EMELI SANDE' - OUR VERSIONS OF EVENTS
Genere : pop-soul
Tra tanto pattume e musica plastificata buona solo per le farlocchissime classifiche da Mtv, ecco che dal mare magnum dell'insipienza pop spunta talvolta anche qualche prodotto di qualità. E' il caso dell'esordio discografico di Emeli Sandè, 25 anni, mamma scozzese e papà dello Zambia, capace di declinare il consunto verbo da hit parade ( nello specifico con marcati accenti soul ) con buona proprietà di linguaggio e più di uno spunto compositivo interessante. Emeli fa del suo punto di forza la voce e il perchè non è difficile intuirlo. Basta ascoltare il singolo Heaven per rendersi conto di un potenziale vocale immenso che, nonostante la giovane età della cantante, è già adeguatamente plasmato da consapevoli mezzi tecnici. Ma una bella voce non è sufficiente a farsi apprezzare se poi mancano le belle canzoni. Da questo punto di vista, la Sandé, a differenza di tante altre starlette che ammorbano il genere, ha una marcia in più, non ci sono cazzi. A elevare sopra la media il livello qualitativo del disco, non sono solo alcuni azzeccatissimi singoli, che tutto sommato restano nell'alveo di un approcio pop-soul-dance abbastanza convenzionale ( la citata Heaven, Daddy e Next to me ), ma soprattutto delle splendide ballate che la giovane scozzese interpreta con un trasporto emotivo decisamente inusuale.Ecco allora spuntare dal lotto delle canzoni un vero e proprio gioiello dal titolo Mountains, elegia dai delicati accenti romantici, che si sviluppa tra carezze d'archi e un abbraccio di misurata elettronica. Oppure è il caso della conclusiva Read All About It ( numero 1 in Inghilterra nella versione hip-hop ), nata da una collaborazione con il rapper Professor Green e qui riproposta in una versione pianistica mozzafiato.Ma è tutto il disco a funzionare decisamente bene, grazie a continui ganci melodici che invitano a reiterati ascolti.Un esordio, quindi a tutto tondo, che non deluderà anche coloro che solitamente guardano al pop con una certa diffidenza.
VOTO : 7
MICHAEL KIWANUKA - HOME AGAIN
Genere : Folk-Soul
Se dipendesse solo da quel suo timbro di voce meravigliosamente caldo, Michael Kiwanuka, ventiquattrenne londinese ma ugandese di origine, avrebbe le porte del successo completamente spalancate. Ascoltatelo all'opera e avrete come l'impressione di muovervi languidamente tra coltri di velluto e tenere carezze. Non solo. Michael ha anche un ottimo carisma interpretativo, è appassionato, eclettico, eppure riesce a gestire il cantato senza eccessi, con calcolata perizia. Quando parte Tell Me A Tale, primo brano di questo disco d'esordio, verrebbe quasi di gridare al miracolo, tanto è perfetto il connubio soul-jazz fra orchestra voce e flauto. Addirittura, viene subito voglia di tirar fuori i libri di storia e sbizzarrirsi nella consueta ricerca dei termini di paragone. Così tornano alla mente nomi eccellenti del passato, gente del calibro di Marvin Gaye e Otis Redding, anche se forse il paragone più azzeccato mi sembra quello con il meno celebrato Bill Whiters.Tuttavia, mentre si moltiplicano gli ascolti del disco, l'entusiasmo iniziale si raffredda un poco. Perchè le canzoni buone ci sono, e traccia dopo traccia la musica scorre via piacevolmente, tra compunte raffinatezze folk, velati ammiccamenti jazz e misurate atmosfere vintage. Eppure, si ha la costante sensazione che qualcosa manchi, o per converso, che ci sia tutto e che tutto sia al posto giusto.Come una stanza pulita, arieggiata, con i libri disposti negli scaffali con meticolosa cura. Ecco, manca un pò di disordine, di vita vissuta, di polvere. Mancano i palpiti, una malcelata imperfezione, un passaggio sbavato, quella fiamma di dolore che arde il cuore e che i neri chiamano soul ( e con ciò non mi riferisco solo a un genere musicale ).Home Again non è un brutto disco, e ci mancherebbe, ma da l'impressione, tra le tante cose indubbiamente positive, di essere soprattutto il quadernetto grazioso di uno studente modello, la cui ortografia ineccepibile e le buone maniere lusingano la maestra ma stanno sul cazzo ai compagni di classe. Insomma, il classico primo della classe, che sa tutto ma è incapace di andare a fondo di un ragionamento con le argomentazioni del cuore. Meno nozionismo e un filo di imprevedibilità gioverebbero non poco al seppur bravo Kiwanuka. Che vorrei promuovere, ma che preferisco rimandare a settembre.
VOTO : 6
Blackswan, martedì 10/04/2012
10 commenti:
Non conosco nessuno dei due artisti che proponi, per cui anch'io mi voglio prima documentare..Molte volte mi è capitato che a primo acchito qualcuno non mi avesse convinto,per poi ricredermi successivamente.Per quello che ho ascoltato condivido i voti che hai assegnato.
Aggiungo che Michael Kiwanuka ha preso in preso in prestito due accordi ai Led Zeppelin (Stairway to Heaven)e ne ha fatto una canzoncina..(Ma poi anche altri, non solo lui).
Ciao, black.
Diciamo che quella di prendere "in prestito" è un'abitudine abbastanza ricorrente nel mondo della musica.D'altra parte, lo fecero anche i Led Zeppelin con uno dei loro pezzi più famosi ( Whole Lotta Love ),e mi piacerebbe scriverci un post.
In questi giorni ho un trend molto soul e sto ascoltando tantissimi artisti neri.Ma presto tornerà il rock su questi teleschermi :)
E li rimandiamo a settembre allora..
prima però me li ascolto con calma. Epperò due contemporaneamente.. menomale che son facili.. :)
Entrambi i pezzi sono molto belli, ma forse sono di parte, perchè a me la musica soul piace parecchio.
Mi hai incuriosita, e non poco. Devo ascoltare altri pezzi di questi due artisti. E' un tassativo!
Un bacio..
Compitini fatti.. mi pareva di aver già sentito il nome Emeli Sandè, anche se non avrei saputo dire dove.. ma forse passa già per radio, perché io le sue canzoni le conosco! I singoli almeno..
sono d'accordo: emeli è parecchio brava e il suo disco sounds good.
michael kimanuka invece è una lagna, mi sembra gli manchi non la voce ma la personalità...
La donzella la promuoviamo anche per l'intensità della voce che a volte è provvista del trembling della Chapman. Il signorino facciamolo ripetere ancora l'anno, diligente ma poco personalizzato. Impari a soffrire di più! Che maestra spietata....poverello! In breve , condivido i tuoi appunti come sempre.... Buon appetito, Blackino.....
Emeli Sande ha una voce che mi piace molto e il pezzo postato è davvero davvero bello.
Anche Michael Kiwanuka non è malvagio, non lo conoscevo, ma preferisco di fran luna Emeli :)
oggi mi sono fatto un cultura!
Emeli sandè è un prodotto pop che non didegno ascoltare, senza entusiasmarmi tropp.
Come canzoni Adele rimane di un altro pianeta.
Kiwanuka lo conosco solo per il singolo home again, che non mi dispiace, ma per non scomodare paragoni pesanti , mi ricorda tanto Ben Harper.
L'album intero però non l'ho sentito.
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