Strano. Uno pensa che la
tribù dei rockettari sia in via d’estinzione al pari di quella dei mohicani e
poi, come fulmine a ciel sereno, esce il disco dei Royal Blood. Che non è solo
uno dei dischi che più rock di così si muore, ma che va anche a scalare le
classifiche di mezzo mondo, piazzandosi al numero uno in Inghilterra e Irlanda,
e raschiando la cima in un altro pugno di nazioni (Italia, ovviamente,
esclusa). Insomma, non siamo soli a questo mondo, anzi siamo in tanti, in
tantissimi. Certo, i due ragazzi provenienti da Worthing, cittadina del Sussex,
nei pressi di Brighton, godono di un hype pazzesco, che li ha visti condividere
il palco con gli Arctic Monkeys ed essere incensati da stampa specializzata e
non (alla BBC son praticamente di casa). Tuttavia, è davvero difficile spiegare
il successo di questo duo che, voce- basso e batteria, randella senza
esclusione di colpi dall’inizio alla fine delle dieci canzoni in scaletta. Vabbè,
a essere sinceri, Royal Blood non manca di un certo (ruvido) appeal radiofonico
e di una produzione che sotto le sembianze finto-grezze leviga assai bene il
suono; e alle orecchie ben allenate delle redivive schiere di rockers non sarà
sfuggito il continuo richiamo a band che, anche senza picchiare particolarmente
duro, in classifica entrano sempre e dalla porta principale: Out Of The Black,
ad esempio, è deflagrante come una canzone dei Muse strafatti di cordite,
mentre il resto del disco cita, spesso e volentieri, il tipico sound dei primi
Black Keys (e perché no, a me sono venuti in mente anche i nostrani Bud Spencer
Blues Explosion o quel pazzo one man band di Miyavi). Qualsivoglia motivazione
si cerchi di addurre per il successo dei Royal Blood, resta il fatto che Mike
Kerr e Ben Thatcher stanno lassù, in cima alle classifiche di terra d’Albione e
ci stanno con un disco caciarone, possente e, al netto delle osservazioni
precedenti, decisamente tonitruante. E poco importa se sarà il tempo di una
stella cometa: per il momento godetevi (anzi godiamoci) queste dieci canzoni
che ci ringhiano addosso un orgoglio così sfrontatamente rock.
VOTO: 7
Blackswan, martedì 07/10/2014
3 commenti:
uno dei migliori dischi rock dell'anno!
e il fatto che non sia poi tutto 'sto capolavoro la dice lunga sullo stato attuale del rock... ;)
in effetti un bel disco rock , uno dei migliori del'ultimo anno e sopratutto di una band emergente.
@ Marco:tuto dipende dal fatto che tu ascolti solo tre dischi rock l'anno :)
@ Euterpe: ben tornato ! Mi è piaciuto, mi è piaciuto: bello grintoso e pestato.
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