Gigantoid sancisce vent'anni di onorata carriera per
uno dei gruppi più importanti e longevi del movimento stoner. Undici dischi
all'attivo, lo scettro detenuto, insieme a Kyuss e Queens Of Stone Age, di
leaders di un genere nato agli inizi degli anni '90 e le cui coordinate,nella
loro particolare interpretazione, nonostante siano ormai passati
vent'anni, non si sono spostate di un centimetro sulla grande cartina del rock.
I Fu Manchu, insomma, continuano a fare i Fu Manchu, senza nemmeno un minimo
tentativo di rinnovare un suono che appare impermeabile a gusti, mode, tecnologie.
Si potrebbe dire della band capitana da Scott Hill ciò che si è sempre detto a
proposito di alcuni gruppi universalmente noti e altrettanto
longevi, quali i Motorhead e gli Ac/Dc: a volte bene, a volte male, ma
rifanno sempre lo stesso disco. Così, anche il ventennale di carriera viene
celebrato con undici tracce di puro stoner che resta il migliore, anche perchè
unico, prodotto della casa: riff pesantissimi, tracimamenti strumentali
lisergici (l'iniziale Dimention Shifter e gli otto minuti conclusivi di The
Last Question), brevi accenni al passo elefantiaco tanto caro al doom dei Black
Sabbath, suono grezzo, devastante, potentissimo. Novità? Nessuna. Disco bello o
disco brutto ? Un disco dei Fu Manchu, ne più ne meno: qualche tirata
entusiasmante (Anciety Reducer), tanto deja vù e quindi qualche momento di
noia dovuto a un eccesso di ortodossia. Un disco che non dispiacerà
ai fans del gruppo o agli amanti del genere, sconsigliato a quanti amano i
suoni cattivi ma corroborati da un pizzico di originalità.
VOTO: 6
Blackswan, giovedì 07/08/2014
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