"L'America non è mai stata innocente". Queste le prime parole
del romanzo con cui James Ellroy è passato dagli ambienti di Los Angeles a una
prospettiva più ampia. La vicenda di John Fitzgerald Kennedy, della sua ascesa
al potere e della sua morte viene raccontata dall'interno, in modo spietato,
senza compromessi.
Ammetto che di Ellroy avevo
letto solo Dalia Nera e L.A. Confidential, e per quanto mi fossero piaciuti,
non pensavo che avrei esplorato ulteriormente la bibliografia dello scrittore
americano. Beata ignoranza, la mia. Tuttavia, a inizio anno, grazie a un suggerimento
dell’amico La Firma Cangiante e ottimamente suggestionato dalla lettura di
23/11/63 di Stephen King, ho comprato American Tabloid, che ho letto e finito
in questi giorni. Oggi, il solo pensiero che molto probabilmente, se non fossi
stato ben consigliato (grazie!), mi sarei perso un libro tanto decisivo, mi procura feroci
accessi di orticaria. Perché, lo dico subito e non ci penso più, American
Tabloid è un capolavoro, e lo è sia che
lo si legga nella prospettiva del romanzo storico, che in quella di spy-story o noir.
Non una lettura semplice e non per tutti, nulla che si possa leggere sotto l’ombrellone,
meglio chiarire : la trama complessa, i numerosi personaggi, gli excursus fra
intercettazioni, rapporti CIA e stampa dell’epoca, l’intrecciarsi sottile della
realtà con la finzione, rendono American Tabloid un‘opera estremamente affascinante
ancorchè scorbutica. Tanto che se dovessi raccontarne la trama, anche per sommi
capi, finirei per consumarmi i polpastrelli sulla tastiera senza venirne
comunque a capo. Eppure, questo è un romanzo che, nonostante richieda il
massimo dell’attenzione, rapisce fin dalle prime battute e cattura il lettore,
pagina dopo pagina. Insomma, se si inizia, è davvero impossibile smettere. Ellroy non
solo dispensa lezioni di suspence (le accelerazioni vertiginose e gli
improvvisi colpi di scena sono da cardiopalma), ma avvince soprattutto con una
scrittura cruda, diretta, ironica, priva di fronzoli, quasi cinematografica, che
dosa sapientemente il montaggio (le vicende dei tre protagonisti, distinte
eppure strettamente connesse) al piano sequenza (i documenti riservati e le
intercettazioni). Sullo sfondo, la grande Storia americana a cavallo fra gli
anni ’50 e ’60 : Cia, Fbi, Ku Klux Klan, Cuba, Castro, il narcotraffico, Edgar Hoveer,
Howard Hughes, Jimmy Hoffa, la mafia, i Kennedy. Tra personaggi reali e altri
partoriti dalla fantasia dello scrittore, Ellroy riscrive una (la) storia, vera
o presunta, ma sicuramente plausibile, in cui l’etica è solo calcolo politico,
la vita umana e gli affetti vengono risucchiati nelle acque limacciose della droga,
dell’alcol e del tornaconto personale, il Dio denaro impera sovrano, e il
raggiro, il ricatto, la violenza e il doppio (triplo) gioco sono il carburante che
alimenta ogni decisione umana. In American Tabloid i buoni non esistono, non c’è
un eroe positivo, il bene è solo l’altra faccia della medaglia, un incidente di
percorso, un’estrema resipiscenza, un vano tentativo di emendare i propri
peccati. E’ per questo che i tre protagonisti del romanzo sembrano camminare
lungo una corda tesa sul baratro: basta un passo falso e si precipita all’inferno,
è sufficiente un piede messo nel punto giusto e la redenzione è possibile. Pete
Bondourant, killer spietato e privo di scrupoli, che cerca di lenire il proprio
tormento in una storia d’amore scandita a ritmo di twist e omicidi; l’agente Fbi
Ward Littell, frustrato e alcolista, che per inseguire un vano (ed egotico) sogno
di giustizia si trasforma in un cinico avvocato al servizio della mafia; e per
finire, Kemper Boyd, lacchè che si vende a chiunque possa garantirgli ricchi emolumenti e
che prova a emendare una vita di inganni spendendosi per i diritti civili dei
neri, sono le tre figure in chiaro - scuro che animano con un impressionante
impatto psicologico le settecento pagine del romanzo. A fianco a loro, si muove
una selva (oscura) di personaggi, la maggior parte dei quali realmente
esistiti, che sgretola ogni forma di agiografia e mitizzazione sull’epoca : Joe
Kennedy legato a doppio filo con la
mafia, Bob descritto come un moralista baciapile, John come un erotomane
seriale, Castro come uno spacciatore, Hoover come una checca isterica, Hughes
come uno psicopatico col vizio del ricambio del sangue e Hoffa come un violento
intrallazzatore al soldo di cosa nostra. Se è vero che “ L’America non è mai
stata innocente “, questi sono i suoi figli prediletti e questo, probabilmente,
è il sottobosco che ha animato la Storia dell’uomo in ogni epoca e a ogni
latitudine.
Imperdibile, maledetto, memorabile:
American Tabloid.
Blackswan, venerdì 29/03/2013
13 commenti:
Io ancora devo cominciare con Ellroy, che vergogna:D
Ho letto soltanto Dalia Nera..non dico che lo comprerò (ultimamente leggo veramente poco,purtroppo),ma la tua "recensione" è bellissima!
Sono tutti in lista grazie allo stesso imperdibile e memorabile consiglio dello stesso maledetto Firma Cangiante.. Perche' mi piacciono sia i romanzi storici che le spy story :D
devo leggerlo è nella mia libreria...
@ Nico : anche io questo libro l'ho scoperto solo da poco.
@ Badit : grazie ! Il libro è davvero imperdibile.Se mai ti dovesse capitare...:)
@ Elle : :) La Firma pusher Ellroyano :)
@ Ernest : non te ne pentirai...
Bellissima recensione che rende grandissimo merito al mio romanzo preferito. Bravissimo, son contento ti sia piaciuto :)
Continua in Sei pezzi da mille :)
@ Firma : non smetterò mai di ringraziarti. Io con la testa sto ancora a Dallas nel '63 e non ne vengo fuori :)
Ho una pigna di arretrati chilometrica, ma appena riesco a smaltirla,mi butto anche sul seguito.
Grazie ancora,mon amì:)
Si anch'io sono fermo ad una certe lettura della storia americana di quegli anni..Vale la pena aggiornarsi!
Uno dei migliori romanzi di Ellroy...
Abbraccio stretto!
Uno dei migliori romanzi di Ellroy...
Abbraccio stretto!
mi hai convinto: prossimo giro in libreria, è acquisto assicurato.
Non ci conosciamo ma ti leggo spesso
e ti ho assegnato un premio.
La coincidenza poi ti comunicartelo
in un post su Ellroy è inquietante...
:D
Io l'ho appena finito di leggerlo. Ho commesso il gravissimo errore di non appuntarmi nomi e collegamenti...forse mi sono perso. Ma si capisce che un gran libro. Lo rileggerò con maggiore attenzione e tutto in un fiato. E il modo migliore...
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