Boise, capitale
dell’Idaho, non è certo quella che si può definire una tentacolare metropoli.
Ciò nonostante, la città possieda una vitale scena artistica e ha dato i natali
a una variegata schiera di musicisti: dai più noti Built To Spill, band di
alternative rock in auge fin dai lontani anni ’90, a Curtis Stigers, cantante
jazz salito agli onori della cronaca nel 1991 per la hit I Wonder Why, fino a Paul Revere, leader dei leggendari The
Raiders, che tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’70, hanno
piazzato in classifica un pugno di indimenticabili canzoni (su tutte, la
celeberrima Kicks del 1966). A Boise,
poi, è nata anche Eilen Jewell, nome, a dire il vero, poco noto dalle nostre
parti, ma con una più che decennale, e apprezzata, carriera alle spalle. Dopo
aver pubblicato un pugno di dischi nei quali fondeva, con grazia e
intelligenza, country, folk, gospel e torch pop, e un album tributo alla musica
di Loretta Lynn (Butcher Holler: A Tribute To Loretta Lynn del 2010), Eilen esce oggi nei negozi
con un disco di blues, genere spesso sfiorato nei suoi lavori, ma mai prima di
ora raccontato con tanta devozione in un album interamente dedicato. Down Hearted
Blues propone una scaletta di dodici covers di classici del genere, alcuni
molto noti (You Know My Love di Otis Rush), altri altrettanto belli ma
di sicuro meno conosciuti al grande pubblico (l’iniziale It’s Your Voodoo
Working di Charles Sheffield). In studio, ad accompagnare la ragazza di
Boise, sono entrati il marito Jason Beek (batteria), il bassista Shawn
Supra e, soprattutto, Jerry Miller, sodale di lunga data delle Jewell, ed
eclettico chitarrista dal tocco misurato: uno che sempre fa la cosa giusta al
momento giusto, senza bisogno di effetti speciali. Band di spessore, quindi,
capace di affrontare diversi registri (da quello morbido della ballata a quello
elettrico più contiguo al blues metropolitano) e di assecondare la bella voce
della Jewell, il cui timbro squillante possiede un vago retrogusto da whisky on
the rocks. Dodici canzoni in scaletta, dicevamo, che guardano al passato con
filologica attenzione, ma che sanno comunque risultare moderne, grazie
all’ottimo lavoro effettuato in fase di arrangiamenti. Eilen, giusto chiarirlo,
non è certo una che si sporca le mani nel fango del Mississippi, ma di sicuro
ci mette un’inusuale passione, vestendo, talora, i panni della sophisticated
lady (la suggestione riporta a Billie Holiday oppure, per fare un paragone più
congruo, a Madeleine Peyroux) e, in altri episodi, quelli dell’intellettuale
interessata a restituire integra l’anima roots delle composizioni. Ne viene
fuori un album omogeneo per l’intento di rimanere fedelmente legato a un genere,
eppure estremamente vario nella sua declinazione. Ecco, allora, fra gli high
lights di Down Hearted Blues, i fremiti elettrici di You Know My Love, citata cover dal repertorio di Otis Rush, lo
swing di Crazy Mixed Up World,
scritta dal grande Willie Dixon, ma portata al successo da Little Walter
(superbo il lavoro alla chitarra di Miller), l’eleganza unplugged di Nothing in Rambling di Memphis Minnie,
umida di fragranze sudiste, e l’irresistibile boogie di Walking With Frankie di Frankie Lee Sims. Su tutto, poi, aleggia quella contagiosa
allegrezza di chi si sta divertendo un mondo e non vorrebbe più smettere di
farlo. Ulteriore valore aggiunto di un disco senza sbavature.
Voto: 7,5
Blackswan, martedì 03/10/2017
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