La voce splendida e la sensibilità musicale d'altri tempi sono le prime due cose che vengono in mente quando si ascolta un lavoro di Sara Lov, incantatrice d'anime che insieme ai Devics ha riscritto in chiave moderna la calligrafia del dream-pop. Al secondo album solista, dopo l'affascinante esordio di "Seasoned Eyes Were Beaming", Sara torna sulle scene con un album interamente di cover, la cui scaletta si adatta alla perfezione alle fragili e sognanti melodie della cantante hawaiana. Se è vero che spesso il disco di cover rappresenta un momento di stanca nella carriera di un artista, è altrettanto vero che idee e passioni possono dare vita a lavori stupefacenti, restituendo a nuova vita a canzoni un poco usurate dal tempo.Accade così in"I already love you ",che se anche non sempre è centrato (la pretenziosa " The world we knew " di Frank Sinatra ), riesce però a cogliere nel segno tutte le volte che la Lov segue a briglia sciolta l'istinto del proprio gusto. "There is a light that never goes out " degli Smiths sarebbe una scelta scontata per chiunque, ma l'ex cantante dei Devics regala nuova intensità agli struggimenti morrisseiani con un crescendo di pathos che toglie il fiato. "Square heart " dei Black Heart Procession è semplicemente divina, spogliata dalla cupa enfasi dell'originale e resa in malinconico chiarore. E se "Hold me now " dei Thompson Twins è addirittura superiore all'originale, "La bambola" di Patty Pravo ( omaggio al pubblico italiano per cui la Lov è molto più di un'artista di nicchia), cantata con una dizione perfetta,è un esempio di raffinatissimo modernariato.
Voto : 6,5
Blackswan, venerdì 20/05/2011
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