sabato 30 aprile 2011

IO STO ANCHE CON GRILLO

Perche' si, perche' quando Grillo dice che "quelli li sono dei morti, stai tenendo in vita dei morti" ha tutte le ragioni del mondo. Basta. Non se ne puo' piu', concordo col comico, ormai politico, genovese. E sui suoi modi, evviva il vaffanculo, unica parola che i nostri professionisti della politica meritano, scandita sonoramente.

Grillo come Savonarola? Puo' darsi. E' vero che si prende troppo sul serio (contraddizione in termini per un uomo di satira) ma Grillo e' cio' che serve per aprire le menti e gli orizzonti di molti italiani, che riescono a comprendere solo invettive e colpi di satira. Agli italiani piace ridere delle cose serie. Almeno ridendo imparano o per lo meno iniziano a ragionare su cose nuove, forme alternative di vedere il mondo che ci circonda. Anche io vorrei ringhiare contro chiunque come fa Grillo. Anzi io morderei pure. Serve Grillo come elemento di rottura. E serve Luttazzi, tutti coloro che a colpi di satira riescono a smantellare i muri della bugiarda e faziosa informazione nostrana ed aprire gli occhi alla gente.

Santoro cerca di fare informazione libera in un paese dove liberta' di informazione ormai non esiste piu' da lustri. Ammirevole e necessario. Vorrei un Santoro in ogni rete. Ma capisco Grillo quando dice che tiene in vita i morti. Devo dire che trovandomi all'estero non guardo il programma ogni settimana, ma per alcune puntate che ho visto alla fine sono sempre le stesse facce (di c.... vorrei aggiungere). Sempre gli stessi. Destra, sinistra. Tutti uguali. Sempre le stesse cose. Basta!

Dove siamo NOI? Dove sono i cittadini? Solo ascoltare ed applaudire? Servirebbe piu' spazio ai cittadini comuni. Perche Santoro non da spazio ai pensieri degli spettatori, non una tantum ma costantemente? Sono stanco di ascoltare i professionisti della poltrona attaccata al culo che girala come vuoi continuano a ripetere sempre le stesse cialtronerie mentre il paese e' ormai in caduta libera una spirale di decadenza (gli episodi di cronaca citati da Ezzelino sono un esempio drammatico di decadenza della societa' civile italiana). Informazione alternativa. Dal basso, non piu' dall'alto. Bottom-up information, per usare il so cool inglese, dato che ormai gli inglesismi hanno invaso il nostro dizionario (ho trovato "bannare" sul devoto-oli!!!!).

Il popolo e' sovrano, almeno fino a quando questa combricola di cialtroni non tocchera' anche l'articicolo uno della nostra Costituzione ed allora saranno cazzi veri. Ergo serve il popolo sovrano anche dell'informazione.

Basta coni Maroni con gli occhialini radicalnordchic , basta con i Bersani e gli accenti da osteria fuori porta bolognese, basta con la madre di Batman Letizia, basta con gli squadristi alla La Rissa (oops La Russa), basta gli Alfanofiosi, basta coi Tremonti pallottolieri, basta con i Casini cattocasinisti, basta con Nanocalderoli sui tacchi.

Basta con tutti. Andiamo noi da Santoro. Che inviti noi. Qualcosa di piu' serio, sono sicuro, riusciremmo a dire e forse a costruire.

venerdì 29 aprile 2011

IO STO CON SANTORO

Se sono diciassette anni che Berlusconi ci ammorba,una buona dose di merito va anche all'opposizione,incapace di rappresentarsi verso l'elettorato con unitarietà d'azione e coesione programmatica.Troppe anime in un unico corpo incapaci di assecondarsi vicendevolmente.La qual cosa,si badi bene,non è necessariamente un male.Il dibattito,anche aspro,all'interno del medesimo partito o fra le forze che compongono l'attuale minoranza parlamentare,è un momento di crescita spesso imprescindibile per il bene del paese.Ciò che  invece è censurabile è che il dibattito avvenga sempre a porte aperte,come il litigio fra massaie nell'aia della corte.Col risultato di palesare al pubblico una confusione d'intenti che certo non trasmette l'idea di solida alternativa al centro destra.Il quale,a dir la verità,è egualmente poco coeso da un punto di vista dei contenuti,ma lo è formalmente,dovendo obbedire come un sol uomo a chi paga le prebende e le poltrone.L'immagine che l'elettore ha dell'opposizione è pertanto quella di un gruppo eterogeneo sorretto esclusivamente dall'antiberlusconismo ma che si scanna poi su tutto il resto: guerra alla Libia,nucleare,testamento biologico,etc.L'ultima spettacolarizzazione di questo dibattito interno è la lite a distanza fra Beppe Grillo e Michele Santoro avvenuta ieri sera ad Annozero.Il comico genovese,dopo aver affrontato il caso Parmalat,si è scagliato contro il giornalista accusandolo di fare gli interessi del sistema partitocratico : " Quelli che sono lì in studio sono i volonterosi carnefici della nostra democrazia.Mandali via,non invitarli.Fai parlare quelli che hai alle spalle.Stai tenendo in vita dei morti,non sei più un media,sei un medium ". La replica di Santoro non si è fatta attendere : " Se in questo paese prevale la legge del più forte,non sarà perchè manchiamo di rispetto alle persone che sono più vicine a noi ? ".Il diverbio esplicita con chiarezza quanto da me scritto poco sopra:invece di mostrarsi unita di fronte al nemico,la società civile non perde occasione per innescare tormentoni che,pur animati dalle migliori intenzioni,altro non fanno che implementare l'immagine di solidità delle forze che ci governano.Ho sempre apprezzato Grillo per i contenuti,che condivido nella quasi totalità,ma lo apprezzo molto meno per il modo con cui li manifesta.Un comico possiede un arma letale che è la satira.Tramite la quale,in virtù dell'accostamento del potere al ridicolo e al volgare,è possibile suscitare non solo una risata ma anche,e soprattutto, una riflessione.Grillo sta invece mortificando questo suo immenso dono,vestendo sempre più spesso i panni del predicatore che salmodia a colpi di invettiva.L'attacco frontale se non è gestito con spietato e calcolato cinismo,spesso tracima nel grottesco,finendo per svilire la forza anche della migliore delle argomentazioni e ricompattare il potere verso il quale è diretto.E' questo l'errore che sta commettendo il comico genovese:dice cose sacrosante,ma si prende troppo sul serio;ringhia contro chiunque,facendo di tutta un'erba un fascio;articola bene la pars destruens,ma poi tralascia il momento della proposta.E quando propone,guarda un pò,lo fa ( inevitabilmente ) tramite lo stesso sistema contro il quale sbraitava poco prima:la partecipazione alle elezioni e l'inevitabile connotazione partitica del suo movimento Cinque Stelle.Meglio,allora,vederlo su un palco,magari quello del Vaffa Day,e ancora meglio vederlo disinnescare il sistema per raggiungere fini meritovoli,tramite l'utilizzo della legge popolare e del referendum.Non amo i Savonarola nè tutti coloro che pensano di essere depositari della verità assoluta.E' per questo che io sto con Santoro.Perchè tra mille difficoltà,cerca di fare informazione libera e un prodotto di qualità;perchè all'interno del sistema partitocratico,che esiste come dato di fatto e non come costruzione astratta,non si limita ad attaccare,ma soprattutto spiega,che è ciò di cui più ha bisogno il cittadino;perchè la realizzazione dell'utopia del popolo sovrano può passare esclusivamente per le forme del dialogo e del confronto,attraverso i mezzi che la Costituzione ci mette a disposizione.Il male di questo paese non sono nè i partiti nè le consolidate strutture della democrazia.Lo è semmai l'arretramento etico di una classe politica che guarda al potere non come esercizio di responsabilità ma come veicolo per perseguire i propri interessi.Per modificare lo status quo,il percorso è più complesso di quanto pensi Grillo.Occorre innanzitutto la coesione di tutta la società civile e dei partiti che la sostengono.Sia lui che Santoro sono due imprescindibili risorse per raggiungere il traguardo che ci prefiggiamo,e cioè quello di una politica che sia concreto e serio impegno per la cittadinanza.E' necessario però superare l'empasse della diatriba interna.Perchè ciò avvenga,Grillo e tutti coloro che antepongono il particolare all'obiettivo finale,devono fare un passo indietro.Uniti si può vincere.Poi,verrà il tempo dei distinguo.



Blackswan, venerdì 29/04/2011

giovedì 28 aprile 2011

A TESTA IN GIU'

Ormai è chiaro.Per guardare le cose nella giusta prospettiva,occorre legarsi i piedi al lampadario e penzolare a testa in giù.Perchè questa è una nazione dove tutto funziona al contrario,tutto è capovolto.Inutile ricordare che 1° di maggio è la festa dei lavoratori.Una ricorrenza che risale al lontano 1882 e che non è solo un'occasione di riposo,ancorchè meritata.E' anche, e soprattutto, l'occasione per dibattere,riflettere,dare l'abbrivio a nuovi progetti e riforme che migliorino la sicurezza,amplino i diritti,implementino le garanzie tutte di chi lavora.Un giorno di festa e di condivisione,dunque,che qualcuno però vorrebbe abolire.E' di questi giorni infatti la notizia che in molte città italiane domenica i negozi resteranno aperti.A Milano,la mamma di Batman,Letizia Moratti,giustifica le serrande alzate,sostenendo che in periodi di crisi è questo il modo migliore per sostenere il lavoro.La decisione ha subito inalberato i sindacati che,a buon diritto, hanno indetto uno sciopero del settore del commercio.Leggo,trasecolo e mi appendo al lampadario.Se qualcuno riesce a vedere chiaramente le cose stando in piedi è pregato allora di alzare anche la mano e spiegarmele.Io se resto dritto,per quanto mi torca il collo per vedere meglio,non riesco a capire.Appare evidente infatti che la crisi dei consumi non dipenda certo da un giorno in più all'anno di apertura dei negozi,ma,così ad occhio,direi piuttosto dal fatto che lavoratori e pensionati abbiano a disposizione molte meno risorse,in virtù della precarietà e della disoccupazione sempre più diffuse,di stipendi che non crescono in proporzione ai prezzi come nel resto d'Europa e di un sistema assistenziale ormai allo stremo.Volendo poi elevare il livello della riflessione,si potrebbe notare come disparate decisioni,come quella di tenere i negozi aperti il 1° maggio,trovino ormai le proprie motivazioni sempre e solo nel medesimo concetto che tutto ammorba,e cioè il profitto.Non si può infatti pensare ad un festa, che ha molteplici implicazioni di carattere storico politico e sociale, solo in termini di mancato guadagno.Perchè significa svilirne il significato o far finta di non averlo compreso.Si potrà obiettare che la categoria coinvolta è quella dei commercianti,che probabilmente tra tutti i lavoratori sono coloro più agevolati nell'evadere le tasse e che prevalentemente hanno introiti più alti della media,e quindi chi se ne frega se devono lavorare in un giorno di festa.Ad asseverare questa obiezione però si finisce per commettere un errore marchiano.In primo luogo perchè ad andarci di mezzo sono soprattutto i lavoratori che compongono il mare magnum dei dipendenti della grande distribuzione,già vessati normalmente con stipendi da fame quale misera contropartita per orari di lavoro aberranti.In secondo luogo,perchè a ragionare per categorie si finisce con il legittimare la violazione di un diritto che non riguarda solo pochi ma tutti.Dobbiamo imparare a non distogliere lo sguardo ma imporci di sentire il sopruso nei confronti degli altri come un sopruso fatto a noi stessi.Se continueremo a far finta di nulla o a minimizzare,avremo come risultato che il tessuto già sfilacciato delle nostre garanzie in ambito lavorativo,verrà stracciato e gettato come si fa con un vestito dismesso.Da tempo questa erosione di diritti si sta verificando in modo inaccettabile a scapito di sempre più numerose categorie di lavoratori.Ecco perchè se sto in piedi non riesco a capire.Devo invece legarmi a testa in giù per digerire il fatto che domenica ci sarà gente costretta a scioperare per poter festeggiare il 1° maggio.Che non è proprio come scioperare per un diritto,ma implica qualcosa in più.Significa tornare a lottare affinchè non vengano messe in discussione tutte le conquiste che ci sono costate quasi un secolo di battaglie.Perchè non si sta mettendo in pericolo una futura miglioria,una garanzia in più,un aumento di stipendio.Ciò che verrebbe ad essere colpito è la festa simbolo di tutte le lotte sindacali.Trasformare il 1° maggio in una giornata lavorativa per pochi,significa renderlo una patacca per tutti.

