Non sono ancora i Tool che
cambieranno per sempre la storia del metal, né sono quelli che negli States
venderanno mezzo milione di copie in una settimana con Lateralus (2001),
arrivando incredibilmente al primo posto in classifica (quante volte è successo
a un disco metal ?). Questi sono i Tool come mamma li ha fatti, al loro esordio
nel mondo discografico, prima che il Lollapalooza Tour del 1993 e il primo full
lenght (Undertow, sempre 1993) li consacrino come una delle band più innovative
degli anni’90. Nati sulle generi del grunge, di cui Opiate (titolo mutuato
dalla massima marxiana “ La religione è l’oppio dei popoli”), Ep datato 1992,
porta ancora i segni, i Tool offrono fin da subito un antipasto consistente di
ciò che sapranno fare in futuro. Non un capolavoro (il percorso che
intraprenderanno non è ancora ben definito), ma un’opera prima di tutto
rispetto, acerba, è vero, ma già così originale da attrarre l’attenzione del
grande pubblico e soprattutto della critica specializzata, che di lì a breve
(Aenima, 1996) porterà in palmo di mano l’alt metal avanguardistico e
sperimentale della band losangelina. Sei brani in tutto (quattro da studio e
due dal vivo, più una hidden track intitolata The Gaping Of Lotus Experience)
in cui grunge, grindcore, trash si fondono in atmosfere cupe, angosciose, a
tratti brutalmente feroci, che già però contengono in nuce la complessità di
certe trame musicali che guardano al rock – progressive (il produttore di
Aenima sarà Dave Bottril che aveva lavorato con i King Crimson e Peter
Gabriel). Riff pesantissimi, progressioni rumorose, tempi dispari, una sezioni
ritmica assassina (la doppia cassa di Danny Carey e il basso geometrico di Paul
D’Amour, che lascerà la band prima della consacrazione definitiva), la chitarra
ossianica di Adam Jones e soprattutto il canto multiforme, potente e messianico
del leader Maynard James Keenan, sono gli ingredienti di un disco che dispensa
ferocia, intelligenza e avvincenti, quanto oblique, soluzioni melodiche (la
title track). Jerk- Off è il vertice dell’Ep, il primo vero classico della band,
una deflagrazione di precisione matematica che colpisce esattamente il
bersaglio, consegnando i Tool a una leggendaria carriera. In seguito, ci
saranno cose migliori, ma questo esordio vale la pena di essere riscoperto per
comprendere come nacquero le trame sibilline e il lungimirante ibrido musicale
che ha caratterizzato il suono metal (?) di una delle band più originali del
pianeta (da otto anni non esce un disco dei Tool: sarà pronto per fine 2014?).
Blackswan, mercoledì 20/08/2014
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