A Nord Ovest di Milano, si sviluppa, alle pendici del
Monte Stella ( collinetta di 50 metri formatasi sull’accumulo delle macerie
provocate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ), un quartiere
chiamato QT8 ( Quartiere Triennale 8 ), conosciuto ai più perché diede il
titolo a una canzone della PFM di una trentina di anni fa. Periferia estrema
della città, ( eppure lontana dal degrado e dalla selvaggia speculazione
edilizia ), QT8 venne progettato e costruito alla fine degli anni ’40, ponendo
grande attenzione a equlibrare le aree edificabili con spazi verdi, parchi ( la
già citata Muntagna de San Sir ), giardini e campi da gioco per ragazzi. Al
sabato, durante la mia consueta transumanza settimanale verso Milano alla
ricerca di cd e vinili, ho preso l’abitudine di lasciare la macchina nei pressi
della fermata della metropolitana di QT8 e di raggiungere il centro coi mezzi. Mi
piace fare qualche piccola digressione, scoprire angoli e scorci, passeggiare
per le vie del quartiere, riempirmi la vista dei colori autunnali che vestono i
prati, immergermi in una Milano diversa, meno caotica, quasi provinciale.
Soprattutto, ormai è un rituale, mi piace fermarmi a bere a una delle poche
fontanelle ( funzionanti ) rimaste in città, situata esattamente dove via
Pogatschnig si immette in Piazza Santa Maria Nascente.
E’ un piccolo piacere sentire
lo zampillo dell’acqua che mi lambisce le labbra e quel brivido fresco che mi percorre
la schiena e mi riporta a quand’ero bambino. A quei pomeriggi passati in
giardino a giocare a pallone, dalle 14.00 alle 19.00, orario continuato che nemmeno
in catena di montaggio, pausa di un quarto d’ora, non di più, per mangiare un
panino e abbeverarsi. Perché, dopo ore di calcio, su un campetto battuto dal
sole, portiere volante ( e chi ci voleva stare in porta ? ) ed epiche partite
giocate col coltello fra i denti, vi assicuro che non si beveva, ma ci si
abbeverava come mucche in cascina. Al grido: “Arimo ! “, lanciato dal primo che
si trovava in esiziale debito d’ossigeno, accapigliandosi, sgomitando,
sgambettando, sbuffando e smadonnando, ci si fiondava, con le residue forze
rimaste, verso la fontanella del parco. Se arrivavi ultimo, erano cazzi amari : mentre
gli altri tracannavano, si docciavano, e sperperavano il salvifico zampillo, schizzandosi e dando vita a incomprensibili
abluzioni ( ricordo amichetti che si lavavano i piedi e organizzavano improvvisati
bidet ), tu rischiavi disidratazione, secchezza delle fauci ( con il
quantitativo di terra sul palato e nelle narici ci si poteva costruire la residenza estiva di
Big Jim ) e crampi muscolari da paresi. A quel punto, si metteva in atto il
piano B, l’unico in grado di poterti salvare la vita. Si usciva dal campetto (
portandosi via il pallone, se no i bastardi ricominciavano a giocare senza di
te ), si attraversava la strada e si bussava alla finestra della siura Lina,
moglie del portinaio, che abitava a piano terra. La siura Lina, procace emigrata
sarda, dai lineamenti gentili ma, ahimè, irrimediabilmente compromessi da un paio di
mustacchi dal piglio militaresco, si prendeva praticamente cura di tutti i bimbi
del vicinato, distribuendo caramelle, panini, pane carasau, zabaioni, bibite e
acqua, a ogni ora del giorno. Mi son sempre chiesto come facesse a non
buttarci affanculo, ma a trovare sempre il sorriso e la pazienza per esaudire
ogni nostra richiesta. Per quanto mi possa ricordare, sono sicuro che quella
donna abbia distribuito più litri d’acqua a noi bambini che l’Acquedotto
Potabile del Sele- Calore alla provincia di Avellino.