Blackswan, giovedì 28/04/2011

mercoledì 27 aprile 2011

IL CONTORSIONISTA

Stai qualche giorno all'estero,respiri aria pulita,ti disintossichi dalle stronzate che leggi e senti tutti i sacrosanti giorni e ti pare quasi di rinascere.E quando pensi di esserti ripulito abbastanza per poter tornare a sopportare tutto,rientri a casa e ti accorgi che è proprio quello che ti tocca fare:tornare a sopportare tutto.Con una piccola differenza.Ero partito che Silvio Bugiardoni si esibiva nel circo Barnum della politica nostrana come pagliaccio,con tanto di nasone rosso e occhi pittati, e adesso scopro che ha cambiato mestiere,trasformandosi nel più ineffabile dei contorsionisti.Tra l'altro,con un esibizione straordinaria al vertice Italia-Francia che vale doppio,con sputtanamento cioè al di qua e al di là delle Alpi.Basti pensare al triplo carpiato con avvitamento sulla questione libica.Non più tardi di due mesi fa,Al Nanone se ne uscì con la famosa boutade : " Non telefono a Gheddafi per non disturbarlo ",mentre il dittatore libico si divertiva al tiro a segno utilizzando come bersaglio i propri cittadini.Affermazione assolutamente in linea con la profusione di baci a mano a cui Cerottone ci aveva abituati nel gestire il rapporto di suditanza che ci legava al paese nord africano.Poi,repentinamente,la prima contorsione.Pressato dalla Nato e dalla Ue aveva messo a disposizione le basi nostrane per i raid aerei,giurando e spergiurando però che l'Italia non avrebbe mai bombardato il suolo dell'amico bunga bunga.In buona sostanza,sorvolavamo la Libia per sganciare bombe di marzapane,caramelle assortite e cioccolatini.L'altro giorno,dopo essere stato inchiappettato via telefono da un Obama incazzato nero ( mi si perdoni il rudimentale gioco di parole ),ecco l'ultima giravolta:le bombe che sganciamo adesso sono vere.Solo su obiettivi mirati,tiene a precisare il Nano.Speriamo che si fermi qui.Temo infatti la prossima contorsione che potrebbe manifestarsi con un bel: " Sparate pure su tutto quello che si muove,tanto male che vada colpiamo qualche civile,così schiatta direttamente là prima di arrivare in Italia".
Lo spettacolino allestito,però,ha riservato altre sorprese.Quando Cerottone decide di fare le cose in grande non si risparmia proprio.A tal proposito,ha deciso di esibirsi nel famoso numero della contorsione a 90 gradi: Lactalis lancia una Opa da 3,3 miliardi su Parmalat,e il premier che fa ?Non solo affossa il piano di Tremonti e Passera per salvare il colosso italiano,ma ringrazia pure Sarkozy con uno strepitoso : " Non è una scalata ostile ".Vi prego qualcuno mi aiuti a comprendere il concetto.Non mi sovviene,vado a memoria,di scalate amiche e scalate ostili,ma solo di scalate.E cioè:mi compro il pacchetto più rilevante di azioni di un determinato gruppo e poi ci faccio qual cazzo che voglio a seconda del mio tornaconto economico,dal momento che se sto investendo 3,3 miliardi di euro, non lo faccio certo per il faccione simpatico del Cainano.
Per concludere una delle più grandi performance circensi che la storia ricordi,Silvietto ha riservato all'audience un gran finale,di quelli con il botto.Si è esibito cioè nella pressochè impossibile contorsione nucleare,numero in precedenza mai riuscito a nessuno.Dopo averci venduto per settimane la bufala della pausa di riflessione sulle centrali atomiche,con una rocambolesca giravolta,ci ha svelato il trucco il diretta.La moratoria sull'atomo introdotta una settimana fa altro non è che un bluff per affossare il referendum e riproporre la costruzione delle centrali fra un anno o due,quando,a suo parere,la gente sarà tornata abbastanza scema da plaudire al fungo atomico.Se infatti si andasse a votare oggi sul quesito referendario,non solo cancelleremmo per sempre il sogno nucleare di Silvio( a cui resterebbero in tasca i tanti bei contrattoni stipulati con l'amico nanosecondo Sarkozy ),ma forse daremmo pure una bella passata di spugna al legittimo impedimento,che è l'incubo che toglie il sonno al nostro premier.
Mi domando quale altra contorsione possa ora inventarsi Bugiardoni.A voler sbrigliare la fantasia,magari ci racconta che Ruby Rubacuori non è la nipote di Mubarak ma semplicemente una zoccola che lui ha pagato per impedire che continuasse a prostituirsi.Come ? L'ha già detto ? Sieti sicuri ?Quando ? Vuoi vedere che l'aria di Praga mi ha intaccato il magazzino-memoria delle stronzate del nano ? 
 
Blackswan, mercoledì 27/04/2011

Far West all'italiana?

Cari killers,
leggo due fatterelli di cronaca che mi lascano un po' così.
A Jesolo, in occasione di un grosso torneo di calcio giovanile, i genitori-accompagnatori di una squadra romana danno ripetutamente in escandescenze dapprima prendendo a calci i loro figli perchè non si impegnavano abbastanza, e poi insultando l'arbitro, gettando roba in campo, venendo alle mani con i genitori dei giocatori di altre squadre ed infine, immancabilmente, tentando di menare pure l'arbitro.
L'allenatore della squadra romana ritira i suoi perchè si vergogna, i buzzurri vengono identificati e denunciati a piede libero e per loro si profila il Daspo, cioè a dire il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, come accade per gli ultras che esagerano.
L'articolista precisa che anche i giocatori in erba sono dei bei malandrini, già esperti in calci, pugni, sputazzi e gomitate, e commenta che d'altronde non ci si poteva aspettare nulla di diverso con genitori del genere.
Giusto, dico io.
Poi però leggo dei due carabinieri pestati selvaggiamente da quattro sbarbati dalle parti di Grosseto.
C'era di mezzo un rave party, ma i quattro non tornavano, bensì ci stavano andando, e quindi droghe, musica unz unz et similia non c'entrano.
Succede che i caramba fermano l'auto dei quattro per un normale controllo, questi scendono, danno i documenti, aspettano che i due si mettano a scrivere il verbale ed a quel punto prendono dei bastoni che avevano con sè, e/o svellono dei paletti di recinzione che stavano a bordo strada (questo ancora non è chiaro), e cominciano a suonare i due militi.
Dei quali uno rischia di perdere un occhio e l'altro è in prognosi riservata e viene tenuto in coma farmacologico perchè pare abbia un ematoma cerebrale bello grosso.
Le famiglie, tutte composte da lavoratori di medio reddito, precisano di avere impartito ai loro figli un'educazione severa ed adeguata, esprimono solidarietà incondizionata ai carabinieri e dicono che è giusto che i loro figli paghino per quello che hanno fatto.
In quel caso, dunque, parrebbe che le famiglie non c'entrino.
Questo sta evidentemente diventando un paese violento.
Di una violenza vuota, perchè non c'entrano nemmeno più le grandi passioni politiche che, a torto o a ragione, portavano la gente a menarsi nei decenni passati.
Questa è proprio la violenza del nulla, un buco nero fatto di noia e di frustrazione che attira dentro di sè giovani e meno giovani verso un tragitto di cui non si vede la fine.
Ormai chiunque ti dice "ti spacco la faccia", o ti sputa sul vetro della macchina per provocarti.
Comprese persone di sessant'anni in giacca e cravatta, che vent'anni fa se ne sarebbero vergognate da morire.
Per strada non dico quasi più niente a nessuno, perchè ormai un vaffanculo detto ad un pazzo più pazzo degli altri ti può costare una coltellata nel petto, e non voglio rischiare di rendere mio figlio orfano per una stupidaggine.
Per le cose che contano è un altro discorso, lì uno si mette senz'altro in gioco secondo il suo personale criterio, ma ormai il rischio si annida nelle persone e nelle situazioni più impensabili.
Spero solo che non spunti anche da noi uno come Charlton Heston in America, un paladino delle armi, perchè se questi svitati che ci sono in giro potessero procurarsi comodamente pistole e fucili la vedrei veramente male.
E sì che non ci vuole mica tanto.
Una bella serata con gli amici, musica, drinks, un cannone per chi gradisce, e tutto è subito più rilassato.
Certo che se si trovano dopo cena Er Canaro, Er Monnezza e Er Bestia, si fanno due cartoni a testa di Tavernello più un acido, parlano solo della squadra (che non vince nemmeno) e poi se ne vanno in giro, è chiaro che il loro modo di rilassarsi, diciamo così, è diverso, e diverso è il destino di chi li incontra.

