamente vario nella sua declinazione. Ecco, allora, fra gli high lights di Down Hearted Blues, i fremiti elettrici di You Know My Love, citata cover dal repertorio di Otis Rush, lo swing di Crazy Mixed Up World, scritta dal grande Willie Dixon, ma portata al successo da Little Walter (superbo il lavoro alla chitarra di Miller), l’eleganza unplugged di Nothing in Rambling di Memphis Minnie, umida di fragranze sudiste, e l’irresistibile boogie di Walking With Frankie di Frankie Lee Sims.  Su tutto, poi, aleggia quella contagiosa allegrezza di chi si sta divertendo un mondo e non vorrebbe più smettere di farlo. Ulteriore valore aggiunto di un disco senza sbavature.

Voto: 7,5





Blackswan, martedì 03/10/2017

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