Da
tempo ormai ho l'impressione che il rock proveniente dagli States contenga
un tasso di sincerità superiore a quello suonato e prodotto dall'altra parte dell'Oceano.
E questo anche nel caso di un gruppo come i Wild Feathers, la cui
musica fortemente derivativa pesca a mani basse in un passato antico
e recente, citando a più non posso. Basta leggere la descrizione sul loro
profilo Facebook per capire di cosa sto parlando : " Loro suonano come se i Led Zeppelin e The Band avessero avuto un
figlio che fosse cresciuto ascoltando Ryan Adams coverizzare le canzoni
anni '70 degli Stones influenzate dalla musica country ". Un notevole
zibaldone, insomma, a cui io aggiungerei anche echi provenienti da Tom Petty,
Allman Brothers, Creedence Clearwater Revival, oltre a discrete spruzzatine
soul e blues. Il tutto, peraltro, servito in una confezione che riesce a
essere deliziosamente radiofonica senza mai scadere in banalità mainstream.
Insomma, quello che ascolterete in questo disco d'esordio della band
proveniente da Nashville sono dodici canzoni di american music dal nobile
pedigree, che riesce a essere al contempo anche frizzante e moderna. D'altra
parte, i Wild Feathers sanno suonare e si sente che di ciò sono
fortemente consapevoli; si immergono nell'esecuzione dei pezzi
sbrigliando l'energia di una jam session senza però sbrodolare note a
casaccio; e sanno abbinare melodie orecchiabilissime (American, The
Ceiling) a prove di forza da veri rocker, chitarra elettrica incandescente
e piglio hard. Sia che accelerino il passo (Backwoods Company, Hard Wind)
o che si misurino con la ballata (Tall Boots, If You Don't Love Me), sia
che sfiorino territori R & B (I’m Alive) o che si immergano in atmosfere
più marcatamente country (Left My Woman), i Wild Feathers riescono a essere
convincenti fin dal primo ascolto. Merito di quell'entusiasmo un pò sfacciato
di chi si approccia alla musica che ascoltava papà con l'incoscienza della
giovinezza e tanta, tanta voglia di divertirsi. Probabilmente, esordio dell'anno.
VOTO : 7,5
Blackswan, mercoledì 04/09/2013
4 commenti:
Me gusta!!! :))
Grazie di cercare e scovare per noi...
@ Gioia : non mi costa tanta fatica, visto che ascolto di tutto. Ma quelli buoni li propongo volentieri. :))
incredibile, stanotte mentre vagavo su Spotify li ho ascoltati per caso e ....boom, amore al primo ascolto. Mainstream, molto orecchiabili ma concordo sul fatto che non scadono nell'occhio. Solo un appunto: American è una copia di "Einstein on a beach" dei Counting Crows...provare per credere
@ Alessandro : Praticamente le stesse cose che mi ha detto un amico ieri pomerioggio. Vero: orecchiabilissimi ma non banali. Vado ad ascoltare originale e "copia" e poi parto per l'aquisto di tanti cd :))
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