Ezzelino da Romano

martedì 26 aprile 2011

EAST AT EASTER

Una delle cose che amo di più quando vado all’estero,soprattutto in nazioni non anglofone come la Repubblica Ceca, è che non capisco quello che dice la gente.Non capisco una ceppa di cosa scrivono i giornali,delle notizie date dalla televisione,dei discorsi colti per strada o sentiti al bar.E tutto sembra perfetto in questo mondo ovattato del quale cerchi di cogliere l’essenza tramite tutti i sensi che non siano l’udito.Mi concentro sul mio inglese approssimativo e per qualche giorno il contatto con gli altri si limita all’esternazione dei bisogni primari:one beer,a glass of water,camel blue thank you,excuse me, where is the bathroom ?Mangiare,bere,fumare,un posto dove ritirarsi quando ti scappa.Stop.Nessuna possibilità di essere colpito da schegge di imbecillità.Se poi aggiungo il fatto che a Praga ci sono stato per giocare a calcio insieme a un augusto consesso di sedici ragazzi meravigliosi ma decisamente scatenati,il contesto viene ulteriormente elementarizzato:la realtà empirica dei bisogni primari da soddisfare diviene l’architrave su cui poggia la metafisica maschile dei due massimi sistemi,il pallone e la figa.Una vacanza di cinque giorni dunque in un paradiso terrestre nel quale l’età mentale regredisce di vent’anni almeno,sparare cazzate è un merito,il cameratismo è l’unica forma di solidarietà conosciuta e il problema più assillante della giornata è decifrare il menù del ristorante scritto in una lingua afflitta da grave carenza di vocali.Il quadro poi è stato completato da piccoli,ma disarmanti benefit, come la birra media a un euro ( e che birra! ),il panozzo con wurstel ( che per dimensioni e bontà chiamavamo “wurstelrissimo” ) che costa un euro e mezzo,i krapfen a 8 corone ( l’equivalente di 30 centesimi ) e le sigarette ad un prezzo nazional-popolare.Tuttavia,per quanto il mio stato demenziale latente abbia ripreso il sopravvento,pur senza comprendere una lingua e nonostante il clima festaiolo,vagabondando per le strade di Praga e osservando, mi sono accorto di cose sulle quali diventa difficile non fare una riflessione.Ti allontani dalle zone battute dal turismo,che sono ovviamente sovrastrutturate, e cerchi la Praga di tutti i giorni,quella distante dal lustro della storia.E scopri una metropoli che dopo anni di repressione comunista ( le diffusissime costruzioni grige e monolitiche degli anni 60 e 70,emblema del socialismo reale, stridono con l’eleganza austera dell’architettura austro-ungarica ),ha conosciuto uno slancio evolutivo spiazzante anche agli occhi di chi quell’evoluzione dovrebbe guardarla con compiaciuto paternalismo.Ho sempre pensato che in Italia,nonostante i nostri difetti e i nostri limiti congeniti,il progresso ( che non è solo tecnologia,sia ben inteso ) avesse percorso un lungo e fruttifero tragitto.Mi sono dovuto ricredere,purtroppo.Cinque giorni a Praga e il milanese che c’è in me si è sentito un modesto provincialotto.A fare la differenza sono un senso della cosa pubblica,un servizio al cittadino,un’attenzione alle disabilità a noi totalmente sconosciute.Non si tratta di cose eclatanti,ma semmai di sfumature che elevano la qualità della vita.Dai percorsi per i non vedenti in prossimità delle fermate dei mezzi pubblici ai marciapiedi ( tutti e non random ) dotati di scivoli per le carrozzine, fino alla metropolitana priva di tornelli.Scendi in metrò e trovi solo l’obliteratrice,timbri e sei ai treni.Se non riesci a fare il biglietto perché sei di fretta ,mandi un sms all’Atm locale che ti decurta il prezzo del pedaggio dal credito del cellulare.Al controllore esibisci il display del telefonino con il messaggio di risposta.Semplice e al contempo geniale.La pulizia delle strade e l’attenzione al verde pubblico sono da primato,così come l’efficienza e la qualità degli impianti sportivi ( i campi in erba fanno invidia ai nostri stadi di serie A ). La gente è composta,educata ( gli unici cialtroni chiassosi,guarda un po’,li riconosci al volo e sono italiani ) e ha un senso dello sport come momento ludico di condivisione che ammalia.Giochi a calcio e fai festa come i bambini.Non voglio fare l’esterofilo a tutti i costi,ma come cittadino ho sempre l’impressione che l’Italia sia un passo indietro rispetto al resto del mondo.All’estero,ad esempio,pubblicizzo il fatto che a Milano si possano noleggiare le biciclette per girare la città,ma ometto sempre di dire che quasi non esistono le piste ciclabili.Noi siam fatti così:ci riempiamo la bocca di un progresso monco,che tiene conto solo del business e non dei reali bisogni.Vent’anni fa,si puntava all’est,come meta di turismo sessuale,partendo carichi di penne biro e calze di nylon.Un viaggio verso l’arretratezza nel cuore di un Europa dove ritenevamo che tutto potesse essere comprato in virtù di una nostra presunta superiorità economica e culturale.Oggi,ritorno a casa da Praga avendo acquisito qualche lezione di civiltà minimale che mi fa comprendere quanto,anche rispetto a giovani democrazie, il nostro paese sia stato,e tuttora sia, incapace di crescere e maturare.Perchè non basta la disponibilità dell’ultimo smart-phone per dire di abitare in una nazione evoluta.Occorre invece che il senso per il bene pubblico sia considerato un obiettivo prioritario sia da parte dello Stato che del cittadino.In questo,mi pare,che il nostro futuro sia ancora tutto da scrivere.

Blackswan, martedì 26/04/2011

venerdì 22 aprile 2011

AUTOCENSURA

Nel nostro Paese ormai puo' accadere di tutto. Anche che la stampa decida di autocensurarsi.
Mi riferisco alla barzelletta del nostro simpatico Alnanone messa in onda solo da Santoro ad Annozero. Non ho visto la puntata ma solo la barzelletta su Repubblica.it. Non so quindi che discussioni Santoro abbia fatto sul tema. E nemmeno quali conclusioni abbiano tratto.
Quello che mi chiedo e' come sia possibile. Che tipo di professionalita' e deontologia guidi i cronisti nostrani. Nol video si udivano voci degli stessi giornalisti dire "questa la taglio". Oltre alle generose e sonore risate elargite al bitumato. Lo stesso Alnanone li invita a non pubblicarla. Sempre col suo sorriso di gesso.
Ovviamente non voglio soffermarmi sul cattivissimo gusto della battuta del Re di Hardcore. Fa semplicemente pena.
Vorrei soffermarmi invece sugli spettatori di queste oscenita' e sulle loro reazioni.
Questa volta sono stati i giornalisti. Anche se si trattava di una intervista sportiva non capisco la scelta e cosa possa averla guidata. Perche' non menzionarla? Perche' autocensurarla? Penso sia la paura, il salvaguardarsi. Se la pubblico sono casini, chi me lo fa fare. Credo sia questo il semplice pensiero. Una scelta di convenienza come spesso avviene.

Che dire invece delle studentesse premiate qualche settimana fa vittime (per me) di un'altra battuta squallida e deprecabile del sex addicted premier ? Cito la battuta per chi non la ricordasse: "siete cosi carine che mi viene voglia di invitarvi al bunga bunga".
Anche loro nulla. La sola reazione , ancora, sonore risate di gomma a 32 denti. Ahahahahah. E la platea? Pure. Stessa cosa. Ahahahahahhaha.
Per quanto alcuni giornali parlassero di imbarazzo generale nella sala, io sinceramente non l'ho visto. Ho rivisto le immagini varie volte per vedere se davvero ci fossero dei volti almeno seri, dubitativi, se ci fosse anche un minimo segno di sdegno. Nessuno. Tutti ridevano o sorridevano o applaudivano addirittura. Nessuna reazione di indignazione vera e profonda, cosa che la squallidissima inopportuna battuta avrebbe meritato. Nulla. Solo un sonoro ahahahahaha.

Questa incapacita' di reagire e di indignazione e' cio' che piu' mi manda in bestia.
Come si fa a sorridere o addirittura ridere ascoltando certe cose da un presidente del consiglio che parla in pubblico? Come fanno le studentesse a non scomporsi, a non reagire davanti a cio' che dovrebbe essere considerata una offesa bella e buona? Convenienza ancora una volta. Sicuramente sognano un futuro da manager in qualche succursale mediolanum ed avranno pensato che quel sorriso sia stato il primo piccolo passo verso una carriera di successi fatta a colpi di tette.

Almeno non ridete. Accetta il premio senza il sorriso servo e di circostanza e soprattutto complice. E salva la faccia nonche' la tua stessa dignita'. Ma anche dignita', al giorno d'oggi, sembra una parola grossa.

I have a dream. Che un giorno Alnanone faccia una battuta delle sue e qualcuno gli gridi in faccia incazzato, offeso e scandalizzato: presidente.....si contenga !!!!!
Insomma, mi piacerebbe vedere la controreazione dello psiconano se un qualunque cittadino reagisse indignato ai suoi deliri sessisti. Sicuramente cercherebbe di farlo arrestare in quanto pericoloso rivoluzionario comunista senza senso dell'umorismo.

Chi ride, chi sorride, chi applaude, e' semplicemente un complice. Ed e' un complice molto pericoloso perche' la sua risata legittima l'interlocutore.

Invece, servirebbe il coraggio dell'indignazione.

Ma come diceva Don Abbondio che era come un vaso di coccio tra vasi di ferro: "uno, il coraggio, non se lo puo' dare!".

mercoledì 20 aprile 2011

AVVISO AI NAVIGANTI

Quello di oggi è il mio ultimo post per qualche giorno.Da stasera,sarò all'estero per impegni calcistici e rientrerò il 26/04/2011.Mi scuso con i pochi ma fedeli lettori che per qualche giorno non troveranno le mie elucubrazioni in rete.Ci rivedremo di nuovo su questo schermo il 27/04/2011.
Auguro a tutti i killers una serena Pasqua.
Ad maiora.