Oltre l’acqua del
rubinetto, la vera specialità della siura Lina era l’Idrolitina, che versava
nei bicchieri, fresca e spumeggiante, servendola da quelle mitiche bottiglie di
vetro, che un tempo andavano tanto di moda e che avevano il tappo ermetico a
pressione e la guarnizione di gomma arancione. Che cazzo ci fosse nell’Idrolitina ( per non parlare della Frizzina )
non ho mai capito. Di certo, nulla di particolarmente sano : ancora oggi ho
seri dubbi che quella polvere bianca, che a contatto dell’acqua ( una bustina
per un litro ) effervesceva come un geiser in ebollizione, contenesse polvere
pirica o soda caustica. Però, era buona, lasciava in bocca un piacevole
retrogusto salato, era un ottimo viatico per interminabili gare di rutti ed era
una valida alternativa all‘acqua naturalmente minerale, che ai tempi non aveva
un grande smercio e oltretutto costava come il caviale Beluga. D’altra parte,
in quegli anni, non esistevano tutte le bevande e le bibite che ci sono oggi e ci
si accontentava ( con grande soddisfazione, talvolta ) di quello che passava il
convento. Anzi, l’oratorio. Perchè, anche se non frequentavamo molto la
parrocchia, il bar dell’oratorio restava la meta preferita di ogni bambino del
mio comprensorio ( mi vien da pensare, che la vita sia un ciclo di appuntamenti
al bar : quello dell’oratorio da bimbo, il pub in età adulta, l’osteria sgrausa
dove da vecchio ti ritrovi a giocare a carte e a trincare bianchini spruzzati
). Oltre al ghiacciolone estivo ( quello fatto con acqua e coloranti, tutti pressochè
mortali ) e alle caramelle spacca denti ( ancora oggi mi chiedo come sia stato
possibile non diventare un collezionista di carie ), due erano i classici del
nostro menù pomeridiano : la Cedrata Tassoni e la Spuma Spumador.
La Cedrata
era una bibita dal colore verde tendente al giallo, fatta di agrumi ( il mitico
cedro di Sicilia ), venduta in bottigliette da 25 cl e pubblicizzata per molti anni
da Mina ( che ai tempi, ricordo, era una gran bella figliola ). Caratteristica principale
della bevanda era quella di colorarti la lingua, trasformandola in una spugna
verdastra, e di contenere per ogni bottiglietta un quantitativo di zucchero
pari al fabbisogno annuo della Val D’aosta. Molto meglio, almeno per i miei
parametri, era il sapore vagamente amarognolo della Spuma Spumador che, posso
fare a mazzate anche subito se qualcuno mi contraddice, è stata la bibita più
buona mai messa in commercio in Italia. La Spuma ( la vera Spuma era solo la
Spumador ) poteva essere nera o bianca, e si comprava a bicchieri : bicchiere
piccolo ( 50 lire ), bicchiere medio ( 100 lire ) e bicchiere grande ( 200 lire
) – i prezzi del mio oratorio erano molto nazionalpopolari, dal momento che il Lorenteggio non era proprio quel che si dice un quartiere chic. La Spuma bianca era buona, ma mi sembrava una bibita più adatta a una donna o a un frignone.
Quindi optavo per quella nera che, tra la metà degli anni ’70 e l’inizio degli
anni ’80, ho bevuto in quantitativi tali da poterci riempire, spisciazzando
qui e là, tutto l’Idroscalo e mezza
Martesana. Dispiace lasciarmi andare a particolari un po’ ruspanti, ma per
dovere di cronaca, devo precisare che il momento della Spuma diventava per la
mia ganga anche il momento dell’alfabeto ruttato, attività agonistica purtroppo
sottovalutata, ma che per quanto mi riguarda avrebbe dovuto assurgere, da
tempo, a disciplina olimpionica. Un golone di Spuma e via con la performance : Dio
mi fulmini all’istante se una volta non sono arrivato alla P, peraltro declamata
non con il classico baritono da fine esibizione, ma con tono stentorio e imperioso
da overture. Sarà l’età, sarà che di Spuma Spumador non ne fanno più, sarà che
la Coca Cola, per motivi religiosi, mi rifiuto di berla, ma oggi le gare di
rutti le concludo al massimo alla F. Ci vorrebbero la siura Lina e la sua
Idrolitina per rinverdire i fasti.
Blackswan, martedì 13/11/2012
31 commenti:
mamma mia cosa hai tirato fuori! l'idrolitina o Vichy meravigliosa era l'unica che riusciva a dissetare. Ora è imbevibile.
che meraviglia!
non sentivo "arimo" da ere geologiche. E mi hai fatto venire voglia di spuma. rigorosamente scura!
Non piangere Black che ti do un paio di notizione:
1- la Spuma (della Spumador) è viva e rutta (si fa per dire, cosa ne so io di rutti, che sono una signora?) con noi...
2- la Idrolitina si spaccia ancora.
Ecco quindi che;
a- sono sicura che puoi battere tutti i precedenti record. arrivando alla Z e non tralasciando nemmeno K,J,W,X eY...
b- se vuoi ti presto "il piccolo chimico"della Belva (ovvio che lei è inclusa nell'offerta) cosí da poter finalmente scoprire "il mistero della polverina bianca" o, in alternativa, viste le tendenze della suddetta Belva, far saltare in aria la casa.
