È stato la Mafia è
un volume, comprensivo di DVD, in cui Marco Travaglio, vicedirettore de Il
Fatto Quotidiano, racconta gli intrighi e le malefatte perpetrate negli anni
dalla classe politica italiana. Il DVD e il volume sono tratti da uno
spettacolo teatrale, proposto da Travaglio, che ha riscosso un notevole
successo in tutta la penisola. Travaglio svela gli inganni, gli accordi segreti
e le trattative che a partire dal 1992 sono state portate avanti tra lo Stato e
Cosa Nostra. Si tratta di documenti resi pubblici che dimostrano come alcuni
importanti esponenti politici di allora fossero invischiati in faccende poco
limpide. Travaglio racconta tutto, senza peli sulla lingua. Racconta gli
accordi e i vari tentativi di nascondere tutto sotto un velo di silenzio e di omertà,
riporta i tentativi di delegittimare la Procura di Palermo compiuti da Stato e
Cosa Nostra. Travaglio enuncia le telefonate dell’ex ministro Mancino, del
presidente Napolitano e del suo consigliere giuridico che sono state depositate
dai magistrati e quindi rese pubbliche. Il volume ripercorre la corsa degli
eventi che ha caratterizzato oltre vent’anni di storia politica del nostro
Paese. Ad accompagnarlo, Isabella Ferrari, la quale legge alcuni testi
incentrati sulla parte buona della politica, brani di grandi italiani come
Gaber, Pasolini, Calamandrei, Pertini e Flaiano. Marco Travaglio, con il volume
dal titolo E’ stato la Mafia, racconta gli ignobili compromessi dello Stato con
il malaffare e la criminalità organizzata.
Dal momento che incazzarsi pare faccia male alla
salute, sconsiglio a tutti di intraprendere la lettura di questo libro. Il
consiglio, ovviamente, vale solo per quelli che continuano a sperare in un
Italia migliore, che sono stufi di governicchi non eletti e che puzzano di
muffa lontano chilometri, che desidererebbero istituzioni forti, consapevoli e
rispettose del dettato costituzionale, operose nel gestire la cosa pubblica per
il bene dei cittadini. Per coloro, soprattutto, che pensano che la
legalità sia un valore indisponibile, che non possa essere oggetto di
mercimonio, patti (a proposito di legalità e patti, vi dice niente l'inciucio
del Nazareno?), contrattazioni, compromessi. E' Stato La Mafia, ultima
fatica del vice-direttore de Il Fatto Quotidiano, è infatti uno di quei libri
che letto e compreso in tutte le sue implicazioni (politiche,
istituzionali, criminogene e stragiste), fa venir voglia di scendere in piazza
coi forconi e andare a prenderli uno per uno. Non fosse altro che per
onorare la memoria di tutti quegli uomini, e ce ne sono stati, che hanno
sacrificato la propria vita per la salvaguardia dello Stato e di tutti i
cittadini per bene che nello Stato e nel Paese credono
ancora (pleonastico accennare a Falcone e Borsellino). Fedele
sceneggiatura dell'omonimo spettacolo teatrale che Marco Travaglio e Isabella
Ferrari hanno portato in giro per l'Italia nel 2013 (il dvd con una serata
dello spettacolo è allegato al libro), E' Stato La Mafia mette
insieme in ordine cronologico tutti i tasselli che
costituiscono quegli abominevoli abboccamenti, su cui oggi indagano
(rectius: stanno giudicando) i magistrati palermitani, che prendono il
nome di "trattativa Stato -Mafia". Nessuna illazione
o ricostruzione fantascientifica, ma un excursus documentato di fatti,
testimonianze e carte processuali che documentano il do ut des
intercorso fra criminalità e istituzioni, in una escalation di doppigiochi,
menzogne, ritrattazioni, ricatti e omissis che fa accapponare la pelle. Un
crescendo rossiniano di misfatti che sfocia nel capitolo finale,
intitolato esplicitamente "Romanzo Criminale", in cui emerge in tutto
il suo squallore il ruolo giocato da Napolitano per cercare di salvare le terga
proprie e dell'amico Mancino, ostacolando in modi, diciamo così, avulsi dalle
prerogative presidenziali, il lavoro dei giudici di Palermo. Un quadro che
lascia sgomenti, attoniti e decisamente incazzati. Quindi, se non volete
rovinarvi le ferie, non leggetelo. Consigliatelo semmai a quanti hanno votato
Renzi e ritengono Re Giorgio il baluardo della nostra democrazia. Magari gli
fate cambiare idea.
Blackswan, 05/08/2014
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