Blackswan, martedì 20/04/2011

QUALCUNO FACCIA L'ONDA

A furia di sparare e fare cazzate,intorno a Cerottone si respira l'acre tanfo che indica un quantitativo di merda ormai ad altezza pomo d'adamo.Questa settimana,infatti,se lo sono sfanculati praticamente tutti.Ha inziato Tettamanzi,suggerendo, dall'alto del pulpito,che chi viola la legge,non può poi pretendere di sottrarsi alla giustizia ( che tradotto dal vaticanese stretto,significa più o meno " Berlusconi hai rotto il cazzo " ).Il sottosegratario agli Esteri,Stefania Craxi,dall'alto di un pulpito un pò meno edificante di quello da cui declamava l' arcivescovo di Milano,ha alternato zuccherini di benevolenza ( "Voglio bene a B." ) a colpi di randello che nemmeno un celerino:" Faccia un passo indietro,si sta rendendo ridicolo" ( che tradotto dal politichese per giornalisti e affini,dovrebbe significare più o meno " Berlusconi hai rotto il cazzo" ).Le stesse cose,senza gli zuccherini però,le ha dette anche l'altro figlio della Prima Repubblica,Bobo Craxi: " Ha ragione mia sorella,lasci quel partito di intolleranti che è diventata una caserma,vedrei bene Tremonti come premier " ( che tradotto dal craxiano arcaico,suona più o meno così: " Berlusconi hai rotto il cazzo " ).Come se non bastasse,Al Nanone scopre d'incanto un inquietante proliferazione di serpi in seno.Non bastano i figli dell'ex latitante socialista a sfregugliare.Ci si mette pure Bossi,il vecchio blenorraggico,che biascica poche,ma ponderate parole: " Se perdiamo a Milano,ognuno per la sua strada " ( che tradotto dall'alfabeto rutto dovrebbe intendersi all'incirca come: " Berlusconi hai rotto il cazzo " ).Anche i Responsabili però danno in escandescenza e battono cassa."Entro giovedì ci attendiamo il rimpasto di governo ".Essendo costoro alloglotti veri,viene difficile una traduzione simultanea,ma si può ritenere con buona ragionevolezza che il senso dell'aut aut sia più o meno questo: " Berlusconi hai rotto il cazzo ".Mentre Cerottone si almanacca pensando a quale Ministero regalare a Scilipoti ( visto che Galan gli ha fottuto la Cultura,potrebbe essere ipotizzabile la Sanità,con conseguente introduzione dell'agopuntura al posto degli inutili medici ),anche la Moratti,la mamma di Batman per intenderci,non avendo digerito granchè la boutade dei manifesti milanesi di "Fuori le Br dalla procura ",entra in scivolata sullo stinco del nano,scaricando Lassini. " Io e Lassini siamo incompatibili ",tuona il sindaco dalla vaporosa chioma ( che nel gergo bauscia è un modo gentile per dire: " Berlusconi hai rotto il cazzo" ).E sempre sugli ormai celeberrimi manifesti,anche Napolitano,stranamente fuori di sè,lancia finalmente un monito che risuona come una testata sullo zigomo: " Berlusconi hai rotto il cazzo ! " ( che tradotto dal quirinalese,equivale più o meno a: " E' tempo di abbassare i toni " ).Il nano di Arcore,con un mare di guano che gli lambisce le orecchie,ora teme seriamente che qualcuno si metta a fare l'onda,e muove freneticamente i piedini per non affogare.L'effetto di questo scalciare furibondo per restare a galla sono due porcate di proporzioni immani.Una leggina che sospende il nucleare per un anno ( per poi riprendere il progetto a settembre ) e che ha come unico scopo quello di affossare i referendum ( in virtù del quale un plebiscito popolare a livello tsunami avrebbe spazzato via questo governo per sempre ),e la proposta di riforma dell'art.1 della nostra Costituzione,che avrebbe come conseguenza lo svilimento dei poteri della Consulta e di quelli del Presidente della Repubblica.Insomma,un altro bel passetto avanti verso il regime del manganello da parte di uno che,diciamolo francamente,ha proprio rotto il cazzo.

Blackswan, mercoledì 20/04/2011

La decenza

Se qualcuno ha avuto la curiosità di leggere il mio profilo, saprà che faccio l'avvocato.
Come dico sempre, ho tentato di trovarmi un lavoro onesto ma non ci sono riuscito.
Questa però è una battuta che sparo per alleggerire, perchè in realtà la mia professione può (secondo me deve) essere praticata con grande onestà e dignità, e quando ci si riesce può diventare addirittura qualcosa di socialmente utile.
Le nostre regole deontologiche battono molto sul tasto della "integerrima e specchiata condotta di vita", con ciò intendendo che l'avvocato non dovrebbe sbragare mai, nemmeno quando è in giro per i fatti suoi, perchè altrimenti verrebbe meno la sua credibilità come baluardo della libertà e dei diritti.
Ogni norma vive del suo tempo, e quindi credo che oggi un avvocato possa ad esempio prendersi una sana sbronza senza dovere per ciò solo temere la sospensione.
Però credo anche che la decenza non passi mai di moda, e che un livello minimo debba essere mantenuto anche in questi tempi così particolari.
L'altro ieri si è concluso a Milano il processo Parmalat in cui erano imputati anche i vertici di alcune grandi banche, ritenute responsabili di avere diffuso al pubblico i titoli Parmalat pur conoscendo la reale condizione dell'azienda.
Tutti assolti, ma non è questo il punto.
Si conosce l'esito, ma non la qualifica (proscioglimento con formula piena, per insufficienza o contraddittorietà delle prove, ecc. ecc.) e men che mai le motivazioni, che saranno rese note fra almeno due mesi.
Quindi, finchè non si sono lette anche le virgole, di una sentenza è bene non parlare.
Il punto sono gli avvocati degli imputati, cioè degli amministratori e dei direttori generali delle banche, che alla lettura del dispositivo esultano in aula levando i pugni al cielo come un calciatore che ha appena segnato un gol.
Il tutto davanti alle telecamere e alla presenza delle parti civili, cioè di quei poveri cristi che in molti casi hanno visto i risparmi di una vita divorati da personaggi senza scrupoli, con il beneplacito ed anzi con il decisivo contributo dei loro stessi consulenti bancari di (s)fiducia.
Ecco, vedere quella gentaglia togata che esulta mi ha messo a disagio.
Non si fa, non si deve, non è decente.
Il professionista ha una faccia sola, sia che vinca sia che perda.
E dev'essere una faccia seria.
Quando il giudice legge la sua sentenza ci si alza in piedi, si ascolta in silenzio, si ringrazia, si saluta e si esce dall'aula.
Indipendentemente dall'esito.
Finisce lì.
Poi, una batosta la si analizza e la si spiega in studio.
Una bella vittoria la si festeggia, ci mancherebbe, ma sempre in studio, o al ristorante, o dove si vuole, ma non in aula.
E non davanti a chi ha perduto.
Che non è mai un nemico, ma solo un avversario in una sede tecnica.
E che comunque è sempre una persona, con le sue ragioni (qualcuna ce n'è sempre anche dall'altra parte), le sue aspettative e le sue sofferenze.
Un tempo, mi è stato raccontato, gli avvocati erano personaggi autorevoli prima di tutto perchè erano considerati uomini seri ed affidabili.
Spesso anche potenti e ricchi, certo, ma soprattutto seri ed affidabili.
Non a caso erano sempre in primissima fila in tutti i moti rivoluzionari mettendo a repentaglio il loro benessere, avendo a cuore una loro idea di giustizia, anche se magari non sempre condivisibile con il senno di poi.
Ed oggi che cosa è rimasto di tutto questo?
Poco o nulla, se l'autore degli osceni poster "via le BR dalle procure" è un avvocato, ma questa è già politica.
Più nulla che poco, se si vede un avvocato che si sbraccia in aula perchè ha vinto.
Quelle risate, quel dire ad alta voce "non è successo niente", quell'ammiccare ai codifensori accennando con il capo alle parti civili sedute in fondo all'aula, come a significare "li abbiamo fottuti ancora".
Non si fa, non si deve.
Non è decente.

20 aprile 2011

Ezzelino da Romano

martedì 19 aprile 2011

( NON ) DIMENTICARE GAZA

Vittorio Arrigoni non era un eroe,e francamente trovo sconcertante parlare di eroismo ogni volta qualcuno decida di impostare la propria vita su scelte che non conoscono interesse di bottega o un ritorno economico.E' la follia dei nostri tempi che ribalta la prospettiva e gonfia di retorica ogni atto di semplice umanità.Vittorio Arrigoni era solo un ragazzo che aveva deciso di vivere un'esistenza diversa da quella che si prefigura e auspica la maggior parte di noi.Aveva preso il proprio carico di gioventù ed entusiasmo ed era finito nel buco del culo del mondo,a combattere pacificamente a fianco di un popolo umiliato e vessato dalla spietata arroganza israeliana.Non voleva fare l'eroe, nè era votato alla morte in nome di qualche astruso ideale.Con umiltà,invece,cercava sè stesso negli altri,vedeva nei gesti quotidiani della carità e della fratellanza il senso della propria vita,finendo per trovarvici,fatalmente,anche un destino crudele.Arrigoni aveva idee e passioni alle quali non sapeva rinunciare,e che lo hanno spinto a rinnegare il fiume tranquillo della quiete domestica per intraprendere una strada insidiosa,difficile,purtroppo decisiva.Ci sono scelte nella vita che si pagano care.Ma sono scelte che,pur con il loro carico di incertezze,ci paiono inevitabili perchè consentono un riscatto di affermazione.Credo che Vittorio Arrigoni fosse essenzialmente questo:non un eroe o un pazzo scriteriato,come in molti lo hanno definito,ma un ragazzo che nella solidarietà e nell'amore per gli altri aveva trovato la forza di autodeterminarsi,di trovare un nome per la propria anima.Sapeva esattamente i rischi che correva,sapeva di essere un bersaglio,e immagino che, prefigurandosi una possibile fine,avesse pensato di morire colpito da una pallottola vagante o dilaniato da un missile israeliano.Lo hanno ucciso invece a tradimento,nel modo vigliacco con cui gli scherani del potere sempre si sbarazzano di chi con le proprie azioni e parole,piccole o grandi che siano,si pone d'intralcio alla prevaricazione e agli abusi.Se possiamo fare qualcosa per la memoria di questo ragazzo,è solo quella di sottrarci alla menzogna che i media cercano di propinarci,gettando fango sul popolo palestinese,indicato come esecutore morale e materiale dell'omicidio.Esiste una verità diversa e a raccontarcela sono i fatti ( oscuri,contradditori,artatamente interpretati da giornali e televisioni ) e gli stessi compagni di Vittorio,che il sangue e la violenza l'annusano tutti i giorni e con chiarezza sanno.A Gaza,Arrigoni era una voce ascoltata,era un uomo amato e benvoluto,viveva in simbiosi con la popolazione in virtù di un legame che solo la condivisione della sofferenza può generare.E' difficile da comprendere per chi, come noi, vive nella banalità dell'agio.Tuttavia,se ci sporgessimo un poco dal comodo sopore dei nostri divani,potremmo provare per questo ragazzo quantomeno rispetto.E riusciremmo a porci di fronte a domande non demandabili,la prima delle quali è semplice e crudele al contempo:Chi ha tratto vantaggio dalla sua morte ? L' omicidio di Vittorio,da qualunque posizione lo si osservi,raggiunge immediatamente due scopi: da un lato,screditare i palestinesi e Hamas,e dall'altro lanciare un ammonimento trasversale a Freedom Flotilla,ammonimento che ha il sapore della minaccia di morte.Dimentichiamoci pertanto della parola eroe e dello sdegno da retroguardia.Il minimo che possiamo fare è invece interrogarci su ciò che realmente è avvenuto,avendo ben chiaro che la retorica è l'arma con cui l'ipocrisia offusca la verità.Esserne consapevoli non farà tornare in vita i morti,ma ci restituisce il dramma di Gaza nella sua reale,tragica dimensione,salvando Vittorio dall'oblio delle celebrazioni.
Blackswan, martedì 19/04/2011

