Ecco, nuovamente, il 12 dicembre, che per i milanesi è una brutta data.
Il 12 dicembre 1969 una bomba esplodeva nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana causando la morte di 17 persone ed il ferimento di altre 88.
Era l'inizio della strategia della tensione, e a detta di tutti quelli che l'hanno vissuta (io ero piccolo e parlo per sentito dire) è stato un punto di non ritorno.
Nel senso che da allora abbiamo tutti imparato a convivere con l'idea che si possa morire per strada per mano di assassini sconosciuti.
Non che la gente vada in giro pensando sempre a quello, ovviamente, ma prima di quel 12 dicembre 69 non ci si pensava proprio.
Era veramente la banca dell'agricoltura, cioè dei contadini, ed infatti nelle foto dell'epoca si notano all'interno della banca dilaniata dall'esplosione molti cappelli, che già allora a Milano si portavano meno ma che erano ancora parte integrante dell'abbigliamento di chi veniva da fuori città.
Addirittura, si è ipotizzato che dovesse essere un attentato dimostrativo, perchè la bomba scoppiò di pomeriggio quando di solito le banche sono già chiuse.
Ma era venerdì, ed era usanza che al venerdì pomeriggio i clienti della BNA si trattenessero nei locali della banca per dare vita ad una sorta di "borsa valori" dei prodotti agricoli.
Di qui alcuni presero spunto per sostenere appunto la tesi dell'accidentalità, nel senso che l'idea fosse quella di far esplodere la bomba nella banca vuota.
Altri invece sostennero che gli attentatori fossero al corrente di ogni cosa e che quindi la strage fosse stata ancor più premeditata.
Certo è che l'episodio diede la stura ad un periodo tremendo.
Pietro Valpreda, anarchico, riconosciuto da un tassista che sostenne di averlo trasportato in centro a Milano, salvo poi sapere che il tassista era stato interrogato in Questura dopo che la foto di Valpreda era stata già diffusa dalla Questura stessa persino alla stampa, ed era infatti apparsa sui giornali.
Linciato, metaforicamente, da molti, tra cui il povero Enzo Tortora, al quale anni dopo sarebbe toccata analoga sorte per una strana specie di contrappasso dantesco.
Incarcerato innocente ed uscito di galera ormai malato dopo molti anni.
Giuseppe Pinelli, anch'egli anarchico, portato in Questura e misteriosamente (?) volato da un finestrone al quarto piano di Via Fatebenefratelli durante l'interrogatorio.
Poi il commissario Calabresi, non presente a quell'interrogatorio ma ritenutovi comunque coinvolto e successivamente assassinato sotto casa da un gruppo di fuoco, si diceva, costituito nell'ambito di Lotta Continua su ordine di Adriano Sofri.
E poi il processo, i processi, il trasferimento degli atti a Catanzaro, i mille avanti e indietro, i loschi figuri della destra eversiva di quegli anni, Freda, Ventura, Giannettini, Zorzi, Digilio, Maggi, i servizi deviati, e di conseguenza Gladio, Stay Behind, fino alla stazione di Bologna undici anni e molti morti dopo.
Un pattume che ha incrostato il cuore e l'anima di Milano e di tutto il paese, e rispetto al quale naturalmente non si è mai saputo nulla di preciso, ma ci si è solo anestetizzati con l'oblio, in puro Italian style.
I ragazzi, ma loro cosa ne possono mai sapere, poveracci, allevati a dosi massicce di Grande Fratello e di Playstation?
Tempo fa hanno intervistato a caso alcuni liceali (liceali!) milanesi chiedendo se sapevano qualcosa di Piazza Fontana.
Uno ha risposto che erano stati i tedeschi nel 45, e alè.
Io avevo sei anni (nel 69, non nel 45), ma per qualche strano motivo a me Piazza Fontana colpisce come se ne avessi un ricordo più maturo.
Anche il passaggio fisico mi comunica una sensazione di solennità, come se si trattasse di morti particolarmente importanti, e credo che in effetti lo siano.
Quindi ho voluto condividere con voi killers questi miei pensieri serali per dirvi che io ricordo, che noi ricordiamo.
E che non bisogna abbassare mai la guardia, perchè occorrono secoli per conquistare la libertà ma basta un istante per perderla.
