Oggi,Nichi Vendola,l'ultimo leader dell'ultima cosa che somiglia vagamente alla sinistra,dice di voler mettere al bando la parola "compagno",per sostituirla con quella più politically correct di " amico ".Vorrebbe cioè estirpare definitivamente l'ultimo simbolo che appartiene alla tradizione di chi politicamente si riconosce ancora nell'ormai defunto Partito Comunista Italiano.Mi rendo conto che la parola in sè,che ha peraltro parecchie accezioni e alcune bellissime,possa suonare anche come il richiamo ad una politica che adoperava un linguaggio pesantemente sovrastrutturato e che il passare degli anni ha in parte svilito del suo originario significato.Eppure,un tempo,nemmeno troppo tempo fa,quando giravi per le bancarelle della Festa di Rifondazione,tutti ti interloquivano con quella parola: "Ciao compagno","Scusa,compagno","Ci vediamo,compagno".Aveva un bel suono e personalmente mi emozionava.Un suono che mi faceva sentire come a casa,come in una famiglia allargata in cui si respirava una condivisione di idee,di lotte,di simboli.Poi,con lo stesso ineluttabile lavorio delle onde sulla battigia,la spiaggia dove si accampavano gli ideali della sinistra è stata progressivamente erosa dal mare onnivoro della ricerca del consenso.E con la sinistra ci hanno portato via anche la falce e il martello e Bella Ciao,mentre la parola "comunista" è stata ostracizzata quasi fosse il retaggio criminogeno di un passato da nascondere e rinnegare.Oggi,è venuto il turno di eliminare il termine "compagno".Quale sia il motivo dell'esternazione del leader di SEL non saprei dire,ma lo posso immaginare.Vendola non è uno sprovveduto e sta al passo coi tempi.Nel mondo di Facebook,"amico " è una parola immediatamente riconosciuta come positiva,anche se non indica altro che una comunità virtuale di semisconosciuti,per i quali il senso affettivo del termine è identificato con il messaggino lasciato in bacheca o poco più.E posso anche immaginare che Vendola abbia prurigini di governo e voglia quindi rendersi presentabile alle forze moderate,eliminando anche l'ultimo riferimento ad un passato operaio e militante,per creare un'immagine di progressismo capace di accedere ai salotti buoni della politca e dialogare con i Casini di turno.Come se ci dovessimo vergognare di quello che siamo stati o di quello che vorremmo essere.Ma se Casini non si vergogna di essere amico di Cuffaro,se i leghisti non si vergognano ad ostentare violenza e odio razziale,se certi lestofanti non si vergognano di sedersi in parlamento nonostante siano collusi con mafiosi,trafficoni,piduisti e criminalità assortita,perchè noi dovremmo vergognarci di un simbolo ?Vale davvero la pena,caro Nichi,di pagare il prezzo grottesco di un progressivo svilimento di forma e contenuti per trovare credito presso il Vaticano o aspirare a patetici inciucioni con gli ignavi pidiessini di Bersani e Veltroni ?Ha davvero un senso ?Non è forse che a furia di spostarvi sempre più a destra,la vostra brama di potere finirà anche per erodere l'imponente consenso di chi fa sempre più fatica a riconoscersi in voi e nella vostra bolscevicofobia ?I simboli sono importanti perchè ci rappresentano.Lo indica in modo inequivocabile,caro Vendola,l'orecchino che indossi con orgoglio e che racconta con chiarezza e con trasparenza del tuo essere diverso.Quell'orecchino è una piccola battaglia che combatti tutti i giorni contro l'omologazione e il disprezzo,una battaglia nella quale io combatto fieramente al tuo fianco.Come compagno di lotta.Il senso della parola è soprattutto questo.
Blackswan, giovedì 14/07/2011
1 commento:
Condivido alla lettera.
Queste svendite di fine stagione sono patetiche.
E aggiungo che, tra l'altro, amici era l'appellativo con cui si chiamavano tra loro i socialisti alle feste dell'Avanti.
Nulla di male, per carità, il PSI non è stato solo Craxi, però...
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