Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio
andante pedatorio che nove volte su dieci ci azzecca. E così gli spagnoli
(originari di Barcellona) The Excitements tornano sulle scene esattamente
come avevano fatto due anni fa con il loro folgorante disco d'esordio: scaletta
di dodici brani, stessa casa discografica, identica durata (circa trentacinque
minuti), copertina più o meno uguale, suono vintage rigorosamente in mono,
e soprattutto la stessa offerta musicale che guarda agli anni '60,
versante Stax, con passione filologica. Uniche differenze rispetto al
primo album sono due cambi nella line up (nuovo chitarrista e nuovo batterista)
e una scaletta di quasi tutti pezzi originali, a eccezione di Keep It To
Yourself di Billy Preston e Tell Me Where I Stand di Johnny Sayles (non
esattamente due sconosciuti). Per il resto Sometimes Too Much Ain't Enough (a
volte troppo non è abbastanza) è la fotocopia esatta del
precedente The Excitements. Problemi ? Direi proprio di no! In primis,
perchè a condurre le danze c'è quel gran pezzo di figliola che porta il nome di
Koko Jean Davis, cantante di origine mozambicane, che ricorda nella voce, nel
fisico e nell'esuberanza scenica la grande Tina Turner. E poi, perchè queste
dodici canzoni, suonate da una band affiatatissima, non hanno (ancora)
perso il loro fascino nonché punto di forza: costringerti a muovere le chiappe,
a buttarti sul dancefloor e a scatenarti finchè alba non ti separi dalla festa.
Non male davvero per un gruppo che fin quasi l'altro giorno si muoveva nel
sottobosco iberico del r'n'b. Certo, può essere che al prossimo disco identico
ci vengano anche a noia, ma finchè dura la pacchiam godiamoceli. Ne vale
davvero la pena.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 12/02/2014
1 commento:
Si si si, ascoltato !!!
Un disco davvero da godere.
Super choice Black :-)
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