E' un dato di fatto
che negli ultimi anni vi è stata una vera e propria esplosione di string band.
Non credo si tratti solo di una moda, o almeno non solamente. Mi sembra piuttosto
che in ambito musicale stia emergendo un l'impellente desiderio di ritornare alla
semplicità del passato e alla natura, e prenda piede una voglia di freschezza che aiuti ad
affrontare il logorio della vita quotidiana. Insomma, la gente sembra essersi
stufata delle pop-rock star costuite a tavolino, dei gruppettini indie che
fanno robetta da supermercato a cui basta affibbiare l'etichetta alternative per
guadagnarsi un briciolo di credibilità. Oggi, si sente forte l'esigenza di
recuperare il folk, gli strumenti acustici, melodie semplici e dirette
e un modo di stare sul palco e di condividere il rito della musica che sia
soprattutto festa e condivisione di sentimenti puri. Oggi, gruppi come Mumford
& Sons, Fleet Foxes, Avett Brothers, Chatam County Line, Of Monsters And
Men, Punch Brothers, Old Crow Medicine Show, ognuno con il proprio
stile, stanno riscuotendo un successo incredibile, piacciono molto e
piacciono in modo trasversale: rappresentano cioè una scoperta per i
giovani e una sorta di recupero delle radici per coloro che tanto
giovani non sono più. In questo filone si inseriscono i The Last Bison,
americani provenienti da Chesapeake, Virginia, in circolazione dal 2010, e con
un album già all'attivo (Quill del 2011). La particolarità di questa band è
quella di essersi formata in famiglia, fra le mura domestiche: fratelli e amici
che hanno sempre suonato insieme per divertimento e che un bel giorno hanno pensato
di dare una continuità a quell'estemporanea passione. Il leader è Ben Hardesty
(voce e chitarra), affiancato dai fratelli Dan (mandolino, banjo e chitarra) e
Annah (voce e percussioni), dalla famiglia Benfante (i fratelli Andrew, organo,
e Jay, batteria) e da due amici, Teresa Totheroth al violino e Amos
Housworth al cello. Un gruppo affiatato, quindi, in cui
le consolidate relazioni affettive si riverberano in modo magico,
e non potrebbe essere diversamente, sulla musica suonata. Vi accorgerete infatti
ascoltando questo Inheritance quanto non solo sia solido l'impianto
compositivo delle canzoni, ma soprattutto quanto i brani, siano essi lenti o più
accelerati, vengano pervasi da un entusiasmo contagioso e ingenuo (uso il termine
nella sua accezione più nobile). C'è voglia di suonare insieme e piacere nel
farlo, voglia di scrivere canzoni con cui si possa far festa e divertirsi, oppure
che sappiano toccare il cuore e commuovere. Ascoltare questa musica è come
ricevere un abbraccio : si percepisce un sincero affetto e un genuino
trasporto. Il disco, poi, cresce di ascolto in ascolto, si fa scoprire
lentamente e dalla superficie del primo acchito emergono suoni e
sfaccettature compositive con cui i The Last Bison dimostrano di non essere
proprio un gruppo di spovveduti alle prime armi. Se la base del progetto
sono le radici folk, è altrettanto vero infatti che Ben Hardesty e
soci arricchiscono la proposta plasmando il suono e riempiendolo di
sfumature pop, improvvisi stacchi, repentine accelerazioni e
inaspettati inserti d'archi dal sapore cameristico. Canzoni del
livello Switzerland e Dark Am I sono di un nitore accecante, superano i
canoni del genere e proiettano i The Last Bison verso un futuro da grande band.
Come degli Arcade Fire, ma meno pretenziosi, come dei Decemberist, ma meno
prolissi, come dei Mumford & Sons, ma meno
adolescenziali.
VOTO : 7,5
Blackswan, sabato 12/04/2013
4 commenti:
I like it so much
FG
Finche' non saranno troppe anche queste band e stuferanno.. comunque con 'string band' pensavo intendessi un gruppo stringato, invece sono in tanti! La copertina e' bellissima, un quadro per l'ingresso :)
Una gradevole scoperta caro Nick , anche se non trovo gli Arcade pretenziosi e cosi' adolescienziali i Mumford...
Ottima musica e ottimo video..
Grazie infinite , come sempre d'altronde!
@ FG : :)))
@ Elle : Argh ! la copertina è orrenda...un quadro così non lo metterei nemmeno in bagno :)
@ Nella. Questione di gusti, cara Nella. Un abbraccio forte :)
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