Il 21 marzo di ogni anno si celebra La Giornata Mondiale
Della Poesia, “istituita dall’UNESCO al fine di riconoscere all’espressione
poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo interculturale,
della comunicazione e della pace”.
Che cos’è la poesia ? E’ davvero difficile rispondere a
questa domanda e probabilmente non possiamo darne una definizione che non sia
strettamente legata alle nostre personalissime suggestioni. Io ho sempre
pensato che la poesia sia l’arte di raccontare la vita con le parole dei sogni,
di cercare un linguaggio diverso per colorare una realtà che altrimenti si
comporrebbe innanzi ai nostri occhi già definitivamente codificata, senza più
stupore o mistero. In tal senso, poetare
è un atto di eroismo, è il gesto estremo di un guerriero che non si rassegna
alla sconfitta, che non accetta l’evidenza e la banalità delle cose umane, che
stringe i denti e combatte a colpi di versi, fino all’ultimo sacrificio, per riempire
il mondo di colori. La poesia è semplicemente l’eterna battaglia della grazia
contro l’ignavia. Tutto qui.
In molti si rifiutano di approcciarsi alla poesia sostenendo
che sia troppo difficile, quasi impossibile da comprendere. Che è un po’ come discolparsi
di non leggere rifugiandosi nell’eterna scusa della mancanza di tempo. A tal
proposito, mi piace suggerire ai tanti detrattori che la poesia è la forma di
espressione artistica che maggiormente si avvicina alla musica : filtriamo i
versi con gli occhi così come le note con le nostre orecchie. Le parole e le
note entrano in noi, ci sfiorano l’anima, soprattutto le “sentiamo”, con il cuore e con la pancia. Proviamo
allora ad ascoltare una poesia come se fosse una canzone, lasciamo che ci illanguidisca, ci sconvolga,
ci suggerisca ricordi, luci, immagini. La comprensione intellettuale non è
necessaria o non deve essere necessariamente immediata. Accettiamo il bello di
una figura retorica e di una scansione metrica per quello che sono, lasciamo
che le parole entrino in noi acerbe e lasciamole maturare al sole delle nostre
emozioni. Come la musica, né più né meno. E’ un dono per tutti.
Cesare Pavese |
Anche tu sei
l'amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri.
Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede.
Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole - cammini
in attesa. L'amore
è il tuo sangue - non altro
-Cesare Pavese-
Sei di sangue e di terra
come gli altri.
Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede.
Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole - cammini
in attesa. L'amore
è il tuo sangue - non altro
-Cesare Pavese-
Wislawa Szymborska |
RINGRAZIAMENTO
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
ne' riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.
E' merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.
-Wislawa Szymborska-
Blackswan, giovedì 21/03/2013
9 commenti:
Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.
-- José Saramago
Volevo complimentarmi per le tue parole sulla poesia.
Le nozze
Una donna si getta in un torrente
Il torrente si getta in un fiume
Un uomo si getta nel fiume
Il fiume si getta nel mare
Ed il mare rigetta sulla terra
Una pipa di schiuma
E la candida trina delle onde distese
Che sotto la luna scintilla
E' la veste della sposa
Semplici regali di nozze della grande marea
Jacques Prévert
Lei, la Szymborska, mi riempie sempre di immagini e domande...
@ FG :Saramago.Sarei la metà di quello che sono, se non ci fosse stato lui.
@ Badit : grazie e grazie per il contributo. la semplicità di prevert incanta.
@ Gioia : Una costante nelle mie letture. E pensare che è diventata "popolare " solo dopo che è morta.Che tristezza...
Lo so. Non a caso
Condivido. E sono soprattutto le poesie della Szymborska, per l'appunto, che mi hanno portato da tempo a conclusioni analoghe alle tue.
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto
;)
"Oh, acciacciato grugnosco, le tue minzioni mi appaiono
Come ciance di sebi su luride api.
Deh! Impiacciami, imploroti, sgabazzone rampante
Sciasciami, sprusciami, sprusciami coi crespi tentachili
O ti strapperò gli sputtoni coi miei scassagangli."
Poesia Vogon
@ FG : :)
@ Adriano : piacere di condividere la stessa passione :)
@ Domani : Ungaretti! Lo adoro :)
@ Anonimo : Adams ? Roba pesa :)
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