Nel 1973 le Nazioni Unite votano all'unanimità una convenzione con cui l'apartheid viene proclamato crimine contro l'umanità.E' un passo avanti fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei neri, che viene recepito in tutto il mondo.Tranne in Sudafrica, dove il razzismo è così radicato che quella convenzione vale meno della carta straccia. A Pretoria, vive un giovane attivista di colore che si da un gran da fare per combattere la segregazione.Si chiama Stephen Biko e lo conoscono tutti, perchè nel 1970, a soli 24 anni, ha fondato il Black Consciousness Movement ( Il movimento per la coscienza nera ), tramite il quale opera a livello politico, sindacale e studentesco, coagulando intorno a sè anche i consensi dell'opinione pubblica internazionale e, quel che più conta, le simpatie dei sudafricani bianchi e progressisti.E' un personaggio scomodo, Stephen, inviso ai nazionalisti del National Party non solo perchè è nero, ma perchè è colto, pacifista, determinato. Biko è uno che non molla mai, organizza manifestazioni e comizi, visita le bidonville, fa proseliti ovunque. Ma soprattutto scrive, e le sue parole sanno convincere, toccano il cuore della gente, distribuiscono consapevolezza. La sera del 18 agosto 1977, Stephen sta tornando a casa dopo una giornata passata nella sede del movimento. A un posto di blocco viene fermato dalla polizia sudafricana.Forse aspettano proprio lui, o forse lo fermano quando lo riconoscono dai documenti. Perchè quel nome, Biko, per un bianco razzista suona come il nome di un eversore, di un criminale. Lo arrestano con la scusa di un controllo di routine e lo traducono nella prigione di Walmer Street a Port Elisabeth. Qui c'è una stanza, la numero 619, dove la polizia interroga i sospettati. Con Stephen ci vanno pesante: per più di venti giorni lo torturano, lo picchiano a sangue, lo privano del sonno e del cibo. Lui non si arrende, anche perchè non ha nulla da nascondere, niente da confessare: non è un terrorista ma un attivista, quello che fa, lo fa alla luce del sole, pacificamente.L'incubo tuttavia non cessa e le torture continuano, in un'escalation di privazioni e violenze, che ha un tragico epilogo. Perchè Biko morirà il 12 settembre del 1977 durante il trasferimento dal carcere di Port Elisabeth verso un'altra prigione. Ha la teca cranica sfondata, probabilmente da un colpo di spranga o di manganello. Le fonti ufficiali della polizia parlano di decesso dovuto a un volontario sciopero della fame, ma tutti conoscono la verità, tutti sanno che Biko è stato torturato a morte. Lo sa il popolo nero sudafricano, che trasforma il suo funerale in una manifestazione epocale di sfida al regime e di protesta; lo sa l'opinone pubblica internazionale, che condanna duramente il governo di Pretoria; e lo sa Peter Gabriel, che oltre a essere un raffinato musicista è anche un uomo che si spende in prima persona a favore dei diritti civili.Quando nel 1980, l'Arcangelo Gabriele pubblica il suo meraviglioso terzo album, il cuore pulsante del disco è una canzone intitolata proprio " Biko ". Non usa mezzi termini, Gabriel, perchè vuole che il ricordo di ciò che è successo all'attivista sudafricano si imprima in modo indelebile nella testa e nel cuore di chi ascolta.Cita le date, parla della stanza 619, racconta le torture, inserisce nel testo un'invocazione in xhosa, la lingua di Nelson Mandela :Yihla Moja, Yihla Moja ! ( "Vieni spirito! " ). E soprattutto, dal vivo, esegue la canzone a chiusura della scaletta, in modo che il pathos del racconto e lo struggimento della memoria siano l'ultima sensazione che il pubblico porti con sè prima di tornare a casa. In piedi, tutti in piedi, il pugno chiuso rivolto verso il cielo, e un'unica voce che canta :
“You can blow out a candle
But you can't blow out a fire
Once the flames begin to catch
The wind will blow it higher
Oh Biko, Biko, because Biko
Yihla Moja, Yihla Moja !
The man is dead”
But you can't blow out a fire
Once the flames begin to catch
The wind will blow it higher
Oh Biko, Biko, because Biko
Yihla Moja, Yihla Moja !
The man is dead”
Blackswan, mercoledì, 25/01/2012
14 commenti:
Fai bene a ricordare le lotte e le tragiche e commoventi storie di rivendicazione dei diritti dell'uomo..Biko come Martin Luther King, come Malcom X, ucciso per la libertà del suo popolo, Biko rinchiuso in galera, come l'altro grande spirito ,Mandela, che stringendo i denti, è riuscito,dopo anni e anni però a sopravvivere e tornare libero...Tanta rabbia, tanta tristezza..Dicevo che l'argomento è pertinente in questi giorni in cui ci si mobilita per i propri diritti, e sopratutto perchè è la settimana del ricordo dell'Olocausto, per non dimenticare quell'oscuro periodo , per ricordarci il rispetto della dignità dell' uomo... MAI PIU' VIOLENZA.