Detto questo ti lascio a bere quanto vuoi e senza moderazione alcuna (c'è da dire??) le tue bibite vintage. Da parte mia, con la poetica imagine di "improvvisati bidet " al drago verde e (l'ancor più poetico) pensiero di te che fai raggiungere il livello di guardia alla Martesana, vado simpaticamente, a saltare il pranzo....
Commozione allo stato puro, bro.
Arimo è di per sè una citazione assoluta, che vede come possibile corollario le varie pimpiripettenusa pimpiripettepà per fare la conta oppure, meno note, le sequenze numeriche alterate del tipo unci dinci vinci (che stavano per uno dieci venti).
Per la Spumador, dissento e sfido le tue ire.
Il prodotto più buono di sempre era sempre della stessa casa ma era il ginger, detto anche spuma rossa.
Che poi, era, in realtà ci sono ancora entrambe e si trovano alla Esselunga e io ogni tanto me le compro.
E sia chiaro che mio figlio non le deve nemmeno toccare, si bevesse la sua Coca del cazzo!
Sulla Lina tu non me la conti giusta: l'aggettivo "procace" e il riferimento ai lineamenti gentili mi fanno pensare che non dispensasse solo panini e zabaioni, e sono certo che sui baffi tu avrai certamente sorvolato come a quell'età si sorvola su tutto quando l'ormone sgomma.
Mi sbaglio, amico mio?
Anche per le fontanelle, infine, poco è cambiato.
Siamo cambiati noi, nel senso che adesso nei parchi a giocare a pallone di italiani ce ne sono pochi (quando ero sbarbato si faceva fatica a trovare un prato libero) e quindi quando talvolta ancora mi capita di andarci, il prezioso draghetto di ottone me lo devo giocare con Secundo, Aziz, Dusan, Mamadou eccetera.
Che peraltro sono spesso molto meno buzzurri di come eravamo noi e si sbrigano per far bere anche gli altri.
L'acqua di Vichy!!!!! Era un must a casa dei nonni, che ne consumavano quantità industriali. Un bellissimo post, assolutamente "visivo"!!!! :))
Un post da bere tutto d'un fiato!
Mi ha fatto venire in mente la fontanella a zampillo del cortile dell'asilo, dove c'era sempre una fila interminabile.
Quanto tempo...
Grazie, l'ho proprio letto di gusto!
Idrolitina del Cavalier Gazzoni, nonno (credo) dell'ultimo presidente che, prima di scoprire le meraviglie del parametro zero, portò il Bologna in semifinale UEFA.
Non so se l'idrolitina esista ancora; spero se la passi meglio della squadra che ci tocca oggi...
Ma sai che la Spumador esiste ancora? Produce le bevande che si trovano nei Penny Market :D
Bellissimo post...e poi hai parlato di Milano, io praticamente abitavo alla fermata dopo quella di QT8, a Lotto :D
Le interminabili partite al pallone!
Mi ricordo che i campetti erano vicino al mare e fra un calcio e l'altro qualcuno di noi andava a fregare limoni sugli alberi del campo vicino.. C'era anche la Cristallina, ma l'Idrolitina, da fare con bustina rossa e bustina blu è stata la madre di tutte le acque frizzanti!!
@ Ernest : sai che non l'ho mai più provata ? Ho sempre avuto la sensazione che fosse tossicissima...
@ Poison :un bicchiere di Spuma scura per la signora, dunque! :) Da 50, da 100 o da 200 lire ? Aspetta,ARIMO !, vedo se ho il bicchiere grande :)
@ Irriverent : che l'Idrolitina fosse ancora in vita lo sapevo ( vedi commento a Ernest ). Sulla Spuma ho qualche dubbio ( http://virgiliobrescia.myblog.it/archive/2012/04/22/spumador-un-pezzo-di-storia-che-se-ne-va.html )e nonostante ci provi, sono anni che non riesco più a trovarla.Comunque, passami tutto l'armamentario, che torno ad allenarmi come si deve :)
@ Ezzelino : Bro, il ginger lo bevo ancora adesso: libidine allo stato puro ! Però, la spuma era di gran lunga più buona e quindi, la prossima volta che ci vediamo, volano le mazzate. Comunuqe, del ginger ho ricordi più recenti e non riesco a ricollegarlo a quando vivevo in Lorenteggio. Periodo in cui avevo dieci anni e pensavo ai soldatini, non alla procacità della portinaia :)
@ Gioia: grazie mille ! E a proposito, a Spuma come sei messa ? Chiara o scura ? :)
@ Nina : Non ti dico le file che ho fatto io: ero gracilino e arrivavo sempre per ultimo.Bastava un soffio e ero a terra :)
@ Evil Monkeys : l'Idrolitina gode di ottima salute. Il Bologna,a quanto pare, non proprio. Incrocio le dita per voi :)
@ Baol : non lo sapevo. Cerco la Spuma e non la trovo. Penny Market, hai detto ? Li cerco, anche se non mi pare di averne mai visto uno da queste parti. Siamo stati quasi vicini di casa, allora. Io abito a un quarto d'ora da Lotto :)
@ Mr Hyde : A Milano Lorenteggio potevi fregare le autoradio, i limoni purtroppo esistevano solo in fotografia :) Ma di Idrolitina, Dio solo sa, quanto ne ho bevuta :)
Post come questo mi fanno venire i goccioloni agli occhi; e mentre mi asciugo le lacrime di gioia vorrei dire due o tre cosette anch'io:
1) Ho ancora le mitiche bottiglie col tappo ermetico di color arancio. Purtroppo manco di idrolitina. L'ultima bustina mia mamma l'ha fatta nel 1978.
