Se qualcuno ha avuto la curiosità di leggere il mio profilo, saprà che faccio l'avvocato.
Come dico sempre, ho tentato di trovarmi un lavoro onesto ma non ci sono riuscito.
Questa però è una battuta che sparo per alleggerire, perchè in realtà la mia professione può (secondo me deve) essere praticata con grande onestà e dignità, e quando ci si riesce può diventare addirittura qualcosa di socialmente utile.
Le nostre regole deontologiche battono molto sul tasto della "integerrima e specchiata condotta di vita", con ciò intendendo che l'avvocato non dovrebbe sbragare mai, nemmeno quando è in giro per i fatti suoi, perchè altrimenti verrebbe meno la sua credibilità come baluardo della libertà e dei diritti.
Ogni norma vive del suo tempo, e quindi credo che oggi un avvocato possa ad esempio prendersi una sana sbronza senza dovere per ciò solo temere la sospensione.
Però credo anche che la decenza non passi mai di moda, e che un livello minimo debba essere mantenuto anche in questi tempi così particolari.
L'altro ieri si è concluso a Milano il processo Parmalat in cui erano imputati anche i vertici di alcune grandi banche, ritenute responsabili di avere diffuso al pubblico i titoli Parmalat pur conoscendo la reale condizione dell'azienda.
Tutti assolti, ma non è questo il punto.
Si conosce l'esito, ma non la qualifica (proscioglimento con formula piena, per insufficienza o contraddittorietà delle prove, ecc. ecc.) e men che mai le motivazioni, che saranno rese note fra almeno due mesi.
Quindi, finchè non si sono lette anche le virgole, di una sentenza è bene non parlare.
Il punto sono gli avvocati degli imputati, cioè degli amministratori e dei direttori generali delle banche, che alla lettura del dispositivo esultano in aula levando i pugni al cielo come un calciatore che ha appena segnato un gol.
Il tutto davanti alle telecamere e alla presenza delle parti civili, cioè di quei poveri cristi che in molti casi hanno visto i risparmi di una vita divorati da personaggi senza scrupoli, con il beneplacito ed anzi con il decisivo contributo dei loro stessi consulenti bancari di (s)fiducia.
Ecco, vedere quella gentaglia togata che esulta mi ha messo a disagio.
Non si fa, non si deve, non è decente.
Il professionista ha una faccia sola, sia che vinca sia che perda.
E dev'essere una faccia seria.
Quando il giudice legge la sua sentenza ci si alza in piedi, si ascolta in silenzio, si ringrazia, si saluta e si esce dall'aula.
Indipendentemente dall'esito.
Finisce lì.
Poi, una batosta la si analizza e la si spiega in studio.
Una bella vittoria la si festeggia, ci mancherebbe, ma sempre in studio, o al ristorante, o dove si vuole, ma non in aula.
E non davanti a chi ha perduto.
Che non è mai un nemico, ma solo un avversario in una sede tecnica.
E che comunque è sempre una persona, con le sue ragioni (qualcuna ce n'è sempre anche dall'altra parte), le sue aspettative e le sue sofferenze.
Un tempo, mi è stato raccontato, gli avvocati erano personaggi autorevoli prima di tutto perchè erano considerati uomini seri ed affidabili.
Spesso anche potenti e ricchi, certo, ma soprattutto seri ed affidabili.
Non a caso erano sempre in primissima fila in tutti i moti rivoluzionari mettendo a repentaglio il loro benessere, avendo a cuore una loro idea di giustizia, anche se magari non sempre condivisibile con il senno di poi.
Ed oggi che cosa è rimasto di tutto questo?
Poco o nulla, se l'autore degli osceni poster "via le BR dalle procure" è un avvocato, ma questa è già politica.
Più nulla che poco, se si vede un avvocato che si sbraccia in aula perchè ha vinto.
Quelle risate, quel dire ad alta voce "non è successo niente", quell'ammiccare ai codifensori accennando con il capo alle parti civili sedute in fondo all'aula, come a significare "li abbiamo fottuti ancora".
Non si fa, non si deve.
Non è decente.
20 aprile 2011
Ezzelino da Romano
1 commento:
Bravo Ezzelino. COncordo pienamente.
Ho pensato esattamente la stessa parola quando lessi della notizia: decenza.Brutto e penoso spettacolo davvero. Aspettiamo pure le virgole della sentenza ma se mi metto nei panni dei risparmatori.....sparo....
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