..hai ragione: Peter Gabriel è grande artista e un grande uomo, i Genesis, senza di lui, si sono svuotati di significato..
Un carissimo saluto.
Ottimo post, che ricorda uno degli eroi dei diritti civili.
Grande Biko.
E memorabile il pezzo di Peter Gabriel.
Grande anima come quella di Mandela,solo che lui è riuscito a vedere la fine dell'incubo
@ Mr Hyde : caro amico mio,ti ringrazio per aver ricordato Mandela,Malcom X, MLK, uomini senza i quali questo mondo farebbe ancora più schifo.Uomini che hanno dedicato la vita per un concetto apparentemente banale,ma che ancora non ha avuto il sopravvento sulla stupidità umana.Credo che la musica sia uno strumento grazie al quale si possa ricordare e parlare di tragedie che troppo spesso e troppo facilmente abbiamo dimenticato.
PS : complimeti per il nuovo look.:) Ho messo nel roll anche il tuo terzo blog.Mi era sfuggito,mannaggia :)
@ Mr. Ford : Un grande uomo che celebra un altro grande uomo.
@ Massi : come Biko anche Mandela ha subito infiniti patimenti.Ma è riuscito a cambiare il proprio paese e probabilmente il mondo.
Sono convinto che quel che fa di un uomo un uomo sia resistere ai colpi, e Biko è un UOMO, senza se e senza ma, morto per mano di non-uomini per dare la forza alla sua gente di essere UOMINI.
Facendo un paragone apparentemente sproporzionato verrebbe da dire che la vita di Biko, come quella di Mandela e di altri eroi del nostro tempo ricordano tanto le azioni di
"chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia"....
E visto che siamo in tema onore al merito all'arcangelo!
Grande canzone di un Peter Gabriel molto ispirato. Condivido post e commenti. Da ricordare bene.
Grazie per esserti iscritto al"Buio e le Intenzioni" mi fa piacere vederti anche lì..
Per quanto riguarda il nuovo look, ho sbagliato il dosaggio della conegrina nelle pozione di Hyde...Sono ancora in un assetto instabile, ci saranno altre trasformazioni...
grazie ancora di tutto amico, a presto e.. viva la musica che può ancora cambiare il mondo!
Mi fa sempre piacere leggerti, soprattutto quando tocchi temi così importanti come la storia del grande Biko.
Continua così che vai forte!
Brutta storia, che non conoscevo..
Pezzo molto suggestivo, doveroso e sentito ricordo ad un personaggio di grande spessore
Massimo
Grande post, grande canzone, grande lotta, grande periodo.
Dopo questa bellissima di Gabriel arrivarono quella degli Specials e dei Simple Minds per Mandela.
Ma questa è la mia preferita del lotto, forse perchè, avendo una fine tragica, tocca più in profondità il mio animo.
Onore a Gabriel che l'ha scritta e a Black che ce la ricorda.
Un abbraccio.
E qui , caro Blackswan, abbiamo toccato le più segrete corde di uno dei miei miti. L'Arcangelo Peter, quella deliziosa persona e musicista raffinato , che ci ha donato cose indimenticabili, come questa. Tutta la tragedia e la grandezza di Biko , sono racchiuse in questa canzone, in quel grido liberatorio , gettato al vento all'infinito per raggiungere il cielo , a quel pugno che come uno stampo ci imprime forza e calore , il calore degli ideali e della giustizia , così dimenticata ai tempi nostri.Grazie Black per avercelo ancora una volta regalato! Dono prezioso, da mantenere sempre...
anche a me piace molto questa canzone. e ricordo ancora adesso il senso di impotenza quando vidi "grido di libertà" al cinema, con denzel washington nei panni di biko.
storie da tenere a mente, sempre.
grazie
Altri settanta chili di carne d'uomo passati per le mani di aguzzini senza scrupolo e senza anima, in quella saga crudele ed ininterrotta che è la storia del genere umano.
Biko un grande, senza dubbio, un eroico martire cosciente di sè fino alle estreme conseguenze.
Molti altri, purtroppo, muoiono come pecore al macello senza neppure capire perchè e senza pensare che ci si possa ribellare.
Ricordo un'intervista ad alcune donne argentine, dopo la fine della dittatura di Videla, alle quali il giornalista chiedeva come mai non fossero diventate anche loro "madri di Plaza de Mayo" cioè donne che esigevano notizie sui loro figli scomparsi.
Rispondevano che per loro la scomparsa dei loro cari era un destino da accettare e basta, come fosse stata una malattia o il crollo di una casa.
Su questo, sulla supina ignoranza e sulla mitezza sacrificale di tanta povera gente, prosperano tutti i fascisti del cazzo che ammorbano il mondo.
Fascisti in senso sostanziale, intendo, e poco importa se la loro bandiera è di un colore diverso dal nero.
Leggere, studiare, ricordare, insegnare e non arrendersi, mai.
Posta un commento