La più bella canzone d’amore
di sempre è una canzone che parla di un amore finito. Sembra un controsenso, ma
non è così. Perchè è il dolore che genera l’arte, non la gioia, sono gli amori
infelici che si ricordano in eterno, mentre quelli che filano lisci imboccano
presto la strada dell’abitudine e si vestono inevitabilmente di grigio. Lo
sapeva bene Ian Curtis, il cui amore per Deborah era immenso ma claudicante,
azzoppato da quell’artrite feroce che si chiama male di vivere. Un morbo che ti
rallenta il passo, ti prosciuga le forze, ti trasforma in un riflesso deforme
ogni volta che il grande specchio della vita trasfigura nel dolore il tuo
fragile volto. E’ dura l’esistenza quando sei sensibile, quando non riesci ad
afferrare i giorni che ti scorrono a fianco frenetici, quando l’epilessia ti
afferra la gola, ti trascina nel baratro,verso l’ignoto buio, quando lo senti
che l’ “inferno sono gli altri “ e sai, esattamente, che Sartre aveva ragione. Non è la speranza a tenerti in vita, perchè
non c’è futuro nella solitudine più nera. Ti aggrappi all’arte, ai cinerei
presagi della tua musica, alle visioni che ti portano lontano, verso territori
che altri esploreranno senza comprendere mai davvero la natura dei tuoi sogni e
dei tuoi peggiori incubi. Ti aggrappi a Deborah, a quell’amore adolescenziale a
cui hai tenuto la mano in tutti questi anni e che lentamente è cresciuto,
diventando un sentimento ingestibile, incontrollabile, ingombrante. E’ troppo, troppo
difficile per chi non ha futuro misurarsi con la paternità, con le manine
piccole di tua figlia che chiedono amore, che cercano sorrisi e abbracci,
mentre il tuo cuore maledetto è un pozzo di sangue e gronda lacrime e
convulsioni. Ci provi. Anche se sai che ne uscirai sconfitto, ci provi
egualmente. Ma il peso che sei costretto a portare ti schianta a terra e quell’amore
sincero e totalizzante che un tempo leniva le ferite, ora non è altro che l’ennesima
maschera da portare, un rituale feroce che ti disarma il braccio, che deforma
la realtà, che ti inchioda al destino della tua indeterminatezza. Te ne vai e
sbatti la porta. Trabocchi di risentimento, tradisci, trasformi il tuo astio e
la tua insoddisfazione in una musica di lacerante bellezza: “ Scorre aridissimo
il nostro rispetto. Eppure c’è ancora questa attrazione che abbiamo mantenuto
nelle nostre vite…E ho un sapore in bocca, mentre mi attanaglia la disperazione
per qualcosa di tanto bello che proprio non può più funzionare. Ma l’amore, l’amore ci farà a pezzi di nuovo.“
Quante volte il rock ti ha salvato la vita, Ian ? Quante ? Ora, invece, la
musica ha perso i suoi colori, nella testa ti rimbombano il silenzio e quelle
urla maledette non ti lasciano mai in pace, nemmeno quando provi a dormire. E’
finita, lo sai. Il tuo testamento sarà anche la tua canzone più bella, il tuo
ultimo legame con il mondo sarà una corda stretta intorno a ciò che non hai mai
voluto.Ti aspetta un ultimo viaggio, Ian, per un luogo lontano, che non
conosci. Non ci saranno più incubi e l’amore smetterà di farti a pezzi. Riposa,
Ian, ora riposa.
Ian Curtis morì suicida
il 18 maggio del 1980, impiccandosi a una rastrelliera nella cucina della
propria casa, situata al numero 77 di Barton Street a Macclesfield. Lasciò la
moglie Deborah, dalla quale si era ormai separato, e la figlioletta Nathalie. Aveva
solo 23 anni.
Sulla sua lapide è
inciso il suo verso più famoso “ Love Will Tear Us Apart “, l’amore ci farà a
pezzi.
Blackswan, sabato 21/07/2012
11 commenti:
è sempre stretto nel mio cuore.tra le cose che non butterò mai via.
Le canzoni d'amore più sentite sono sempre le più crudeli...purtroppo! Buone vacanze ..Nick!!!
Un post forte e diretto, come sempre. Parole scelte e potenti, le tue. Accarezzano il ricordo mio di lui e della sua voce, spenta troppo presto. Quei suoi occhi avevano visto troppo. Ma credo che si possa trovare un senso vero all'esistere, anche quando tutto crolla. Restare aggrappati all'arte. L'amore più profondo è quello per noi stessi.
Poi... beh, l'amore continuerà sempre a farci a pezzi. Ma noi sapremo sorridere anche tra le lacrime... avevano ragione i Creedence :)
Ciao Nick
eh sì, probabilmente la più bella canzone d'amore, o comunque una delle più belle, di sempre.
(great post)
Ian Curtis è uno dei più grandi artisti musicali che hanno calcato la scena, da quel poco che ho ascoltato mi è piaciuto e non poco, ma questa canzone è un capolavoro :)
L'amore, per me, è il sentimento più bello e totalizzante che si possa provare, sia nel bene che nel male...così come ti fa volare quando ti trovi nella scia positiva è poi capace di annientarti quando tuo malgrado ti ritrovi scaraventato a terra e privo di difese… perché in realtà è questo che fa l’amore, ci rende dei bersagli “immobili”, esposti, inermi.
Questo è un pezzo favoloso, eterno, e il tuo post, è una vera meraviglia. Durante la lettura di tutta la parte iniziale mi sono quasi disorientata, nel senso che mi sembrava di essere immersa nelle pagine di un romanzo.
Buona domenica :)
Guardatevi tutti (ed è imperativo, non un consiglio) il film Control. Impressionante.
"quell’artrite feroce che si chiama male di vivere" , definizione perfetta per l'inettitudine o ribellione alla vita, che sfugge. Splendido post, Nick. Gli avrebbe riscaldato il cuore, forse.
Ciao, un bacio!
conservo gelosamente il singolo!!! Bellissima e senza tempo.
spesso il mal di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza
era la statua nella sonnolenzq
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato
Ascoltavo questo splendido pezzo in cuffia l'altro giorno in stazione.
Non conosco molto dei JD, ma quel che ho sentito mi è piaciuto parecchio. Son anni che mi riprometto di guardarmi Control. Magari una di queste sere...
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