Appassionato,
emozionante, dolcemente malinconico. A leggere questa teoria di aggettivi (
manca solo struggente) verrebbe da pensare che sono impazzito e che stia per
recensire un film d’amore. Invece, tanto per cambiare, il film di cui mi
accingo a scrivere parla di musica e racconta la vera storia degli Anvil, metal
band canadese in attività dal 1979, che a metà degli anni ’80 visse un breve,
ma intenso, momento di gloria, per poi precipitare repentinamente nell’oblio. Come
direbbero i giovani d’oggi, gli Anvil “spaccavano”, erano una vera e propria
macchina da guerra: salivano sul palco a suonare e travolgevano il pubblico con
un micidiale intruglio di anfetaminici riff, sesso, violenza e cialtronesche movenze
glamour. Insomma, i ragazzi avevano tutte le carte in regola per diventare
stelle di prima grandezza: l’apprezzamento della critica specializzata, la venerazione
dei fans, la stima incondizionata di alcuni mostri sacri del metal quali Lemmy,
Slash e i Metallica. E invece ? Invece, niente, nada, nothing. Gli Anvil
rimasero un trafiletto nel grande libro della storia del rock e nonostante un
paio di album di livello sorprendente ( cercatevi almeno Metal On Metal ) non
vendettero che poche copie. Come si dice, un flop, un buco nell’acqua, una
scoreggia di coniglio nell’immensità della notte desertica.
Il bel film di
Sasha Gervasi ci racconta dunque ciò che poteva essere ma non fu, le
aspirazioni, i tentativi e le tante delusioni di due uomini ultracinquantenni (
i membri originari della band, Robb e Lips ) che nonostante il tempo e l’oblio
che li ha sommersi, non hanno mai smesso di crederci, di suonare la loro
musica, di calcare le scene per sentirsi vivi. Anvil non è solo un film sulla
musica, su questa bruciante passione in sette note che non ti molla mai, anche quando
i capelli si fanno bianchi e gli acciacchi si fanno sentire. E’ piuttosto, e
soprattutto, un film sull’amicizia e sui sogni. Robb e Lips hanno lavori dignitosi
ma frustranti, famiglie da mantenere, parenti che osteggiano la loro creatività.
Si imbarcano in tournè senza capo né coda ( prendendo, come tutti i cristiani,
giorni di ferie dal lavoro ), vivono situazioni umilianti, suonano in veri e
propri tuguri davanti a quattro gatti. Eppure non mollano mai, forti di un’amicizia
solida come la roccia e convinti che prima o poi la fama, il successo
commerciale e la realizzazione artistica arriveranno. Sono i sogni, bellezza,
non puoi abbandonarli. Perché quando smetti di sognare, smetti anche di vivere.
Retorica ? Per alcuni probabilmente lo è. Eppure, sono convinto, che se
guarderete questo piccolo gioiello ( di cui non vi svelo ovviamente il finale
), troverete una motivazione in più per credere in voi stessi, qualunque cosa
stiate facendo. Metteteci cuore e passione, e il vostro sogno si realizzerà.
Parola di Anvil.
7 commenti:
Come sempre gran bel post caro il mio Black.... Lo andrò a vedere senza dubbio, anche se la musica metallara non mi intriga più di tanto. Ma dove c'è passione, sudore e polvere , c'è amore e questo mi intriga moltissimo!Smack e grazie!
Gran bel blog, Faber, Zappa, El Che, il Paz, PPP, che ne diresti di vedere il mio blog? Perché abbiamo gusti simili, mi pare mattax-mattax.blogspot.it
Ciao Matteo, Rimini.
dimenticavo Antonio Ingroia, grande uomo!
Io che sono quadrata e pragmatica resto sempre incantata di fronte a chi ha un qualunque talento artistico, dal giocoliere di strada all'amico che ha sempre la chitarra pronta... Ho imparato ad andare oltre ad ogni immagine quando vedo artisti esibirsi in piccoli e semideserti teatri di periferia o cantare in obrobriose trasmissioni di squallide tv locali. Penso che dietro quei look assurdi spesso (anche se non sempre) ci sia "il sacro fuoco" la voglia di fare arte e magari di vivere della stessa.
La mia fase metal se ne e' andata con i miei sedici anni ( giusto qualche decennio fa, ah ah) ma voglio proprio andare a vedere questo film. Ho un vaghissimo ricordo degli Anvil, andro' a risentirmi qualcosa di loro ma sono molto incuriosita dalla vicenda umana che hai molto ben introdotto. Vado.
Bel post...bella storia e sono certa bel film :) queste storie mi piacciono, in particolare se parlano di sogni. Sono la numero uno dei sognatori :)
La scoreggia di coniglio te la rubo...mi piace :)
Bacio :)
Ma se scrivi sempre così bene, sempre meno mi deciderò ad ascoltare pezzi, come questi, che non conosco! :))
Ecco, dopo "Rock of ages" e "Marley" mi mancava un film che parla di musica da mettere in loop in questo torrido agosto...grazie!
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