A volte, la scoperta di un
buon cd (o addirittura di una band, come nel caso specifico) è del tutto
casuale: passi rapide le mani fra gli scaffali del tuo negozio di dischi
preferito e salta fuori una copertina che non ti aspettavi. Una copertina così
bella e irresistibile che si instaura immediatamente un’attrazione fatale fra
te e lei. E pazienza se l’acquisto avviene a scatola chiusa e nemmeno sai che
cosa ti stai portando a casa. Mi è successo così con i Sons Of Bill, gruppo
originario di Charlottesville, Virginia, di cui fino a qualche giorno fa non
conoscevo assolutamente nulla. Eppure, questo quintetto è in circolazione dal
2006 e hanno all’attivo, contando quest’ultimo Love And Logic, già quattro
album. Ma in Italia funziona così: certa musica è relegata nel sottobosco per gli
appassionati di genere e non sempre è facile accorgersi di uscite discografiche
che poi si rilevano estremamente interessanti. I Sons Of Bill, a tal proposito,
hanno una peculiarità anche nel nome: trattasi infatti di tre fratelli (Sam,
James e Abe, a cui si aggiungono Seth Green al basso e Todd Wellons alla batteria)
che hanno voluto ispirare il loro progetto musicale al padre, Bill Wilson,
professore emerito di filosofia teologica e letteratura (l’uomo è uno dei
massimi studiosi statunitensi di William Faulkner) presso l’Università della
Virginia. E che a casa Wilson si respiri un bel po’ di cultura si può desumere
dai testi delle canzoni di Love And Logic (contenuti nel booklet del cd), che appaiono
davvero di un livello superiore alla media. Così come, superiori alla media,
sono le dieci canzoni contenute nella scaletta di un album che, pur muovendosi in
territori di Americana già conosciuti, lo fanno però con qualche inusuale
innovazione. Se infatti la strumentazione utilizzata per la registrazione dei
brani pesca a piene mani dalla tradizione a stelle e strisce (pedal steel,
banjo, dobro), i Sons Of Bill cercano sempre soluzioni originali, facendo fluttuare
suoni e melodie verso il blu acceso di certi cieli americani che paiono
infiniti. Così, non sembra un azzardo poter parlare di Space Americana,
soprattutto in quegli episodi che sono più decisamente marcati da influenze pinkfloydiane
(Brand New Paradigm, Road To Canaan, Lost In The Cosmos. Light A Light) o che
imboccano la strada di un etereo lirismo (Fishing Song, Hymnsong). Non mancano,
ovviamente, citazioni che guardano a un passato nostrano (nel senso di
americano), come nell’iniziale Big Unknown, in cui si ascolta qualcosa a metà
fra i primi Rem e i Jayhawks, o in Arms Of Landslide, nella quale è chiamata
ancora in causa l’ex band di Michael Stipe. Nel complesso, quest’ultima fatica
dei Sons Of Bill, possiede però una compattezza stilistica inequivocabile che,
sono pronto a scommetterci, lascerà a bocca aperta gli appassionati di genere.
Love And Logic è un disco inaspettato e seducente, che va assaporato con
lentezza, perché solo dopo numerosi ascolti si riescono a percepire tutte le
sfumature di un suono tra i più originali della cosiddetta Americana 2.0. Quando,
infine, avrete colto la visione d’insieme, vi renderete conto di avere tra le
mani non solo una bellissima copertina, ma anche un gran disco, uno dei
migliori di questo 2014.
VOTO: 8
Blackswan, mercoledì 15/10/2014
2 commenti:
Non li conoscevo come migliaia di altri.Qindi grazie.Oggi le cose vanno così, invece di percorrere strade battute dalla maggioranza, se scegli qualche strada secondaria puoi imbatterti in panorami che non ti saresti aspettato.Così è bello: la buona musica la cerchi e la trovi da te, senza alcuna imposizione mediatica.
La copertina è bella davvero ed è inutile dire che influisce, quando non conosci chi suona,sulla scelta!
E se non li conoscevi tu, figurati la sottoscritta.
Come per il libri: a volte la copertina e una bella grafica fanno la differenza. Se poi si ha conferma ....FOOOORTEEEE !
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