domenica 17 aprile 2011

BERLUSCONI POL POT

Come ogni dittatore al tramonto anche Al Nanone sta sbroccando completamente.Complice l’avanzata età e l’abuso di Viagra, che impossibilitato a svolgere la propria funzione erettiva nelle parti basse,gli ha prodotto un pericoloso ispessimento delle pareti dell’encefalo.Ecco dunque spiegate le ultime alzate d’ingegno del nostro Cerottone.Il quale, nonostante il monopolio dell’informazione e  un’opposizione a dir poco impalpabile,sente il proprio potere pericolosamente in bilico.Totalmente in preda ad una psicosi di natura paranoica,il Caimano impesta la città di Milano con manifesti eversivi con cui i giudici meneghini,colpevoli solo di fare il proprio mestiere (cioè perseguire i reati che l’omino bitumato ha commesso a mani basse con l’ostentata arroganza dell’impunito) vengono paragonati alle BR.Non pago di ciò,Silvietto nostro,come ogni paranoide che si rispetti, continua il proprio debordante delirio ogni volta che gli si presenta l’occasione di un pubblico comizio.Non più tardi di ieri pomeriggio,ad un meeting del PDL organizzato dal Ministro ( si fa per dire ) Brambilla ( immaginatevi che augusto consesso di cervelli al macero ), Cerottone ha sbrodolato ancora contro la magistratura e i comunisti,condendo la consueta litania schizofrenica con la consueta battuta omofoba e volgare ( ma non è che tutta questa avversione per i gay in realtà celi una prepotente omosessualità di fondo ? ).Tuttavia,ogni dittatore che si rispetti,non cerca solo di abbattere la legalità,di ridurre a mera forma i diritti civili e di svilire le istituzioni democratiche,ma deve anche avere a disposizione un tessuto culturale e sociale che glielo consenta.Pertanto,Cerottone non risparmia dall’anatema anche la scuola,colpevole a suo dire di inculcare nei giovani ignobili valori comunisti.Se non siete completamente lobotomizzati,comprenderete al volo l’inconsistenza dello sproloquio.Infatti, i valori comunisti che Berlusconi attacca ( ce lo ha spiegato molto bene la deputata PDL Gabriella Carlucci,quella del Festivalbar,per intenderci ) sono la Costituzione e la resistenza, colpevole di aver contribuito ( insieme all’esercito anglo-americano ) a sconfiggere il nazi-fascismo.Quando ascolto allucinanti farneticazioni di questo tenore,grazie alle poche ma radicate nozioni di storia che mi sono state inculcate dalla scuola,mi viene subito da pensare ad alcune sanguinarie dittature comuniste.Ve lo ricordate Pol Pot,il leader dei Khmer Rossi,che in Cambogia fece assassinare circa due milioni di persone ? Pol Pot era ossessionato dagli intellettuali,dai professori,da chiunque leggesse un libro o anche solo scrivesse una riga.Fece distruggere tutte le scuole del paese perché veicolavano inaccettabili valori occidentali ,consentendo l’educazione scolastica solo nei “campi di rieducazione “,che altro non erano che campi di sterminio dove la gente veniva uccisa con la stessa facilità con cui si raccolgono margherite di campo in una giornata di primavera. Berlusconi,al netto dell’ecatombe, sviluppa lo stesso aberrante ragionamento:la cultura è un male e va estirpata con ogni mezzo.Occorre massificare il pensiero in nome di una sottocultura globalizzata a mezzo televisione.I libri,la scuola,la diversificazione dell’opinione sono un male perché  impediscono l’irreggimentazione nel pensiero unico e dominante del satiro di Hardcore.Cerottone non perde occasione per sbandierare questo assunto,sfoggiando lo stesso sorriso per cui era famoso Pol Pot.Un sorriso che ingannò milioni di persone,celando dietro la simpatia e il fascino,uno dei regimi più brutali che la storia ricordi.Mi si contesterà che il paragone sia un poco azzardato.A mio avviso,invece, è calzante perfettamente.In Italia,ovviamente, mancano i milioni di morti e i lager li riserviamo solo ai profughi.Ma il cemento che consolida ogni dittatura,ancorchè imbellettata da pseudo-democrazia,porta sempre lo stesso nome:ignoranza.

Blackswan,domenica 17/04/2011

sabato 16 aprile 2011

LE BRIGATE LANZICHENECCHE

Il golpe giudiziario ordito da Berlusconi sta prendendo forma definitiva.L’attacco alla magistratura non si limita più a farneticazioni via etere,ma ha assunto i connotati dell’operazione militare,preordinata e violenta.I muri di Milano sono stati imbrattati da indegni manifesti con cui la Procura di Milano viene paragonata alle Brigate Rosse.Un atto gravissimo,parto degenerato di una mente miserabile che cerca in tutti i modi,in barba agli interessi del paese che rappresenta,di evadere le proprie responsabilità penali.L’affissione è abominevole in senso assoluto,ma lo è ancora di più se relativizzata alla storia recente della nostra nazione,in quanto veicola una menzogna ( l’assimilazione fra giudice e brigatista ),rinnegando contestualmente un passato in cui la magistratura combatteva l’eversione e cadeva vittima dei proiettili sparati da terroristi di destra e di sinistra  e autorizzando implicitamente il cittadino ad usare gli stessi toni,a delegittimare cioè il potere giudiziario e indirettamente quello delle forze dell’ordine.Quei manifesti non sono altro che un invito all’anarchia, un salvacondotto implicito offerto dalla maggioranza di governo al cittadino per eludere il rispetto delle regole del consesso civile.Il messaggio che si vuole trasmettere,con la viltà dell’anonimato ma con un’evidente paternità golpista,è chiaro: colpevole non è chi commette i reati ma il giudice che su quei reati indaga.Gli effetti saranno ancora più nefasti dal momento che questa apologia del crimine arriva alle orecchie di un popolo senza memoria storica.L’elenco dei magistrati uccisi dai brigatisti è una infatti stele funebre posta a difesa della nostra democrazia e dei nostri principi costituzionali: Francesco Coco,Vittorio Occorsio,Riccardo Palma,Girolamo Tartaglione,Emilio Alessandrini,Vittorio Bachelet,Girolamo Minervini,Guido Cavalli,Mario Amato.Tutti magistrati morti per difendere lo Stato e che dallo Stato oggi vengono infangati al solo scopo di esonerare un criminale dalle proprie pendenze penali.Pendenze penali che devono essere cancellate a qualunque prezzo,piegando la legge e l’apparato istituzionale con grotteschi provvedimenti che nulla hanno a che vedere con gli interessi del paese.In concomitanza ai manifesti di Milano,ecco allora partire da Roma un secondo blitz a firma Gasparri e Quagliarello:un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro ( si fa per dire ) Alfano circa la costituzionalità del processo Ruby.E’ un’interrogazione che non ha alcuna sostanza giuridica e il cui scopo è solo quello di intimidire,di minacciare,di fuorviare l’opinione pubblica.Un’iniziativa sconcia anche nella forma oltre che nella sostanza:il padrone ordina a due servi di chiedere ad un altro servo di impedire il corso della giustizia.Lo sfaldamento,l’erosione dei pilastri della nostra democrazia non è più solo un pericolo latente,ma una deprimente certezza.Berlusconi e le sue truppe di lanzichenecchi hanno finalmente tolto la maschera,hanno dismesso anche l’ultimo simulacro di decenza.E hanno dato inizio al saccheggio.Questa mattina,Stefano Rodotà,uno dei più insigni giuristi italiani,lancia un appello dalle pagine de “ Il fatto quotidiano “: “ L’opposizione deve radicalizzare l’iniziativa”.Il senso è lo stesso di quanto scrivevamo l’altro ieri sulle pagine di questo blog.C’è solo una strada da intraprendere,e non è più quella del confronto moderato.Diversamente,il rischio che si corre è quello di passare dalla dittatura della merda a quella del manganello.Non manca poi molto.

