Il post, lo premetto, potrebbe apparire un po’ lugubre. Vi assicuro, tuttavia, che mi sono divertito non poco a scriverlo, convinto che se certi pensieri vanno sulla carta accompagnati da una buona dose di (auto)ironia, il risultato finale avrà le fattezze di un gesto scaramantico i cui effetti benefici si riverbereranno anche su tutti voi. D’altra parte, è inevitabile che chiunque prima o poi, nel corso dell’esistenza, si sia domandato come sarà l’ultima ora, il momento esatto in cui tirerà le cuoia e andrà a mangiare, a tempo indeterminato, l’insalata dalle radici ( a proposito di noia del posto fisso ). A me succede. Non tanto spesso a dire il vero, ma talvolta la domanda da un milione di dollari spunta inevitabilmente fra i miei pensieri da cazzeggio filosofico. Ultimamente, anche con una certa frequenza, dal momento che la mia squadraccia del cuore si esprime con esibizioni pedatorie che inducono continui attacchi di panico e malevoli accessi tachicardici ( e le mie coronarie non ringraziano certo ). Se fosse possibile, vorrei poter scegliere come, o quanto meno dove, rendere l’anima a Dio ( al quando nemmeno ci penso ). E anche se questa in realtà è l’unica cosa sulla quale difficilmente possiamo fare previsioni azzeccate, amo prefigurare per me stesso lo scenario molto Sturm Und Drang ( inteso come movimento letterario tedesco di fine ‘700, niente cose filonaziste ) di un mare che ruggisce sotto un cielo incerto e carico di presagi, di un vento di salsedine che mi schiaffeggia il volto, di una paglia fra le dita, possibilmente farcita, e di un ultimo Jack Daniel’s, servito senza ghiaccio, of course. Magari sarà davvero così, non so se potrò deciderlo. Quello che invece vorrei organizzare bene è un funerale in grazia di Dio ( o del demonio, vallo a sapere ). In primo luogo perché ci tengo a non avere preti fra i coglioni, angeli e puttini che svolazzano sul cadavere come avvoltoi, aspersione di incensi, schiere di prefiche piangenti a snocciolare moccoli e rosari, e giaculatorie latine che fanno calare la palpebra. Insomma, gradirei una sobria cerimonia civile, senza grosse pretese, senza paludamenti, senza fiori del cazzo, che sono anche allergico, e senza crocefissi del malaugurio a rendere presbiteriana l’atmosfera. Potete invece sventolare bandiere rosse e gagliardetti dell’Inter, e se volete, farvi un cilum in compagnia o tracannare birra ghiacciata, concludendo ogni sorso con rutti di apprezzamento. Io farei lo stesso al vostro di funerale, statene certi, perché le cerimonie sono sempre una gran rottura di cazzo e bisogna saperle movimentare un pò. In secondo luogo, ed è ciò che più mi sta cuore, pretendo una colonna sonora coi fiocchi. Su questo non transigo. Se parte l’Ave Maria di Schubert o il cazzo di Adagio di Albinoni, giuro che non solo mi rivolto nella bara, facendo venire a tutti gli astanti i capelli bianchi e il cagotto, ma verrò a tirarvi i piedi di notte, secula seculorum, rendendo il vostro riposo un vero incubo. Fare un buona compilation è fondamentale, figuriamoci se è anche l’ultima che mi tocca ascoltare. Quindi, niente musica da esequie istituzionali, buona solo per scatenare la lacrimuccia al momento giusto o far venire l’abbiocco con tanto di bolla al naso, ma un po’ di sano rock. Devo ancora preparare una scaletta adeguata ( ho tempo ), ma tre o quattro canzoni le ho già in mente. “ I’m Only Sleeping “ da Revolver dei Beatles, darebbe un bel tocco surreale, con la voce di John che sembra essersi appena svegliato e che invece, nella realtà, si era fumato un paio di cannoni. Poi, ancora Beatles. Direi, : “ A Day In The Life “, che soddisfa anche una certa enfasi commemorativa, senza tuttavia essere banale. Farei poi seguire “ Free Bird “ dei Lynyrd Skynyrd, e non certo per la metafora assai abusata dell’uccello finalmente libero di volare, ma per quel cazzo di assolo chilometrico nel finale di canzone che sono anni che mi da brividi adrenalinici ( e magari è pure in grado di resuscitarmi ). Un pezzo del Boss, ovviamente, non può mancare. Ci terrei ad ascoltare la mia canzone preferita, “ Racing in The Street “, perché chiudere coi versi : “ Stanotte l’autostrada risplende. È meglio che tu ci giri alla larga, amico, perché l’estate è arrivata ed è il momento giusto per gareggiare in strada”, mi sembra molto fico. Poche altre raccomandazioni. Niente cremazione e aspersioni di cenere in giro, perchè si inquina e poi francamente mi starebbe un po’ sui coglioni essere sparpagliato di qua e di là, tra Caronno Pertusella e Quarto Oggiaro. Sono ecologista, e se c’è una cosa buona nell’essere sepolti, è quella di ritornare alla terra, trasformarsi in humus e aiutare un fiore a sbocciare. Quindi, voglio essere seppellito, non infilato in uno di quei loculi a tre metri d’altezza, che devi prendere la scala e rischiare l’osso del collo per venire a mettere due crisantemi ( a proposito: al primo crisantemo che vedo, vi sputo direttamente dalla foto senza pensarci un secondo ). Una semplice lapide di pietra sarebbe l’ideale, con l'iscrizione magari di un verso di Jimenez che mi è sempre piaciuto molto : “ Per ogni crosta di pan duro che Dio ti darà, tu dagli il diamante più fresco del tuo spirito “. In alternativa, se costa troppo l’iscrizione, mi accontento di un dito medio stilizzato, che fa sempre la sua porca figura. E a proposito di poesie. Se proprio non si può fare a meno di una pallosissima orazione funebre, leggete questa. E’ della grande Sylvia Plath e mi racconta benissimo, meglio di tanti ipocriti paroloni:
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
E come gran finale, birra ghiacciata a badilate e un po’ di fottutissimo funky !
Siete tutti invitati, ovviamente. Appuntamento fra una cinquantina d’anni, più o meno. Siate puntuali, che mi stanno sul cazzo i ritardatari. Anche perchè se vi perdete lo spettacolo, diventa un casino organizzare una replica.
PS : Il post è scaramantico e ironico. E' stato scritto per tener lontano gli spiriti malvagi e sorridere di ciò cha fa paura.
PS : Il post è scaramantico e ironico. E' stato scritto per tener lontano gli spiriti malvagi e sorridere di ciò cha fa paura.
Blackswan, lunedì 27/02/2012