Intere generazioni di pischelli sono state completamente
fottute da un mondo in cui il valore cardine è il consumismo di prodotti
farlocchi ma altamente invasivi sulle coscienze e le emozioni. La nostra
gioventù, o almeno parte di essa, è composta ormai da ventenni anziani
condannati al divano della vita, quello costituito da insulsaggini come gli
smartphones, la playstation, facebook e (quando uno vuole proprio trasgredire),
da plasticosi videotape di MTV. Dei vecchi, insomma, a cui peraltro è stata
tolta ogni energia in nome di una massificazione dei gusti e dei bisogni che
sgomenta. Perdonate il pistolotto iniziale, ma era necessario per dare il giusto risalto a
questi quattro ragazzi irlandesi, originari di Cavan, che dalla vita sono
riusciti a ottenere cose molto più importanti di tanti loro coetani.
Soprattutto, e questa è la sensazione più eccitante anche per un vegliardo come
il sottoscritto, gli Strypes si sono riappropriati del rock‘n’ roll, che
dovrebbe essere, ma ormai non è più, quella molotov di rabbia ed energia con
cui i giovani raccontano le proprie aspirazioni e combattono le frustazioni di
una vita che mai come in questi tempi si accanisce sul loro futuro. Mi permetto
poi un’altra riflessione. Ross Farrelly (voce), Josh Mc Clorey (Chitarra), Pete
O’Hanlon (Basso) e Evan Walsh (batteria), tutti ragazzi la cui età è compresa
fra i sedici e i diciotto anni, dimostrano un’amore per la musica tanto
travolgente da apparire totalizzante.
Non si spiegherebbe altrimenti un disco così,
che si, è dannatamente derivativo, ma mai, in nessuna traccia della scaletta,
tradisce il suono frusto e imbolsito di chi scopiazza dal passato spacciandosi
come dottorone del rock’n’roll. Questi, lo si capisce ascoltandoli, hanno
studiato seriamente: giorni interi ad ascoltare i dischi dei loro nonni, a
provare e riprovare, chini sugli strumenti, fino a farsi venire le vesciche
alle dita, a calcare i palchi di migliaia di localacci per allenare il fisico e
lo spirito in attesa delle goupies e delle scorribande alcoliche. E non è cosa
da poco, in un mondo in cui il primo scalzacane con un bel faccino e una buona
dose di hype, si ritrova sulle copertine delle riviste specializzate senza
avere uno straccio di idea che sia una. Sono derivativi, è vero, ma cazzo ci
mettono sudore e intensità. Citano gli Stones, gli Yardbirds, il pub rock dei Dr.
Feelgood, e qui e là si sente che non stati insensibili alla rumorosa
ipervelocità dei Ramones. Il risultato finale è un disco divertente e umorale
che ci riporta agli anni d’oro in cui la musica era patrimonio di giovani
incazzati e desiderosi di cambiare il mondo. Altro che One Direction o la
paccottiglia da MTV: dietro questo rock primordiale batte un cuore sincero e
innamorato. Oggi, l’unica cosa certa è che il rock ‘n’roll ha salvato gli Strypes
dai lugubri rituali di una gioventù sballlottata fra twitter e centri
commerciali. Domani, magari, potremo raccontare un’altra storia e dire che gli
Strypes sono diventati la vera salvezza del rock’n’roll. E’ ancora prematuro, ma
sarebbe bellissimo.
VOTO : 7
Blackswan, domenica 13/10/2013
7 commenti:
Tutto è pssibile con la musica caro Blackswan...quello che non è oggi , può essere domani o magari chissà anche viceversa....
La parola "vegliardi" nel tuo discorso iniziale mi fa sorridere, perchè trovo sempre che l' età sia una limitazione da eliminare , se questa è vista come tale..
Se lo si fa per "cazzeggiare" un po' , mi sta benissimo...
Come sempre standing ovation, Black!::))
Vogliamo parlare del pistolotto iniziale? I primi due 'commi' sembrano scolpiti nella roccia: cosa posso dire? Concordo, e sottoscrivo tutto.
Questi suonano e suonano bene.Quelli della mia (nostra?) hanno degli standards molto alti di paragone però debbo dire che la musica che fanno questi ragazzi è altamente energetica.
Non ci avrei scommesso due lire (anche perché valle a trovare, due lire) e invece...
Due cose che non avevo ancora detto su di loro : è impressionante come a questa età abbiamo già una padronanza della tecnica di esecuzione che generalmente si acquisiva un po' più tardi, secondo, devo però anche riconoscere che ascoltando l'intero album trovo alcuni pezzi un po' noiosi quasi fossero solo un esercizio stilistico, e detto di una band di minorenni al debutto mi sembra inquietante.
@ Nella : sono nato per cazzeggiare :)
@ Mr Hyde : vero. I nostri termini di paragone sono molto alti.Questi ragazzi non saranno dei mostri, ma hanno passione. e si sente.
@ Ester :Eh già, di soldi ne girano pochini, di questi tempi :)
@ Euterpe : Forse non tutto è centrato, hai ragione. Ma è il "trend ", se così si può dire, a essere molto positivo.
Grande album e superbo esordio, ci voleva.
@ Harmo : Concordo ! Divertente e cazzuto !
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