2) Tra la spuma e il ginger non c'è partita. Voto la spuma nera da 100 lire (anche perchè di prendere bastonate non ne ho proprio voglia). :)
3) Anche a Milano si diceva "Arimo"? Ma allora è proprio nazionale. Cerco sullo Zanichelli:
àrido,arieggiàre,ariète,ariète,
arimànno, arìnga, arìngo; no, arimo non c'è.
Lo aggiungo a matita per mia figlia.
Ti prego, amico mio, continua a pubblicare post come questi, che mi piacciono troppo.
Ti abbraccio.
io ultimamente sono in fissa per il chinotto lurisia....na bomba:)
@ Granduca : Come non c'è sul vocabolario ARIMO??? E' stata la parola che più ho usato per dieci anni della mia vita. E anche oggi, quando vivo momenti di concitazione con un arbitro cacacazzo, mi scappa sempre. Appena un pò prima del bestemmione di rito :)
Un abbraccio a te .)
@ Face : fantastico il chinottone ! Ti do una dritta : provalo con l'Amaro del Capo: è un cocktail eccezionale !
Quando vuoi Black...ma tu ricordati le promesse.
PS neve in arrivo: prepara l'armamentario anche tu, che io mi sto giá sfregando le mani ;-)
La SPUMA?????
Io sono cresciuta con la spuma (nera naturalmente) e non me ne ricordavo più. Più tardi l'ho sostituita con il chinotto, che ultimamente ho ripreso a comprare ma... ahimè non ha lo stesso gusto e retrogusto e... non provare a contraddirmi.
Ricordo anche con piacere l'idrolitina eppure da adulta ho sempre odiato l'acqua e le bevande gasate, coca cola compresa.
Sei grande Black, mi tiri fuori ricordi e "vizi" che non mi ricordavo di avere :)
Ciao
Francesca
Per le gare di rutti resta sempre la affidabile Peroni (una garanzia assoluta!)
La Spuma bianca è un vero cult.
Da noi però il massimo erano i ghiaccioli con pezzi di frutta vera che preparava la Maria, barista dell'oratorio: alla fragola, alla pesca, al melone, alla macedonia e al caffè "vero". Venivano da tutti i bar per comprarli.
Da noi il record del rutto ce l'aveva un ragazzino detto Capo: era riuscito a dire ruttando "San Benedetto del Tronto" + una bestemmia!! :)
Ma che diamine, il bicchiere da 200 lire!
Altrimenti nemmeno riesco a qualificarmi per la gara di rutti! :)
In auge dal 1930 al 1965 del secolo scorso la mitica idrolitina del Cav Gazzoni di Bologna aveva lo scopo di rendere l'acqua del rubinetto di casa simile a quella delle acque minerali frizzanti.
Caro Nick quando avevo dieci anni io vent'anni prima di te, non c'erano le bottiglie con la chiusura ermetica ( che conservo ancora) e ci si metteva il tappo di sugero e si teneva stretto bene. Ricordo ancora il nonno che smadonnava contro mia nonna perchè non ce la faceva a chiudere bene la bottiglia con il risultato di perdere il frizzante..rimaneva solo salata. Era motivo di litigio fra i nonni che in dialetto romagnolo, spassosissimo, si insultavano a vicenda. Fellini li avremme messi in una scena di un suo film. Un post bellissimo l'ho bevuto tutto d'un fiato.Un abbraccio caro Nick.
Appena arrivato provo a lasciare un commento pure io.