11 commenti:
Mio padre lavorava a Milano in quel periodo, nelle poste; stava facendo lo straordinario alla posta di Piazza Cordusio quando avvenne il fatto, mi ha raccontato spesso del botto e tutto il resto e quando ci sono stato io a vivere a Milano, sono andato spesso lì.
Davvero mai abbassare la guardia. E parlare , narrare, raccontare, spiegare.... io avevo qualche anno in più e la prima immagine che mi viene davanti è quell'enorme buco sul pavimento nei servizi in bianco e nero del telegiornale di allora. E poi i funerali...IO C'ERO.
E poi tutte le altre tragedie "che non è stato nessuno" a seguire...
Io a scuola non ne ho mai sentito parlare, eppure l'ho finita quasi quindici anni fa, posso immaginare fra i liceali di ora, anche se dai liceali milanesi ci si aspetterebbe qualcosa di più, almeno per sentito dire da genitori o nonni che c'erano. Solo nel 2000, quando a casa mia arrivò il primo computer e la prima connessione internet, frugando senza meta in siti che raccontavano di storia e di cronaca italiana recente, ho scoperto il periodo della strategia della tensione, e i "misteri" che lo popolano.
ogni 12 dicembre...finchè avrem vita:
La stragw è di stato, Valpreda innocente, Pinelli assassinato.
Il famoso "malore attivo" di Pinelli... Si dice che allora l'Italia perse la sua innocenza. Di sicuro troppe cose da allora sono andate nel verso sbagliato, troppe persone che sapevano hanno taciuto. Troppi depistaggi, troppe coperture. A non essere innocenti sono stati principalmente quelli che dovevano difendere lo Stato.
Ciao Black,
io sono nata anni dopo, ma nei libri di storia,delle scuole superiori se ne studiai la vicenda; ma solo altrettanti anni dopo, nel famoso programma "Blu Notte", (anche se le trasmissioni televisive che ne hanno parlato ognuna a modo suo, erano altre), conobbi un pò più di quanto studiai a scuola... una verità ancora più triste e crudele di quanto si potesse immaginare ... l'ennesimo "muro di gomma" innalzato sulle spalle di molti innocenti e di troppe vittime! grazie per aver ricordato questo giorno! a presto!
Pagina indelebile, hai fatto bene a ricordarla. Io ho letto una bella storia a fumetti, della BeccoGiallo. Consilgio di regalarla ai figli/nipoti, come ho fatto io. Per nulla banale.
ottimo post Ezzelino, la memoria e' importantissima. Anche se i ricordi sono di una giustizia molto sommaria per usare un eufemismo.
Consiglio a tutti la lettura del libro "Una storia quasi soltanto mia". Libro intervista di Piero Scaramucci a Licia Pinelli, moglie del ferroviere ASSASSINATO in questura a Milano. Non faccio recensioni, dico solo: leggetelo se volete ricostruire piazza Fontana attraverso la testimonianza di un'altra vittima. Perche' anche Pinelli e la sua famiglia, pur non morendo per l'esplosione sono statu vittime della medesima strage.
Porco giuda Domenico, il "malore attivo" me l'ero scordato!
Era un'epoca di grande creatività linguistica.
Le convergenze parallele, il malore attivo.
Quanto a Pinelli ed alla sua famiglia, Offhegoes, anch'io li ho sempre considerati a tutti gli effetti vittime della strage, e forse per certi versi addirittura più vittime di quelli che erano nella banca.
La moglie soprattutto, una povera vedova rimasta sola a combattere contro tutto e tutti in quegli anni così tremendi.
Mio padre sta facendo il militare a Roma e per una serie di motivigli fu prolungata la firma, visto che doveva venire a casa proprio pochi giorni dopo. L'assurdo è che siamo legati anche alla strage della stazione di Bologna perché quel giorno io, mia madre e mia sorella dovevamo proprio passare col treno ma il giorno prima mio padre riuscì a liberarsi dal lavoro e a prendere la macchina.
Della strage di Piazza Fontana, anche io ne ho preso coscienza più tardi, vista l'età.
Purtroppo però conosco benissimo quelle successive ed in particolar modo quella di Bologna. Ancora oggi, mi ricordo esattamente dove mi trovavo e cosa stavo facendo, nell'esatto momento in cui il Radio Giornale dell'Emilia Romagna diede la notizia.
Complimenti ad Ezzelino per il post ed in particolare per le ultime due righe, che sottoscrivo.
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