Blackswan, sabato 16/04/2011

giovedì 14 aprile 2011

L'UNICA STRADA RIMASTA

Li ho visti ridere,scherzare fra loro,parlare al telefonino e leggere il giornale.Come fossero al bar.Invece,stavano seppellendo definitivamente la legalità di un paese.Avevano le facce tracotanti del violento che esercita un potere,il sorrisino furbetto di chi l’ha fatta grossa e sa che la passerà liscia.Ieri,lo dico ad uso e consumo di chi ancora non lo avesse compreso,si è consumata l’ultima fiammella della nostra democrazia.La democrazia sostanziale,intendo,non quella formale di cui ancora percepiamo la parvenza.Il potere di un pagliaccio senza morale e cultura ha manipolato,col proprio denaro e le proprie televisioni, la vita politica di una nazione.Una maggioranza risicata di parlamentari comprati ha fatto il resto.Il processo breve non solo toglie giustizia a migliaia di poveretti che vedranno i propri carnefici farla franca,ma ha demolito,irrimediabilmente, un sistema giudiziario forse non perfetto,ma di gran lunga migliore di quello che sarà in futuro.E soprattutto,ha dimostrato l’inutilità di ogni opposizione democratica in sede istituzionale,perché fagocitata da un sistema di prebende che ha mercificato la dignità e il rispetto costituzionale dei parlamentari di maggioranza.E’ inutile il dibattito,è inutile il confronto,è inutile il richiamo al buon senso.Non resta che il Presidente della Repubblica,ultimo baluardo di democrazia,per fermare l’infamia di questa legge,gemella di tante porcate del passato e di tante che verranno in futuro.Ma è una speranza flebile,quasi vana.E’ il rifugio della disperazione.Non è più tempo che i deputati delle opposizioni rispettino le regole,che si siedano sui loro scranni dorati a sventolare la Carta Costituzionale e a prodursi in sterile ostruzionismo.E’ ora di finirla con l’opposizione buonista e aperta al dialogo dei Veltroni,dei Renzi,dei Casini,dei Fini.Con la mafia non si tratta.La mafia si combatte.E’ arrivato il momento di imboccare l’unica strada rimasta.Tutte le forze democratiche devono dimettersi in blocco,lasciare definitivamente l’emiciclo,dove ormai vale solo la regola del mercato della vacca,delegittimando così il Parlamento.Ma non devono commettere l’errore di ritirarsi sull’Aventino.Occorre presidiare Montecitorio,picchettarlo,impedire a chiunque di entrare.Bisogna chiamare a raccolta tutta la società civile per bloccare l’accesso all’emiciclo,riempire la piazza e tutte le vie d’accesso,in un’insurrezione pacifica,definitiva,irremovibile. E restare lì,anche sotto i colpi dei manganelli,delle pistole,degli idranti,fino a quando non verranno sciolte le camere e si tornerà a votare.Non resta che questo,povero pensiero utopico di un povero cittadino che non ha perso la voglia di lottare,ma che non ha più speranze di democrazia.In questi giorni mi sono tornate alla mente le parole che Antonino Caponnetto pronunciò,con le lacrime agli occhi,in via D’Amelio,poco dopo l’agguato a Borsellino: “ E’ tutto finito “.Ho sentito in gola,sulle labbra,il sapore amaro di quella stessa disperazione.La disperazione del giusto che invano combatte il potere con la sola forza della legge e della civiltà.Ma io non voglio né rassegnarmi né piangere.Non ancora.Voglio tornare a vivere in un paese libero e voglio combattere ogni giorno perché ciò accada.I tempi sono maturi per una rivolta.

Blackswan, giovedì 14/04/2011

mercoledì 13 aprile 2011

LA TENZONE DELLA NON BARZELLETTA

Berlusconi ha il vezzo di raccontare barzellette per blandire il proprio pubblico.Barzellette che, per quanto si produca in sforzi recitativi e di immedesimazione,non fanno ridere nessuno ( a meno che ovviamente uno non sia stato pagato per sbellicarsi ).Dal momento che provo un pò di invidia per Cerottone e mi perito di essere un barzellettiere di prim'ordine,voglio sfidarlo a singolar tenzone,voglio vedere cioè chi fra i due è più bravo a raccontare una barzelletta che non faccia ridere.Lo chiamerò: "La tenzone della non barzelletta che vi farà piegare in due dalle non risate".Dunque...ci sono un italiano,un francese e un tedesco...no,questa no,è troppo abusata...facciamo quest'altra,allora...C'è un paese governato da un premier alto un cazzo e un barattolo,che si bituma i capelli e si colora la faccia col fango per apparire più fico.Questo ometto,che per ragioni di copione chiameremo Silvio,oltre ad essere bello,simpatico e intelligente,è pure affetto da satiriasi ( con derive eroraliche ) ed ha una spiccata propensione alle frequentazioni mafiose.Anzi,a dire il vero,si immedesima talmente tanto nel ruolo del picciotto siciliano,da approciarsi al codice penale con la stessa baldanza di un etilista alla carta dei vini di un convegno di sommelier.Così,ogni tanto,quando non riesce a corrempere abbastanza velocemente,viene rinviato a giudizio.L'ultimo procedimento penale in ordine di tempo ha come oggetto i reati di induzione alla prostituzione minorile e di concussione ( l'argent de poche di una carriera criminale peraltro ineccepibile ). Ovviamente l'ometto si smarca dalle accuse adducendo una persecuzione da parte di magistrati comunisti e si difende sostenendo 1) di aver pagato una zoccola per non trombare ( quel che si dice : ironia della sorca ); 2) di aver evitato un incidente diplomatico con l'Egitto chiamando sette volte in questura per far liberare la zoccola che non aveva trombato e che nel frattempo,disperata dal rifiuto del satiro,si era data all'attività di ladra sotto le mentite spoglie della nipote di Mubarak.I giudici maoisti,pervasi da cieco accanimento nei confronti del premier,non credono alla cristallina verità che soavemente sgorga dalle labbra cotonate di Silvio,e investigando e investigando,montano un teorema di accuse e falsità da far rabbrividire un intero paese.Così l'amabile omino,avvalendosi del gratuito e spontaneo contributo di una schiera di 315 paladini senza macchia e molta paura ( di perdere la cadrega ),decide di salvare la nazione dalla morsa giustizionalista dei togati marxisti,e con coraggio da guascone,vara in Parlamento la nobile legge sul processo breve.Dopo aspri combattimenti che vedono volare sottosegretariati a destra e copie della Costituzione a sinistra,nonostante la denigratoria campagna stampa delle televisioni e dei giornali manovrati dal perfido nemico Bersani,l'omino -premier ce la fa e vince la sua battaglia.Qualcuno dei suoi processi verrà sedutastante incenerito ( non subito quello sulla zoccola,dategli almeno il tempo di elaborare un progetto di legge per abbassare la maggiore età a dodici anni ).E adesso siamo al gran finale per il quale,se sono stato abile narratore,vi sganascerete dalle non risate.Insieme ai processi ( Mills e Mediaset )del premier,se ne andranno in fumo per prescrizione anche i seguenti procedimenti:
Processo Parmalat ( Tanzi )
Processo Antonveneta ( Fazio )
Processo Cirio ( Cragnotti e Geronzi )
Processo strage di Viareggio ( trentadue morti )
Processo terremoto dell'Aquila ( Crollo della Casa dello Studente )
Processo Calciopoli ( Moggi )
Processi per emergenza rifiuti ( Tribunale di Napoli )
Processi per le truffe dei falsi invalidi ( Tribunale di Napoli )
Processi al Ministro Fitto ( corruzione,abuso d'ufficio,peculato,turbativa d'asta )
Processo a Giampi Tarantini ( malasanità )
Processo Campi di Bisenzio ( ventiquattro imputati per corruzione e abusi urbanistici )
Processo LTS ( bancarotta )
Processo Eternit ( 1600 morti "silenziose" per esposizione all'amianto )
A questi devono aggiungersi,più o meno,altri 15.000 processi,secondo le stime del CSM.
Se sono riuscito a non farvi ridere,il più bravo a raccontare le non-barzellette sono io.Voglio il primato.A Berlusconi lascio volentieri quello di far ridere quando dice cose serie.In quella specialità non posso competere,è imbattibile.
Blackswan, mercoledì 13/04/11

La scuola, focolaio di rivolta

Siccome al peggio non c'è limite, stamattina mi tocca leggere che l'On. Gabriella Carlucci (quella che parcheggiava la Porsche sul marciapiede di Montecitorio e poi cazziava il vigile reo di non volerle togliere la multa) vuole costituire una commissione d'inchiesta sui libri di storia in uso nelle scuole.
Il problema sarebbe emerso dall'esame di un testo in particolare, che contiene giudizi troppo positivi, o non abbastanza negativi, su Togliatti e Berlinguer e un approccio critico alla storia dell'attuale Pdl.
In sintesi, secondo la Lella la cultura è asservita ai cosacchi che stanno per abbeverare i loro cavalli in Piazza San Pietro.
Ma in realtà la poverina si agita senza motivo.
Dopo che i suoi compagni di merende sono riusciti a deculturalizzare del tutto il paese, a me pare che il rischio insito in un qualsiasi contenuto di un qualsiasi libro di testo sia prossimo allo zero.
E quindi l'On. Carlucci sembra avere sposato una classica battaglia di retroguardia.
Ma la cosa più grottesca è che il testo massimamente incriminato è edito da Mondadori.
I cui responsabili editoriali per la scuola hanno precisato che le bozze del testo sono state visionate più volte da tutta la casa editrice, e si suppone quindi che qualcuno abbia relazionato anche la proprietà, e nessuno ha ovviamente mai trovato nulla da ridire.
E nessuno ha trovato da ridire perchè: A) si tratterà presumibilmente di un testo come molti altri; B) quali che siano le caratteristiche del testo, tocca poi al docente integrarlo ed eventualmente correggerlo durante l'anno scolastico, come sempre è accaduto e sempre accadrà, C) last but not least, se uno non è paranoico come lo sono questi imbecilli sa bene che non è vero che i professori siano tutti comunisti e che comunque, se anche lo fossero, non per questo pretenderebbero di far cantare l'Internazionale ai ragazzi prima della lezione.
In realtà è chiaro che cosa veramente rode a questi servi.
Non è ammissibile un testo in cui Togliatti e Berlinguer vengono definiti statisti con un'ampia visione del paese e non si dice lo stesso di Berlusconi.
E siccome l'appetito vien mangiando, vorrebbero che il peana al capo uscisse non solo mentre lui ancora al mondo, ma addirittura mentre è ancora in carica.
Così poi magari ci ritroviamo i cartelloni della prossima tornata elettorale con slogan del tipo "Berlusconi, un uomo che è già nella storia".
Questo, appunto, per i libri di storia.
La geografia è già di suo una materia in divenire, non solo e non tanto per i rivolgimenti degli ultimi vent'anni, con relativi spostamenti di confini e nascita di nuovi stati, quanto per l'illuminata opera di statisti di ampie vedute, italiani e stranieri, che si arrapano all'idea di innalzare nuovi muri qui e là.
Restano però i libri di scienza, dei quali ci si dovrà pur occupare, no?
Magari ficcandoci dentro qualche riferimento neocreazionista, così poi è contento anche Formigoni, e perchè no anche una spiegazione teologica dello tsunami giapponese.
Con un unico avvertimento: occhio a dire che un popolo e/o una nazione hanno ciò che si meritano, perchè ho idea che questo genere di discorsi a noi non convenga per niente.