Sicuramente bello il ricordo anche perchè, la spuma, o se si voleva essere più grandi, il ginger mi riportano alla memoria, Case del Popolo e Circoli.
Quando ero monello quelli erano i Bar, quelli erano i luoghi dove mio padre mi portava qualche volta di Domenica.
"Dai Franco, la vuoi una spuma, andiamo al Circolo"
Ed allora si entrava in quei posti fatti di fumo, di carte, di tavoli quadrati, tovaglie in cerata e quelle sedie che potevano essere di paglia oppure in formica, che non so perchè, ma mi ricordo verdi o gialle o rosse ma tonalità smorte, pallide.
Per i ragazzotti più grandi di solito all'ingresso c'era il calcio balilla, dove erano vietati i ganci e girare, inserendo la monetina, forse 10 Lire, scendevano 10 palline ed al massimo ogni tanto si sentiva la voce del gestore del circolo che urlava "Ragazzi, tirate piano che se esce la pallina fate male a qualcuno!"
Ragazzotti che poi per sentirsi più grandi si prendevano la spuma bianca con il bianco, il famoso "champagne cun la baleta" o "champagne de la baleta" (OK questo solo per zone limitrofe a Milano)
SI, bei ricordi, spuma, ginger, cedrata, ghiacciolo o quando andava bene Mottarello o Concertino, ma forse li ero già più grande
Un piccolo capolavoro che ho sorseggiato con piacere.
Ora l'idrolitina è migliorata, non ha più quel retrogusto di sale.
Cristiana
E pensare che quasi tutte queste cose me lo sono vissute sui 50 anni fa'! Domani farò felice mia moglie dicendole della cedrata, che io invece conoscevo poco.
Meraviglioso... come sempre ... Devo raccogliere tutti questi racconti del grande Black, perchè averli sparsi mi dà noia e li devo conservare per i momenti no, che sono molti!!!! E il chinotto , dove lo vogliamo mettere?
In effetti non è del tutto sparito, ma una volta andava per la maggiore, in mancanza della coca( cola) ..intendo!!!)
Un abbraccione e buona giornata!
@ Irriverent : Sarà fatto :)
@ Francesca : dai, chinotto e Spuma non sono poi così viziosi :)
@ Massi : proverò ! Io di solito mi faccio acqua e bicarbonato :)
@ Lucien : Notevole il capo ! Però, dipende molto dalla bestemmia !:)
@ Poison : vada per il bicchierone, allora :)
@ Galadriel : la bottiglia d'acqua con il tappo di sughero,suona davvero strana :) Comunque, aveva ragione il nonno, eccheccazzo, un pò di attenzione ! :)
@ GFranco M : Benvenuto ! E con quell'avatar lì puoi lasciare tutti i commenti che vuoi :) bellissimo ricorfdo il tuo : prima o poi, devo scrivere qualcosa anche sul calcio balilla, gioco in cui ero una pippa clamorosa :)
@ Cris : dovrò comprarla prima o poi e vedere l'effetto che fa :)
@ Adri : puoi farla doppiamente felice comprandogliene una cassetta : la vendono ancora :)
@ Nella : il Chinotto è ancora una delle mie bevande preferite.Me lo bevo davanti alla tv, in alternativa alla birra :) Un abbraccio a te :)
Io invece col calcio balilla (bigliardino dalle mie parti) me la cavavo benissimo in attacco; e GFranco M ha perfettamente ragione: non si frulla e niente ganci.
Che tanto poi San Giovanni scopre gli inganni e chi non piscia in compagnia non è figlio di Maria.
Bene; adesso le cazzate le ho dette tutte e quindi posso tornare tranquillamente al tavolo a bere la spuma e a ruttare (peccato che a quei tempi ancora non fumavo, altrimenti sai che vampata fumosa?).
Ciao.
@ Granduca : manca solo la legge della Jolanda : l'ultima goccia è nella mutanda !:)
Come è vintage questo post!
@Blackswan:Per una ruttata fine a se stessa è a megghj (=la migliore)
cazzo black mi hai fatto venire sete!
volevo dirti nelle mie lande c'è ancora un postribolo che serve la spuma nera alla spina: che dio lo conservi!
@ Margherita & Marta : possa fare di peggio :)
@ Massi : non c'era bisogno della traduzione, un pò di terronesco lo capisco anche io :)
@ Metiu : vengo a trovarti, dimmi dove :) E poi, oh, ti aspetto a mangiare una pizza all'Orablù : tanto abitiamo a un tiro di schioppo :)
certo! mi tengo aggiornato sulle attività dell'ora blu.
a presto
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