venerdì 13 luglio 2018

CHARLES LLOYD & THE MARVELS + LUCINDA WILLIAMS (Blue Note, 2018)

A prima vista, quella fra la leggenda jazz Charles Lloyd e la songwriter di Americana Lucinda Williams potrebbe apparire una strana copia. Eppure, come spesso accade, nonostante due mondi possano apparire inconciliabili fra di loro, il talento e la visione di chi è coinvolto nel progetto, finiscono quasi sempre per trovare l’esatto punto di fusione, quella speciale alchimia che rende anche la più estemporanea delle collaborazioni qualcosa di unico e meraviglioso.
Bisogna dire che Charles Lloyd, pur avendo scritto pagine jazz memorabili con Keith Jarrett e Cannonball Adderley (tanto per citare le sue più illustri frequentazioni), ha sempre masticato sonorità blues (B.B. King e Howlin’ Wolf) e rock (la collaborazione con i Beach Boys e quelle con Doors e Canned Heat), circostanze, queste, che hanno ampliato il suo spettro musicale, rendendolo permeabile anche a esperimenti di crossover.
Dal canto suo, Lucinda Williams, nel tempo ha raffinato il proprio songwriting e oggi sta vivendo, probabilmente, uno dei momenti migliori della sua carriera, nel quale ha inanellato, senza soluzione di continuità, un disco più bello dell’altro.
A fare da trade union fra i due mostri sacri, una band, quella dei The Marvels, che accompagna da qualche tempo il grande sassofonista originario di Memphis ed è composta da due fuoriclasse, quali Bill Frisell alla chitarra e Greg Leisz alla pedal steel, che hanno già avuto modo in passato di collaborare anche con Lucinda.
Il sassofonista e la cantante avevano saggiato la partnership lo scorso anno, pubblicando una bella cover di Master Of War di Bob Dylan. Oggi, tornano insieme con un intero album, Vanished Gardens, pubblicato via Blue Note, e il risultato finale è a dir poco entusiasmante. Perché a suonare, ovviamente, c’è un gruppo di musicisti pazzeschi, che dosano tecnica e virtuosismi in un flusso sonoro equilibrato, dal linguaggio colto ma non verboso, e attraversato da autentiche emozioni.  Un disco di quelli da ascoltare in cuffia, per non perdersi una sola nota delle decorazioni sonore magistralmente cesellate dai The Marvels (oltre a Frisell e Leisz ci sono anche Reuben Rogers al basso and Eric Harland  alla batteria), della voce roca e umorale della Williams, qui alle prese, nelle cinque tracce in cui è chiamata in causa, con una delle performance vocali più intense di sempre, e soprattutto, del sax di Charles Lloyd che, nonostante gli ottant’anni compiuti a marzo, rimane fluido e incredibilmente colorato.
Impossibile etichettare questo disco con una banale definizione, perché le canzoni in scaletta fondono con perfetto equilibrio jazz, americana, rock e folk, in un amalgama di intensa raffinatezza, che spiazza sia quando cerca la strada più complessa dell’improvvisazione (la title track), sia quando punta dritto al cuore con un’intensa cover di Angel di Jimi Hendrix o con l’eccellente rilettura di Dust, brano della Williams presente nel suo ultimo The Ghosts Of Highway 20. Assolutamente da non perdere.

VOTO: 8





Blackswan, venerdì 13/07/2018

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