13 aprile 2011

Ezzelino da Romano

martedì 12 aprile 2011

CAZZON TICINO

Alla fine,come si temeva,la Lega Ticinese ha vinto le elezioni del Canton Ticino.Gli omologhi elvetici alle camice verdi padane hanno raccimolato il 30% dei voti,cioè un inquietante pieno di consensi.Ottenuti,oltretutto, con una campagna elettorale che più chiara non si può: fuori dalle balle i frontalieri italiani,terroni e mangia pane a tradimento.Un successo che è l'ennesima dimostrazione del fatto che le politiche secessioniste e xenofobe hanno una stretta connessione con l'anatomia del pene:una base di coglioni e al vertice una testa di cazzo.A teste di cazzo federaliste,noi siamo messi molto bene,ma gli svizzeri,a onor del vero, ci fanno un culo così.Il Bossi d'oltralpe,infatti, si chiama Giuliano Bignasca,è figlio di uno scalpellino dal quale ha ereditato l'azienda di famiglia ed insieme al fratello ha messo in piedi un discreto numero di imprese di costruzioni.Lo chiamano il " nano " e con l'altro "nano",quello di Arcore,non condivide soltanto il modesto slancio fisico,ma anche un interessante carnet di pendenze penali:nello specifico, calunnia,diffamazione,ingiuria e droga.Ciliegina sulla torta:è anche accusato di aver sottratto gli oneri sociali ai propri dipendenti stranieri,in un'apoteosi di caritatevole tolleranza .L'uomo è uno che non le manda a dire,e sia in campagna elettorale che nelle apparizioni mediatiche ha dimostrato di essere,per così dire,un pò "ruvido" nel portamento e nel linguaggio.Roba da far invidia allo stesso Bossi che,un pò perchè non si capisce quando parla,un pò perchè condisce tutto a rutti e dita medie,appare più macchietta e meno trucido del suo corrispettivo ticinese.Il quale,anche fisicamente,trasmette un certo timore reverenziale:fisicamente si presenta come la versione imbolsita e igienicamente scorretta di Borghezio,anche se condivide con Bertinotti il nobile vezzo dell'occhialino portato sulla fronte.Ma Bignasca il meglio di sè lo da quando infioretta le proprie riflessioni politiche con pacatezza di modi degni del Dalai Lama.Mi pregio di far seguire d'appresso alcune perle del repertorio del leghista elvetico,vere finezze gastronomiche per palati da grand gourmet :1) "Se Tremonti rinnova gli accordi bilaterali sulle tasse dei frontalieri,bene.Se no,ne buttiamo fuori 10.000.Tremonti fa il pirla con la Svizzera.O lo capisce,o gli spacchiamo le ossa."( quando si dice puntare tutto sulla diplomazia ) 2) "Tremonti se non tratta con noi è un somaro.Ora deve ascoltarci e deve farlo tramite la Lega Nord " ( iperbole zoofila: un asino che chiede ad un somaro udienza per tramite di un gregge di capre.Superba ammucchiata di bestie. ); 3) "Bossi deve tagliare l'Italia sotto Bologna,se no siete falliti " ( com'è profondo il mare dell'idiozia ! ); 4) "Io la Costituzione non l'ho mai letta e mai la leggerò.Al massimo,la straccio!" ( e così ad occhio e croce direi che non è la Costituzione l'unica cosa che non ha mai letto ); 5 ) Che rapporto abbiamo con Berna ? Come con Roma:li mandiamo affanculo! " (in questo caso almeno è apprezzabile il simbolismo aulico che sottende al rigoroso ragionamento federalista ).Insomma,Paese che vai,coglione che trovi.Peraltro,anche ad un osservatore meno acuto della media,non sfuggirà una certa similitudine con la nostrana ganga delle camicie verdi.Separati dalla nascita,ma fatti con lo stesso stampino:al netto della consueta aerofagia,sotto l'insulto il vuoto.A rendere,ovviamente.

Blackswan, martedì 12/04/2011

lunedì 11 aprile 2011

BERLUSCONI NON E' IL PIU' GRAN CAZZARO CHE C'E'

Mi sto accingendo a scrivere,per sottrazione,una cosa positiva su Al Nanone.Fermi tutti ! Non sono impazzito e si,ho roba buona.Ma non ho fumato adesso,quindi è inutile che mi chiediate il numero del pusher.Tanto non ve lo do.Lo scoop,però,era troppo succulento e il dovere di cronaca mi impone di rendervene edotti: Berlusconi NON è il più grande cazzaro d'Italia.Si attesta senz'altro al secondo posto,e ce lo conferma anche oggi con una perla d'annata da estasi surreale del tipo:" Ho dato soldi a Ruby perchè non si prostituisse".Strepitoso,mirabolante,geniale.Ma non basta.Il cazzaro più cazzaro che c'è si chiama Roberto De Mattei,è nato Roma nel 1948,ed è vicepresidente del CNR dal 2004.Il CNR è il massimo ente pubblico nazionale in ambito scientifico ed ha il compito di promuovere,svolgere,valorizzare e diffondere attività di ricerca e sviluppo.Chi ci vedreste a capo di questo ente ?A occhio e croce direi che ci starebbe bene uno scienziato.Invece no,ci hanno messo un coglione.L'esecutrice materiale della nomina si chiama Letizia Moratti,e lo scempio lo ha commesso quando era Ministro dell'Istruzione pubblica.I mandanti, invece,stanno un pò più in alto e risiedono dalle parti del Vaticano.De Mattei,infatti,tiene una rubrica su Radio Maria,dirige il periodico "Radici Cristiane",insegna Storia Moderna presso la Nuova Università Europea di proprietà della congregazione religiosa dei Legionari di Dio.E' sufficiente questo per considerarlo un coglione ? No.Questo è solo il curriculum.Consolidato a colpi di panzane e fregnacce che ad elencarle tutte ci vorrebbe un mese.Alcune delle chicche rilasciate nel corso degli anni dallo storico ( si fa per dire ) cattolico riguardano il creazionismo,l'immutabilità della specie e la datazione della nascita della Terra a soli 15-20 milioni di anni fa.Teorie che sarebbero suonate ridicole anche nel Basso Medioevo e che invece l'insigne demente declina baldanzoso ogni volta che ne ha l'occasione.L'uomo però si è superato quando,non più tardi di un mese fa,definì lo tsunami che ha sconvolto il Giappone un castigo di Dio.Da non crederci,eppure è così.Ancora più orripilante la tesi a sostegno della farneticazione: "Dio non ha mandato direttamente lo tsunami.Se Egli permette questo male, non intendo dire che sia l'autore del male,perchè altrimenti cadiamo in una visione manichea.....Non ho la pretesa di conoscere le ragioni per le quali Dio ha permesso che ciò accadesse.Ma so che una ragione c'è ".Un vero e proprio uomo di scienza,dunque,illuminato come Torquemada alle prese con un autodafè.Basterebbe questo ad inquadrare il personaggio come un idiota, ma purtroppo per noi c'è di più.Ad esempio,nemmeno Berlusconi,di cui tutti conosciamo le derive omofobe,sarebbe mai riuscito a sparare una cazzata di questo tenore: " La caduta dell'Impero Romano non è dovuta alle invasioni barbariche,ma è stata causata dai gay." Un impero consolidatosi in 500 anni di storia che si sbriciola a causa di qualche inchiappettata.Che analisi,che spessore,quali intuizioni!Fa male saperlo,ma questo caso umano viene pagato coi nostri soldi.Ed è ancora più doloroso sapere che De Mattei,che evidentemente non è mai entrato in possesso di un televisore,ha messo al mondo 5 figli.Ha riprodotto cioè 5 teoriche teste di cazzo a sua immagine e somiglianza.Potranno mai ripercorrere le gesta del padre ? Dubito davvero.E per dimostrarvelo,siccome questo paladino del progresso sta alla scienza come Maroni ai polpacci dei poliziotti,vi servo su un piatto d'argento il gran finale,la perla di genialità che fa di questo omuncolo rubato alla coltivazione della terra il più grande cazzaro che la storia recente ricordi.Intervistato da Repubblica, la prova vivente che non sempre il coitus interruptus funziona così delira " Si deve credere nella storicità del passaggio della Genesi in cui si afferma che Adamo ed Eva sono la coppia originaria da cui è nato il genere umano.Se un cattolico non accettasse questo,verrebbe a cadere l'idea di un peccato originale trasmesso da una coppia di progenitori a tutta l'umanità.La mia battaglia culturale ( sic ! )...si svolge soprattutto all'interno del mondo cattolico sottomesso al clima intellettuale dominante." Ed infine,non pago di tante nefandezze, come il personaggio che nella barzelletta cagava nel soggiorno dei suoceri e poi si puliva il culo con le tende,soggiunge : " Il Paradiso terrestre è una realtà storica e non una metafora ". Silvio,mi spiace per te,ma non c'è battaglia.Se vuoi fottere De Mattei la devi smettere con le toghe rosse e amenità trite e ritrite.Devi operare ad un livello superiore,surreale:non ti resta che presentarti in televisone a reti unificate,dire che sei iscritto da anni a Rifondazione Comunista,che fin da piccolo tifavi Inter e che della figa non ti è mai importato nulla.O meglio ancora, potresti dichiarare di essere Dio.Che detto da un porco come te suonerebbe un pò blasfemo ma bucherebbe senz'altro lo schermo.
Blackswan, lunedì 11/04/2011

domenica 10 aprile 2011

ILDA LA ROSSA

Lo psicopatico che ci governa non perde mai l’occasione per rilasciare farneticanti dichiarazioni.L’ultimo delirio del nano è avvenuto alla premiazione delle eccellenze del progetto “Campus Mentis “,giovani universitari che nel breve lasso di un pomeriggio si sono pentiti amaramente di aver eccelso ed essere stati premiati. Barzellette sconce,inviti al Bunga Bunga a due povere ragazzine basite,consigli su come vestirsi per essere più fashion ( proprio lui che circola con il bitume fra i capelli e il rialzo nei tacchi ),una demenziale proposta di riforma costituzionale in chiave golpista ed infine il consueto attacco ai giudici comunisti.L’uomo,bollito come il mio culo dopo un’ora di mountain bike,ormai reitera un copione usurato e stantio,e nonostante gli sforzi, non riesce più nemmeno a far ridere ( unica cosa che gli riusciva davvero bene ).Le performance del piazzista di Arcore ormai  sono tutte così: barzellette da avanspettacolo e tirata contro le toghe rosse.Ovviamente,bersaglio preferito del Cerottone è la Procura di Milano e in particolar modo Ilda Bocassini,che non più tardi di qualche mese fa cercò di infangare raccontando dalle pagine de Il Giornale una panzana clamorosa,venduta come scoop ai lobotomizzati lettori. Il magistrato,nel 1981 ( roba fresca fresca ,insomma),all’uscita del Tribunale baciò sulla bocca il proprio compagno di allora,un giornalista dichiaratamente di sinistra.Secondo Berlusca e i suoi tirapiedi, quella era la prova decisiva che la Bocassini fosse comunista e Berlusconi un perseguitato politico.Come anche il meno smaliziato dei lettori può comprendere,quel presunto scoop fu la mossa disperata di chi cerca di attaccare una persona così pulita da non potergli contestare nemmeno un divieto di sosta.La verità è che Ilda Bocassini è un giudice che fa il proprio dovere senza alcuna colorazione di parte:indaga sui reati e cerca di associare alle patrie galere chiunque violi la legge,a prescindere dal partito di appartenenza.Rosso o nero,un criminale è un criminale e va assicurato alla giustizia.I cittadini italiani,che non hanno memoria o se ce l’hanno,l’hanno cortissima,con un piccolo sforzo potrebbero ricordarsi di ciò che avvenne nel 2007,quando Ilda Bocassini fece arrestare tutti i componenti di “Seconda Posizione “,recrudescenza brigatista che aveva come dichiarato obiettivo quello di colpire Al Nanone.Riporto integralmente la notizia,che potrete reperire facilmente in rete,invitandovi a leggerla fino in fondo.

ROMA - Quindici persone arrestate, tutti militanti di un'organizzazione dell'ala movimentista delle Brigate Rosse, la cosiddetta "Seconda posizione". Fra loro, alcuni sindacalisti della Cgil, che sono stati subito sospesi. E' il primo bilancio di una vasta operazione antiterrorismo che ha impegnato le questure di Milano, Padova, Torino e Trieste con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione. Oltre 500 gli agenti impegnati, con l'impiego di unità cinofile antisabotaggio, elicotteri e nuclei degli artificieri. I militanti sono accusati, fra l'altro, di associazione sovversiva e banda armata.

Gli obiettivi. Tra gli obiettivi dei presunti terroristi, c'erano il professor Pietro Ichino, economista, "oggetto di sopralluoghi e di embrionali inchieste"; una delle abitazioni di Silvio Berlusconi, la casa di via Rovani a Milano; la sede dell'Eni a San Donato (Milano) "per ragioni di politica in Medio oriente"; la sede di Mediaset a Cologno Monzese; la redazione del quotidiano Libero, a Milano; la sede di Sky, anch'essa a Cologno Monzese; alcuni ex dirigenti della Breda, "ritenuti responsabili della morte di operai per malattie collegate alla presenza in fabbrica dell'amianto".

Gli arresti. Sei gli arresti e una ventina di perquisizioni a Padova, almeno un arresto a Milano e a Torino. Almeno 70 indagati. I militanti finiti in carcere si erano dati una struttura articolata e si esercitavano a sparare nella Bassa Padana. Tali esercitazioni sarebbero state filmate dalla Digos. Ai quindici, secondo indiscrezioni, è contestato il progetto di un attentato. Anzi, il ministro dell'Interno Amato, ha dichiarato: "Probabilmente lo abbiamo sventato".

Indagini dal 2004. L'operazione ha origine da un'indagine, iniziata dalla Digos di Milano nell'agosto del 2004 e coordinata dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Ilda Boccassini, avviata in seguito al rinvenimento, in una cantina, di documentazione di natura eversiva e materiale riconducibile ad attività illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra strumentazione elettronica). Il gruppo si sarebbe autofinanziato con rapine.

Strabiliante vero ? La Bocassini che indaga sulle nuove Brigate Rosse,ne fa arrestare tutti i componenti e sventa attentati che hanno per obiettivo case e proprietà di Silvio Berlusconi.Se ad ogni fregnaccia che il premier dice contro i magistrati,le tv e i giornali facessero seguire in loop questa notizia di qualche anno fa,è probabile che anche il più focoso sostenitore del nano di Arcore si formerebbe un diverso convincimento.E cioè che in Italia gli unici magistrati politicizzati sono quelli che Al Nanone si era comprato tramite l’associazione a delinquere chiamata P3,mentre gli altri,tanto vituperati, fanno solo il proprio dovere.Come la Bocassini che, per senso dello Stato e fedeltà alle istituzioni,indaga e fa arrestare eversori che volevano colpire il suo presunto acerrimo nemico.

Blackswan, domenica 10/04/2011

venerdì 8 aprile 2011

DON GIORGIO

Un prete.Non un prete qualsiasi.Don Giorgio De Capitani è un sacerdote sempre in bilico fra la scomunica e Dio.Se fossi credente e lui fosse la Chiesa,andrei a messa tutti i giorni.Don Giorgio rappresenta la società civile,lo spirito religioso come dovrebbe essere.Senza paura e senza ipocrisie.Con la forza delle parole e delle idee.
Qui di seguito la sua intervista a Exit e il successivo chiarimento per spiegare le sforbiciate date all'intervista dalla trasmissione.





Blackswan, venerdì 08/04/2011

PERCHE'

Ricevo questa mail, e integralmente la pubblico.Queste parole,semplici e dirette,mi piacciono e mi emozionano.Non solo perchè giustificano un voto di civiltà nei confronti della barbarie.Ma perchè,soprattutto,ci ricordano quello che siamo o che dovremmo essere.
Grazie a te.
 
In un recente interessante articolo nel quale ricordavi le elezioni del 2008 mi hai fatto ricordare quel periodo.
Anch'io ho votato come te per il PD, e se mai qualcuno volesse sapere 10 motivi per cui l'ho fatto e mi chiedesse di elencarglieli per convincerlo a fare altrettanto, risponderei così riassumendo i principi che riconosco nella cultura di sinistra, e che intravedo nei tuoi valori che ispirano il tuo pensiero:
 
Perché non posso ignorare la sofferenza.

Perché quello che ho è prezioso e dovrò restituirlo.

Perché quello che ho non vale nulla se non puoi meritarlo anche tu.

Perché la prima di tutte le mie bandiere è il tricolore.

Perché domani magari un immigrato possa essere il miglior amico di mio figlio.

Perché il mio sangue è rosso come rosso è il sangue versato dai martiri della resistenza.

Perché se qualcuno vorrà farmi del male posso contare su di te.

Perché avrò meno paura del futuro dopo che avrai letto queste parole.

Perché mi emozionano Fazio e Saviano non il Grande Fratello.

Perché non voglio vincere finché tu non sia libero di scegliere.
 
Per me valgono i principi con la speranza che un giorno vicino gli interpreti siamo all'altezza.
Ciao e grazie.
 
Paolo La Falce

RAZZISMI

Abiola Wabara ha 29 anni,è italianissima,ma ha la pelle scura.Gioca a basket in seria A1,nella formazione di Sesto San Giovanni,e veste anche la maglia della Nazionale.Ieri,durante gara-2 dei quarti di finale del campionato italiano è stata fatta oggetto da parte di un gruppo di ultras di ripetuti insulti razzisti.Le gridavano "scimmia" e " negra di merda ",epiteti conditi dal solito corollario di "buuu!".Abiola ha fatto finta di nulla,ha continuato a giocare e poi a fine gare è sbottata.A questo punto,agli insulti si sono aggiunti anche gli sputi,in un surplus di viltà,visto che oggetto delle deiezioni di quei mentecatti era una donna.Il tutto è avvenuto alla presenza degli arbitri di gara che,o perchè sordi o perchè compiacenti,non hanno sospeso la partita come prevede il regolamento in simili casi.Non è mia intenzione tediarvi con una tirata sociologica contro il razzismo.Si rischia di cadere nella trappola della retorica e banalizzare un fenomeno orripilante,ma purtroppo comune ad ogni latitudine e classe sociale.Però questo ennesimo episodio di intolleranza mi spinge comunque a qualche riflessione.In Italia,ormai da una ventina d'anni a questa parte, la discriminazione nei confronti del diverso è istituzionalizzata,essendo il cavallo trainante del programma politico delle Lega che ci governa.Il razzismo si respira quotidianamente,è un fetore che ammorba l'aria.Entra nelle nostre case via cavo,tramite gli sproloqui beceri dei parlamentari padani e tramite gli ululati beluini degli stadi,che hanno peraltro la stessa matrice ideologica che identifica il Carroccio:il nulla.Questa intolleranza assunta a teorema è tanto più malevola perché si nutre della sorniona accondiscendenza d'accatto di quanti tacciono per connivenza politica,Vaticano incluso.Non è però un razzismo mirato su un unico bersaglio:si odia il diverso a prescindere,sia esso nero,giallo,gay o disabile.E lo si odia non solo con gesti eclatanti,come un pestaggio o un coro da curva,ma soprattutto nelle piccole cose di tutti i giorni.Siamo talmente assuefatti dalla xenofobia a reti unificate,da aver persino modificato il nostro linguaggio:quasi inconsapevolmente o addirittura ritenendo di essere simpatici,siamo soliti utilizzare il sostantivo albanese, zingaro, ebreo, per insultare o semplicemente per rappresentare con colori vivaci una determinata situazione.Se dici "sei conciato come uno zingaro " oppure " andiamo in giro che sembriamo degli albanesi ",la frase è socialmente accettabile,la figura retorica è anzi condivisa e spesso suscita ilarità.Però,attenzione a non bestemmiare ( cioè,attribuire qualità suina ad un personaggio di fantasia ),perchè si viene subito messi all'indice.Sono le contraddizioni di questa società ipocrita,che nel migliore dei casi sventola le bandiere dei diritti a seconda delle necessità di parte e si indigna pro-forma perché fa molto chic.Così,quando sentiamo Bossi farfugliare " fora di ball " o " bisogna svuotare la vasca” riferendosi ad essere umani,magari scappa il risolino per la battuta gagliarda e non il disgusto per l'oscenità che la battuta sottende.E se un parlamentare della Lega apostrofa " handicappata di merda " una deputata disabile del PD,accenniamo ad un rigurgitino di indignazione subito celato dal consueto menefreghismo di fondo.Perchè le nostre orecchie e i nostri cuori sono talmente abituati alla viltà e all’abominio dell’aggressione al diverso, da ritenerla connaturata al tessuto sociale come uno sgradevole dato di fatto e non invece come una metastasi da estirpare tramite amputazione.Stasera,però,voglio prendermi una piccola,ma succulenta rivalsa nei confronti di queste bestie in giacca e cravatta che cercano di imitare una civiltà di cui nemmeno conoscono l’indirizzo.Leggo che domenica,in Canton Ticino,si terranno le elezioni per rinnovare il parlamento locale.La Lega Ticinese si presenta a queste elezioni con una campagna elettorale che ha come motto “ Fuori gli italiani dalla Svizzera “.Ce l’hanno con i frontalieri,padani di Como,Varese e Sondrio,che vanno nel Canton Ticino a lavorare e sono accusati di rubare pane e lavoro agli svizzeri.”Fora di Ball !” è il grido di battaglia del popolo elvetico.I padani trattati come tunisini qualsiasi.E’ la legge del contrappasso che inevitabilmente diviene regola anche nella discriminazione.Altro che Insubri e popolo eletto:Lega terrona e Milano ladrona.C’è sempre una razza superiore a nord di ciascuno di noi.

Blackswan, venerdì 08/04/2011